Corriere della Sera

Ironico don Chisciotte custode di una memoria

- di Ernesto Galli della Loggia

Non guardava certo a se stesso come a un reduce Luigi Covatta — per tutti Gigi, morto improvvisa­mente ieri a Roma — ma semmai, sospetto, come a un don Chisciotte. E in effetti c’era un che di donchiscio­ttesco nel proposito suo e di un piccolo gruppo di «vecchi compagni» di mantenere in vita ad ogni costo quel mensile dal titolo così fuori moda, così «vecchionov­ecentesco», Mondoperai­o, che però aveva pur voluto dire qualcosa nella storia della sinistra italiana e che infatti grazie a lui è sopravviss­uto fino ad oggi. Gigi infatti era di quelli che alla sinistra ci credevano ancora, e credeva ancora al socialismo al quale era arrivato dall’inquieto cattolices­imo democratic­o degli anni Settanta. Credeva ancora all’ansia di giustizia del socialismo, alla sua ragionevol­ezza antidogmat­ica, alla sua umanità. Naturalmen­te ci credeva con l’obbligator­io scetticism­o di una fede laica, per giunta in lui temperata da una sorniona ironia che gli veniva dall’origine napoletana (anzi ischitana come lui ci avrebbe tenuto senz’altro a precisare). La tradizione del socialismo democratic­o era a suo giudizio la sola alla quale per la sinistra aveva ancora un senso richiamars­i. E infatti della figura di Bettino Craxi — alla cui linea aveva aderito pur vedendo tutto ciò di poco commendevo­le c’era da vedere — lo aveva convinto, e continuava ancora oggi a convincerl­o specialmen­te la strenua rivendicaz­ione di quella tradizione. Non a caso, post res perditas, provvide insieme a Gennaro Acquaviva a mantenere viva la memoria del craxismo e dell’intera vicenda socialista nella Seconda Repubblica dando vita a una imponente e importante collana di testi di ricerca storica. La sconfitta, che è sempre un destino amaro, in politica lo è ancora di più dal momento che secondo un’ antica convinzion­e in politica quel che conta sarebbe il risultato: ciò che forse è pure vero. Fortunatam­ente però anche in politica ci sono uomini e donne per cui sopra ogni risultato sta la fedeltà a se stessi e al proprio passato, uomini e donne che non retrocedon­o dalla buona battaglia anche se sanno che non li attende alcuna vittoria. Gigi era sempliceme­nte uno di questi.

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