Corriere della Sera

Conte sulle barricate

L’Inter è vicina al traguardo scudetto a Napoli va a caccia della 12ª vittoria di fila «Non facciamo i ragionieri. Le critiche? Ormai ho capito che il problema sono io»

- Guido De Carolis

La meta scudetto è vicina, appena 13 punti, sempre poi che tutte le altre dietro continuino a vincere, ma è come se fosse lontana anni luce. Antonio Conte ha già messo in fila 11 vittorie su 11 nel girone di ritorno e a Napoli può eguagliare la striscia di 12 successi ottenuti quando guidava la Juventus, stagione 2013-14. Non basta però a placare il tecnico, battaglier­o e deciso a schiacciar­e l’accelerato­re. «Non possiamo fare i ragionieri. Si sta dando per scontato che lo scudetto sia stato assegnato. Non dobbiamo cadere in questa trappola». Insomma, prima si chiude la pratica scudetto meglio è per tutti, soprattutt­o per Conte, sempre nel mirino, a dispetto di numeri oggettivam­ente indiscutib­ili.

«Quanto mi danno fastidio le critiche continue? Ormai ho capito che il problema sono io, quindi me ne faccio una ragione. L’importante è che non tocchino l’Inter».

Avviato verso il quarto scudetto della carriera da allenatore in Italia, Conte respinge le critiche relative al gioco.

«L’allenatore è il più bravo solo se arrivano i risultati. Anzi, a volte non è il più bravo anche se arrivano i risultati. La passione per il calcio ci fa andare oltre i giudizi, a volte giusti e a volte ingiusti», è la sentenza del tecnico, deciso a difendere il gruppo squadra e il suo lavoro.

Implicitam­ente una mano tesa anche a Gattuso, sopportato a Napoli e spesso esposto a giudizi malevoli, una situazione simile a quella già vissuta da Conte, in vari momenti delle sue annate nerazzurre. «Rino sta facendo bene, è bravissimo, ma tutti noi sappiamo che l’allenatore, se non arrivano i risultati, è la persona più soggetta ad andare incontro a situazioni poco piacevoli».

Eppure la percezione di buona parte della tifoseria interista è cambiata intorno a Conte. Quattro mesi fa, dopo l’eliminazio­ne in Champions, c’era chi ne chiedeva addirittur­a l’esonero, come lui stesso ha ricordato la scorsa settimana. Oggi l’Inter, prima con un distacco imponente sulle avversarie, è la prova di quanto costruito dal tecnico, punto di riferiment­o di un ambiente che ha dovuto fronteggia­re situazioni non lineari fuori dal campo. «È cambiata la percezione intorno a me solo per i risultati o anche per la gestione che ho mostrato complessiv­amente? Solo per i risultati», spiega asciutto. In fondo ha sempre ribadito che era meglio pensare solo al campo, perché altre situazioni non erano controllab­ili.

Il ruggito di Conte è quello del padrone del campionato e Napoli è forse l’ultima imboscata sulla strada che può allontanar­e un pochino il traguardo scudetto. L’Inter giocherà un po’ anche per il Milan, dovesse strappare un’altra vittoria appesantir­ebbe la rincorsa del Napoli a un posto Champions. Gattuso però trema, perché contro Conte in campionato ha perso tre volte su tre, anche se in Coppa Italia fu Ringhio a spuntarla e a prendersi poi il trofeo.

«Ho sempre messo il Napoli tra le 2-3 squadre che potevano competere per lo scudetto, perché conosco la forza della rosa», sottolinea Conte, oramai a pochi passi dal traguardo, ma deciso a restare sulle barricate, per poi godersi la parata scudetto che ai nerazzurri manca da 11 anni.

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Antonio Conte, 51 anni, ha vinto 11 partite su 11 nel girone di ritorno. L’Inter non vince lo scudetto da undici anni
(Venturini) Cammino scudetto Antonio Conte, 51 anni, ha vinto 11 partite su 11 nel girone di ritorno. L’Inter non vince lo scudetto da undici anni

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