Ironico don Chisciotte custode di una memoria
Non guardava certo a se stesso come a un reduce Luigi Covatta — per tutti Gigi, morto improvvisamente ieri a Roma — ma semmai, sospetto, come a un don Chisciotte. E in effetti c’era un che di donchisciottesco nel proposito suo e di un piccolo gruppo di «vecchi compagni» di mantenere in vita ad ogni costo quel mensile dal titolo così fuori moda, così «vecchionovecentesco», Mondoperaio, che però aveva pur voluto dire qualcosa nella storia della sinistra italiana e che infatti grazie a lui è sopravvissuto fino ad oggi. Gigi infatti era di quelli che alla sinistra ci credevano ancora, e credeva ancora al socialismo al quale era arrivato dall’inquieto cattolicesimo democratico degli anni Settanta. Credeva ancora all’ansia di giustizia del socialismo, alla sua ragionevolezza antidogmatica, alla sua umanità. Naturalmente ci credeva con l’obbligatorio scetticismo di una fede laica, per giunta in lui temperata da una sorniona ironia che gli veniva dall’origine napoletana (anzi ischitana come lui ci avrebbe tenuto senz’altro a precisare). La tradizione del socialismo democratico era a suo giudizio la sola alla quale per la sinistra aveva ancora un senso richiamarsi. E infatti della figura di Bettino Craxi — alla cui linea aveva aderito pur vedendo tutto ciò di poco commendevole c’era da vedere — lo aveva convinto, e continuava ancora oggi a convincerlo specialmente la strenua rivendicazione di quella tradizione. Non a caso, post res perditas, provvide insieme a Gennaro Acquaviva a mantenere viva la memoria del craxismo e dell’intera vicenda socialista nella Seconda Repubblica dando vita a una imponente e importante collana di testi di ricerca storica. La sconfitta, che è sempre un destino amaro, in politica lo è ancora di più dal momento che secondo un’ antica convinzione in politica quel che conta sarebbe il risultato: ciò che forse è pure vero. Fortunatamente però anche in politica ci sono uomini e donne per cui sopra ogni risultato sta la fedeltà a se stessi e al proprio passato, uomini e donne che non retrocedono dalla buona battaglia anche se sanno che non li attende alcuna vittoria. Gigi era semplicemente uno di questi.