Un pass per l’estate sicura
Scuola, i timori di presidi e Regioni. Entro luglio 54 milioni di dosi dall’Europa
Verso un’estate sicura anche grazie a un pass che consentirà di spostarsi tra le regioni in fascia arancione e rossa. Tre le ipotesi allo studio: autocertificazione, card digitale o tessera sanitaria. Contagi ancora in calo. Entro luglio in arrivo dalla Ue 54 milioni di dosi.
Riparte il confronto nel governo sulle graduali riaperture e sul nuovo decreto che sarà varato in settimana, probabilmente tra mercoledì e giovedì. Nell’attesa, tra Palazzo Chigi e ministero della Salute, si susseguono le riunioni per mettere a punto uno strumento che diventerà fondamentale dai primi di maggio: il «pass» che permetterà di spostarsi anche tra regioni arancioni e rosse e accedere ad alcuni eventi, dai concerti allo sport.
Oggi anche il Cts si occuperà delle riaperture: il cronoprogramma è già fissato e indietro non si torna. Nemmeno sul coprifuoco, nonostante le richieste delle Regioni a guida centrodestra, di spostarlo alle 23 o a mezzanotte. Gli scienziati consegneranno un parere a Draghi che offrirà ben poco spazio di manovra. In realtà dal governo è già arrivata una netta contrarietà. «Per ora alle 22 è giusto, dobbiamo procedere con gradualità evitando movida e assembramenti» afferma la ministra Mariastella Gelmini. Stessa fermezza anche sul «no» alla ripartenza delle attività al chiuso, dai ristoranti alle palestre: se ne riparlerà a giugno, tenendo d’occhio la curva dei contagi.
«Guardiamo al futuro con fiducia, ma serve ancora prudenza — dice il ministro della Salute, Roberto Speranza —.
Se si fa un passo troppo lungo si rischia poi di dover tornare indietro». Speranza è al lavoro su tempi e modalità del nuovo pass che si potrà ottenere in tre modi: con la vaccinazione, con la guarigione dal Covid nei sei mesi antecedenti o con un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti. Il modello è il pass europeo che Bruxelles intende attivare «da metà giugno in concomitanza con l’aumento delle persone vaccinate — spiega Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno —.L’obiettivo della Commissione è avere sufficienti vaccini al 15 luglio in modo tale che più del 70% della popolazione adulta sia immune. Con questa soglia possiamo creare il pass».
È proprio con riaperture progressive e strumenti come il pass che il governo Draghi punta a mettere al sicuro la stagione estiva. «Dal momento in cui si è dato un calenda
rio sono ripartite le prenotazioni» afferma il ministro del Turismo Massimo Garavaglia.
Ma il governatore ligure Giovanni Toti nota alcune incongruenze: «Non tutti i cittadini potranno avere il vaccino a breve — spiega —: una persona deve potersi spostare per lavoro, studio e altro. Altrimenti fino a luglio almeno potrà muoversi solo chi ha più di 60 anni». Chiede poi modifiche sul coprifuoco: «Se apriamo i ristoranti la sera non può restare il divieto dopo le 22. Va spostato in avanti di una o due ore». Anche Matteo Salvini è in pressing: «Adesso che con il piano vaccinale si corre: tornare a lavorare, il diritto alla vita, allo sport, alla salute e alla musica deve essere un patrimonio di tutti, togliendo in prospettiva anche il coprifuoco alle 22».