Corriere della Sera

La piccola Mia e la fine dell’incubo: liberata dalle mani dei complottis­ti

Otto anni, era in Svizzera. Seguaci di QAnon l’avevano rapita per conto della madre

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE S. Mon.

Due furgoni della polizia svizzera sono arrivati ieri mattina intorno alle

10 e 30 a Sainte-Croix, nel cantone di Vaud, davanti all’ex fabbrica di carillon diventata una casa occupata dall’associazio­ne «La Baz». Sono scesi una quindicina di agenti dei quali sette con il volto coperto e vestiti di nero, che sono andati subito verso i due obiettivi: Lola Montemaggi, 28 anni, e sua figlia Mia, di 8, rapita martedì scorso alla nonna che l’aveva in custodia. Alcuni poliziotti hanno circondato e tenuto ferma la madre, rimasta calma, e gli altri hanno preso la bambina, che invece gridava terrorizza­ta.

È finito così il primo rapimento compiuto in Francia sulla base delle tesi complottis­te ispirate al movimento QAnon americano, che considera lo Stato e i suoi servizi sociali per l’infanzia come nemici da combattere perché strumenti di una rete mondiale di pedofili. La bambina è stata riportata in Francia e riconsegna­ta alla nonna, la madre è in una prigione svizzera e potrebbe presto essere estradata. I cinque autori del rapimento in combutta con la madre sono stati arrestati e ieri sera sono comparsi per la prima volta davanti al giudice.

Dopo la fine del matrimonio con il padre della bambina, quattro anni fa Lola Montemaggi è entrata in una profonda crisi. Ha lasciato il lavoro di cameriera a Montélimar, nel Sud, per trasferirs­i con la bambina vicino ai genitori, nei Vosgi, poco lontano dalla Germania. La rivolta dei gilet gialli le ha dato una causa per cui lottare, e ha approfondi­to la sua avversione per la società: affetta da anoressia, era convinta che «il sistema» volesse avvelenare i cittadini con il cibo, e l’anno scorso aveva cercato di togliere la bambina da scuola «perché lo Stato non si deve immischiar­e nell’educazione di mia figlia». Ha venduto i mobili di casa «per partire in camper e vivere sotto i radar della società», e a causa anche di scene di violenza sull’ex marito davanti a Mia, l’11 gennaio le aule torità francesi le hanno tolto la bambina affidandol­a alla nonna materna. A quel punto la guerra al sistema è diventata totale, e Lola ha contattato su Internet un gruppo di seguaci delle teorie di complotto già sorvegliat­i dai servizi francesi, perché sospettati di voler commettere un attentato contro i centri di vaccinazio­ne «strumenti della dittatura sanitaria», e determinat­i a rapire bambini «per sottrarli agli assistenti sociali e quindi ai pedofili» come vogliono tesi deliranti di QAnon.

I cinque uomini hanno organizzat­o l’«Operazione Lima», nome in codice ottenuto con l’iniziale di Lola e l’anagramma di Mia. «Un’azione preparata estremamen­te bene, concepita come un’operazione militare», ha detto ieri il procurator­e di Nancy, François Pérain. Anche se i partecipan­ti non hanno il profilo di combattent­i agguerriti: nella banda troviamo Pitchoun, 57 anni, pianista precario che prima dei lockdown suonava in un ristorante di Montmartre, oppure il Corbeau (il corvo), 23 anni, parzialmen­te invalido e residente con i genitori fuori Parigi, e ancora Jeannot, 60enne disoccupat­o.

Martedì scorso si sono presentati a casa della nonna di Mia spacciando­si per assistenti sociali, mostrando documenti falsi del ministero della Giustizia, e hanno così convinto la donna ad affidare loro la bambina, che è stata poi consegnata alla madre Lola. La fuga si è conclusa ieri, ma il nonno materno, Claude Montemaggi, è piano di rabbia: «È una catastrofe, mia figlia aveva fatto bene a riprenders­i la bambina, e quegli uomini che hanno voluto aiutarla rischiano trent’anni ma andrebbero premiati».

Figaro

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Il gruppo che ha rapito la piccola Mia Montemaggi è fatto di seguaci di QAnon: detti «Pitchoun», artista precario, «Corbeau» cioè corvo, Jeannot, disoccupat­o. Hanno agito su incarico della madre di lei, Lola, 28 anni. Il nonno materno della bambina li appoggia: «Rischiano trent’anni, ma quegli uomini andrebbero premiati»
La gang Il gruppo che ha rapito la piccola Mia Montemaggi è fatto di seguaci di QAnon: detti «Pitchoun», artista precario, «Corbeau» cioè corvo, Jeannot, disoccupat­o. Hanno agito su incarico della madre di lei, Lola, 28 anni. Il nonno materno della bambina li appoggia: «Rischiano trent’anni, ma quegli uomini andrebbero premiati»
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