Corriere della Sera

Ingenuity, un drone vola su Marte

Il primo volo su un altro corpo celeste pilotato da Terra è durato 39 secondi «Una nuova via di esplorazio­ne»

- di Giovanni Caprara

Su Marte un altro passo storico nell’esplorazio­ne planetaria. Ieri mattina, a New York erano le 3.34 (in Italia le 9.34), il piccolo drone-elicottero Ingenuity si è alzato nel cielo roseo di Marte dimostrand­o di saper volare. Lassù, nella pianura Jezero, il fondo di un antico lago, era passato da poco mezzogiorn­o, un’ora ideale scelta per avere il massimo della luce e del calore che il Sole lontano può regalare. Il minuscolo robot volante è salito di scatto a tre metri d’altezza, ha ondeggiato senza perdere stabilità, governato dai suoi sistemi, poi è sceso rapidament­e. Soltanto 39,1 secondi, ma straordina­ri. Perché hanno dimostrato che ci si può muovere nell’aria di un mondo radicalmen­te diverso. «Ora possiamo dire che gli esseri umani hanno pilotato un aeromobile su un altro corpo celeste» ha detto alzando le braccia Mimi Aung, coordinatr­ice del progetto, davanti ai computer del Jet propulsion (Jpl) della Nasa in California. E ha stracciato i fogli sui quali aveva preparato le meste parole da leggere nel caso di un fallimento, proprio mentre arrivava da Marte la prima immagine in bianco e nero con Ingenuity che fotografav­a la sua ombra mentre decollava. Poco dopo il rover Perseveran­ce, a distanza di sicurezza, ha trasmesso il video del piccolo-grande balzo.

Il successo ha una storia lunga, tenacement­e sostenuta negli anni dall’ideatore Bob Balaram, l’ingegnere capo dell’impresa, tra l’incredulit­à generale. E quando è arrivato il segnale della vittoria (alle 6.46 di New York) lanciato da 276 milioni di chilometri dalla Terra, rimbalzato dal rover e dalle sonde, tutto era già avvenuto su Marte oltre tre ore prima. I volti in attesa al Jpl erano tesi perché per due volte i tecnici avevano dovuto rinviare l’operazione. Nel primo test delle due pale contro-rotanti in fibra di carbonio avevano scoperto che l’orologio incaricato di scandire le operazioni non era ben regolato. La scorsa settimana, poi, hanno corretto il software inviando un aggiustame­nto della sequenza di volo. Ma il rischio era ancora alto «come in ogni innovazion­e ingegneris­tica» ha sottolinea­to Mimi Aung.

Ingenuity era stato depositato su Marte da Perseveran­ce il 3 aprile, quando era iniziata la preparazio­ne del piccolo ma straordina­rio balzo immerso in un’atmosfera di anidride carbonica cento volte meno densa di quella terrestre. A bordo due telecamere, sistemi di navigazion­e automatica e un pannello solare che ricarica le sue batterie la

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(Nasa /Jpl-Caltech) Missione compiuta Il volo di Ingenuity ripreso dal rover Perseveran­ce (in alto) e l’ombra proiettata su Marte fotografat­a dall’elicottero stesso (a sinistra). Sopra, la gioia dei tecnici Nasa. Sotto, Ingenuity a riposo
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Leggi tutte le notizie e segui gli approfondi­menti sui principali fatti di cronaca su Corriere.it

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