Appello a Putin: ha bisogno di cure
L’oppositore È in prigione e in sciopero della fame dal 31 marzo. La moglie: «Ha già perso 15 chili» I russi: «Non è in pericolo». L’appello della figlia
La comunità internazionale si mobilita per Aleksej Navalny. Settanta artisti e intellettuali hanno sottoscritto un appello al presidente russo Putin per chiedere cure immediate al dissidente. E si muove anche la Ue.
Mentre Europa e Stati Uniti ricordano al governo russo che è sua responsabilità mantenere in vita il detenuto Navalny, l’incarico di smentire che la vita del principale oppositore di Putin sia veramente in pericolo viene affidato all’ambasciatore in Gran Bretagna. Andrej Kelin, un diplomatico di carriera, ha rilasciato una intervista alla Bbc per sostenere che Navalny, nella colonia penale dove deve scontare due anni e mezzo, «si comporta come un hooligan; oggi gli fa male una gamba, domani un braccio. Tenta di violare tutte le regole per farsi pubblicità». Secondo l’ambasciatore a Londra, il detenuto è stato visitato in ospedale e certamente «non morirà in prigione», nonostante quello che dicono i suoi medici.
Poi ci sono due video messi in rete in questi giorni da media certamente non ostili al Cremlino, l’Izvestia e Ren tv. Mostrano un detenuto nella grande camerata dove si trova normalmente Navalny che potrebbe essere l’oppositore e che viene ripreso mentre dorme tranquillamente dall’agente di sorveglianza che lo riprende con una telecamera a raggi infrarossi. Questo per negare che venga svegliato ripetutamente durante la notte dal giro d’ispezione. Nel secondo filmato, un uomo che potrebbe essere il blogger (ma non lo si vede in faccia) viene mostrato in una camera di quello che sarebbe il centro medico mentre esegue senza problemi flessioni a terra. Insomma, il detenuto starebbe benissimo e i dolori alla spina dorsale e alla gamba sarebbero invenzioni.
Da giorni però Navalny dice di aver iniziato lo sciopero della fame. I familiari dicono che ha perso 15 chili. I suoi medici sostengono che ora è in condizioni critiche, citando un documento che hanno avuto dagli stessi familiari di
Navalny. Su un foglio con l’intestazione della colonia penale di Pokrov si legge che il potassio è a 7,1 (normalmente tra 3,6 e 5,5), la creatinina a 152 (tra 80 e 114 il valore normale) e l’acido urico a 809 (fino a 420 il valore standard). Sembrerebbe una insufficienza renale, secondo i sanitari i quali aggiungono che Navalny potrebbe morire da un momento all’altro se non sottoposto a cure adeguate. Secondo alcune voci, avrebbe rifiutato l’intervento dei sanitari offerti dal centro detentivo i quali potrebbero anche decidere di ricorrere all’alimentazione forzata. Il detenuto però continua a chiedere con forza di essere esaminato da medici di sua fiducia. E questo sarebbe parzialmente consentito dalla legge (la 323 del 2011, articolo 26) che prevede il consulto di specialisti del servizio medico nazionale nel caso in cui non sia disponibile un clinico qualificato nel penitenziario oppure che la situazione renda l’intervento urgente. È chiaro che a questo punto solo la visita di medici e osservatori «neutrali» potrebbe chiarire la situazione. Nel frattempo tanto gli Stati Uniti che l’Europa hanno fortemente richiamato il Cremlino alle sue responsabilità: dalle autorità russe dipende «quello che accadrà al signor Navalny». E il consigliere della sicurezza nazionale Usa Sullivan ha aggiunto: «Abbiamo comunicato che se Navalny dovesse morire, ci sarebbero delle conseguenze». I ministri degli Esteri europei discuteranno oggi la questione.
Intanto i seguaci dell’oppositore hanno proclamato grandi manifestazioni in varie città per mercoledì prossimo, giorno in cui Putin terrà l’abituale discorso alla nazione. Una settantina di esponenti del mondo della cultura, da premi Nobel a registi e attori, si sono uniti con un loro appello alla figlia di Navalny che si è rivolta a Putin.