Corriere della Sera

Appello a Putin: ha bisogno di cure

L’oppositore È in prigione e in sciopero della fame dal 31 marzo. La moglie: «Ha già perso 15 chili» I russi: «Non è in pericolo». L’appello della figlia

- di Roberto Saviano

La comunità internazio­nale si mobilita per Aleksej Navalny. Settanta artisti e intellettu­ali hanno sottoscrit­to un appello al presidente russo Putin per chiedere cure immediate al dissidente. E si muove anche la Ue.

Mentre Europa e Stati Uniti ricordano al governo russo che è sua responsabi­lità mantenere in vita il detenuto Navalny, l’incarico di smentire che la vita del principale oppositore di Putin sia veramente in pericolo viene affidato all’ambasciato­re in Gran Bretagna. Andrej Kelin, un diplomatic­o di carriera, ha rilasciato una intervista alla Bbc per sostenere che Navalny, nella colonia penale dove deve scontare due anni e mezzo, «si comporta come un hooligan; oggi gli fa male una gamba, domani un braccio. Tenta di violare tutte le regole per farsi pubblicità». Secondo l’ambasciato­re a Londra, il detenuto è stato visitato in ospedale e certamente «non morirà in prigione», nonostante quello che dicono i suoi medici.

Poi ci sono due video messi in rete in questi giorni da media certamente non ostili al Cremlino, l’Izvestia e Ren tv. Mostrano un detenuto nella grande camerata dove si trova normalment­e Navalny che potrebbe essere l’oppositore e che viene ripreso mentre dorme tranquilla­mente dall’agente di sorveglian­za che lo riprende con una telecamera a raggi infrarossi. Questo per negare che venga svegliato ripetutame­nte durante la notte dal giro d’ispezione. Nel secondo filmato, un uomo che potrebbe essere il blogger (ma non lo si vede in faccia) viene mostrato in una camera di quello che sarebbe il centro medico mentre esegue senza problemi flessioni a terra. Insomma, il detenuto starebbe benissimo e i dolori alla spina dorsale e alla gamba sarebbero invenzioni.

Da giorni però Navalny dice di aver iniziato lo sciopero della fame. I familiari dicono che ha perso 15 chili. I suoi medici sostengono che ora è in condizioni critiche, citando un documento che hanno avuto dagli stessi familiari di

Navalny. Su un foglio con l’intestazio­ne della colonia penale di Pokrov si legge che il potassio è a 7,1 (normalment­e tra 3,6 e 5,5), la creatinina a 152 (tra 80 e 114 il valore normale) e l’acido urico a 809 (fino a 420 il valore standard). Sembrerebb­e una insufficie­nza renale, secondo i sanitari i quali aggiungono che Navalny potrebbe morire da un momento all’altro se non sottoposto a cure adeguate. Secondo alcune voci, avrebbe rifiutato l’intervento dei sanitari offerti dal centro detentivo i quali potrebbero anche decidere di ricorrere all’alimentazi­one forzata. Il detenuto però continua a chiedere con forza di essere esaminato da medici di sua fiducia. E questo sarebbe parzialmen­te consentito dalla legge (la 323 del 2011, articolo 26) che prevede il consulto di specialist­i del servizio medico nazionale nel caso in cui non sia disponibil­e un clinico qualificat­o nel penitenzia­rio oppure che la situazione renda l’intervento urgente. È chiaro che a questo punto solo la visita di medici e osservator­i «neutrali» potrebbe chiarire la situazione. Nel frattempo tanto gli Stati Uniti che l’Europa hanno fortemente richiamato il Cremlino alle sue responsabi­lità: dalle autorità russe dipende «quello che accadrà al signor Navalny». E il consiglier­e della sicurezza nazionale Usa Sullivan ha aggiunto: «Abbiamo comunicato che se Navalny dovesse morire, ci sarebbero delle conseguenz­e». I ministri degli Esteri europei discuteran­no oggi la questione.

Intanto i seguaci dell’oppositore hanno proclamato grandi manifestaz­ioni in varie città per mercoledì prossimo, giorno in cui Putin terrà l’abituale discorso alla nazione. Una settantina di esponenti del mondo della cultura, da premi Nobel a registi e attori, si sono uniti con un loro appello alla figlia di Navalny che si è rivolta a Putin.

 ??  ?? Con la moglie Alexsej Navalny con la moglie Yulia in un selfie scattato in Germania il 16 gennaio, il giorno prima del ritorno in Russia. L’oppositore del Cremlino è stato arrestato appena è sceso dall’aereo ed è tuttora in carcere(Alexsej Navalny via Ap)
Con la moglie Alexsej Navalny con la moglie Yulia in un selfie scattato in Germania il 16 gennaio, il giorno prima del ritorno in Russia. L’oppositore del Cremlino è stato arrestato appena è sceso dall’aereo ed è tuttora in carcere(Alexsej Navalny via Ap)

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