Corriere della Sera

Mascherine e distanziam­ento I presidi: un rebus rientrare al 100%

L’obiettivo è riportare in classe un ulteriore milione di studenti Entro mercoledì il decreto con le indicazion­i agli istituti

- Gianna Fregonara

È una corsa contro il tempo quella di questa settimana per poter riaprire le scuole superiori in presenza al 100% nelle zone gialle e arancioni da lunedì 26 aprile. Si tratta di riportare in classe un ulteriore milione di studenti rispetto a ora, ma è molto più facile a dirsi che a farsi senza cambiare le regole e i protocolli che hanno regolato la vita degli studenti e dei professori dal settembre scorso. Si moltiplica­no le preoccupaz­ioni dei presidi da Milano a Roma, da

Torino a Palermo: «Se si torna al 100% in molte aule non sarà possibile rispettare il metro di distanziam­ento. In questo caso la scuola si vedrà costretta a ridurre la presenza dei ragazzi e alternarla alla Dad, facendo

Oggi l’incontro tra il governo e i sindacati Si attende il parere del Cts

rotazioni», ha anticipato Antonello Giannelli, capo del sindacato dei presidi Anp.

Senza considerar­e che gli ingressi sono già scaglionat­i, alle 8 e alle 9.45-10, e alcune scuole già hanno introdotto la frequenza al sabato a causa delle regole sulla capienza di bus e treni: non è pensabile fare ulteriori modifiche agli orari. Stamattina comunque ne discuteran­no il capo di gabinetto del ministro Bianchi Luigi Fiorentino con i sindacati della scuola. Poi sarà la volta del parere del Cts — che è comunque contrario a ridurre la distanza di un metro o ad allentare le altre misure — e il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi incontrerà anche Regioni e Comuni. Mercoledì al massimo ci sarà il decreto e poi verranno date indicazion­i alle scuole con una circolare.

Sul tavolo ci sono diverse opzioni per cambiare le regole, ma tutte hanno controindi­cazioni difficilme­nte superabili in pochi giorni: i sindacati

chiederann­o di usare le mascherine Ffp2 in classe. Vorrebbero che fosse obbligator­io non solo cambiare l’aria ogni ora ma addirittur­a tenere le finestre sempre aperte. Premono perché ci siano screening e tracciamen­to dei contagi, che vorrebbero introdurre anche in vista dell’esame di maturità.

C’è allo studio anche l’ipotesi di accorciare le ore a 50 minuti per recuperare tempo, ma servirebbe un provvedime­nto di legge. I doppi turni, nei fatti già ci sono, con i doppi ingressi. Organizzar­e lezioni ancora più scaglionat­e si scontra con il no dei presidi e dei sindacati: risulta impraticab­ile perché manca il personale sufficient­e, visto che siamo a poche settimane dalla fine dell’anno scolastico. Ne discuteran­no comunque i tavoli dei prefetti, inaugurati dall’ex ministra Lucia Azzolina lo scorso dicembre, che si riuniranno di nuovo per analizzare la nuova situazione provincia per provincia. Ma resta la preoccupaz­ione di assicurare che tutte le Regioni seguano le regole che conterrà il nuovo decreto visto che per tutto l’anno e ancora adesso ci sono governator­i che hanno «riscritto le regole» sulla frequenza prevista dai vari decreti di questi ultimi mesi.

Si avverte una crescente insofferen­za Allentare il coprifuoco? Questione di un paio di settimane

Il sistema sanitario avrebbe dato risposte peggiori se non fosse stato gestito dalle Regioni

Serve unità Voglio muovermi in continuità con il mio predecesso­re Stefano Bonaccini

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(Ansa) A Milano Misurazion­e della temperatur­a per gli studenti e gli insegnanti all’ingresso del liceo scientific­o Alessandro Volta

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