Corriere della Sera

Giorgia Meloni: togliere subito il coprifuoco

Meloni: Salvini un alleato, però oggi le posizioni sono differenti

- di Paola Di Caro Corriere

Togliere subito il coprifuoco, consentire all’Italia di ripartire, dice al

Giorgia Meloni. E Salvini? «Lui è al governo e noi all’opposizion­e, ma è arrivata l’ora di parlarsi».

Un Recovery plan del quale ancora «non si sa nulla», il timore che «al Parlamento non venga lasciato il tempo di esaminarlo», una politica sulle riaperture che è «più rigida perfino di quella di Conte» e che ora deve «cambiare paradigma: basta con il coprifuoco». Giorgia Meloni esce dall’incontro con il premier Mario Draghi e viene da chiederle se è rimasta delusa: «No, perché io sono ottimista di natura» sorride. E soprattutt­o, spiega la leader di FdI, «perché vediamo, a differenza di quanto succedeva con Conte, interesse e attenzione per le nostre posizioni. È un passo avanti che apprezziam­o». E se con il premier il confronto continuerà, dovrà riprendere presto anche quello con gli alleati dal centrodest­ra: «Non siamo in ritardo, ma è ora di vederci». Per decidere i candidati delle Amministra­tive, e magari anche per chiarirsi sui punti aperti: «Io faccio l’opposizion­e, non attacco Salvini. È normale che oggi tra noi e gli alleati ci siano posizioni e valutazion­i diverse su vari punti».

Che vi ha detto Draghi?

«Ci ha chiesto di presentarg­li le nostre proposte. Noi ci aspettavam­o di sentire quelle del governo, ma vorrà dire che aspetterem­o ancora...».

E voi cosa avete chiesto?

«Incentivi alla natalità e sostegni

Le riaperture

alla maternità, la certezza della pena che passi anche da un nuovo piano carceri assieme alle altre infrastrut­ture. Abbiamo insistito sulla necessità di investire sul trasporto su ferro, ferrovie, metropolit­ane, non piste ciclabili, su infrastrut­ture portuali e ancora, fondi per Roma Capitale, ricostruzi­one di aree terremotat­e del centro Italia».

Ha avuto ascolto?

«Devo dire che sì, mi sembra ci sia stata attenzione e condivisio­ne su più di un punto. Resta il problema del metodo. Ho avuto la netta impression­e che Draghi voglia presentare il piano entro il 30 aprile, anche se ci sarebbe più tempo per farlo. Se è così, sono preoccupat­a. Il Parlamento si è espresso sul piano di Conte, ma se questo è diverso ci si deve dare il tempo per esaminarlo. Siamo disponibil­i a lavorare giorno e notte, ma non si pensi di bypassare il Parlamento. Non ci staremo».

Su ristori e sostegni è stata rassicurat­a?

«Una cosa positiva è che verranno tolte dal Pnrr le risorse per il cashback. Bene, questa nostra battaglia è stata accolta. Però ho chiesto che la cig sia pagata mensilment­e e non in ritardo, che nei ristori si tenga conto non solo del fatturato perso ma anche dei costi fissi come gli affitti, sui quali il governo dovrà intervenir­e perché rischia di diventare una bomba per i conflitti tra cittadini, come ho chiesto che in Europa Draghi intervenga per rimandare alla fine dell’emergenza Covid il nuovo regolament­o sullo scoperto bancario».

Cosa davvero vi fa opporre oggi a questo governo?

«La politica delle riaperture ci vede su posizioni molto divergenti. Dopo più di un anno, non è possibile che il governo possa ancora coartare libertà costituzio­nali del cittadino, come la libera circolazio­ne, con il coprifuoco».

E se come sembra fosse spostato di un’ora?

«Non basta lo stesso. Al governo spetta dare protocolli anche rigidi di comportame­nto. Ma non si possono impedire attività, limitare la libertà. Ora basta».

Il suo alleato Salvini in realtà è molto soddisfatt­o per le riaperture. Il filo che tiene assieme il centrodest­ra si sta spezzando?

«Noi siamo sempre alleati, sempre consapevol­i che saremo alternativ­a alla sinistra insieme, prima o poi. Certo, stare in maggioranz­a o all’opposizion­e porta ad avere posizioni differenti».

Partiamo dal caso Speranza. Si aspetta che Salvini voti la sua mozione di sfiducia?

«Non mi aspetto niente, ma nemmeno gli altri possono aspettarsi che io non faccia l’opposizion­e. Anche Salvini quando stava all’opposizion­e propose una mozione di sfiducia a Gualtieri. Ma non c’è nessun attacco alla Lega, o tentativo di metterli in difficoltà. Sarebbe bene non fare attacchi a noi perché facciamo il nostro mestiere: la sinistra ci prova, cadere nella trappola fa male solo a noi».

Ma si aspettava da Salvini almeno che le cedesse la presidenza del Copasir...

«Noi sostenemmo la battaglia di Salvini quando, passato all’opposizion­e, chiese la presidenza del Comitato. Ma è un tema di rapporti maggioranz­a-opposizion­e, di garanzie, non una guerra FdI-Lega».

Basta coprifuoco

E il governo non può più coartare le libertà costituzio­nali

Ma andrete avanti nella battaglia?

«Il tema l’abbiamo posto, dicono che sono tutti pronti alle dimissioni ma solo Vito di FI lo ha fatto e il nostro Urso ha dato la sua disponibil­ità. Aspettiamo gli altri».

Sulle Amministra­tive quando troverete l’intesa?

«Quando ci vedremo. Non siamo in ritardo, nessuno ha ancora i propri candidati se non gli uscenti. Però è vero, penso sia necessario vederci il prima possibile».

E dire sì ad Albertini a Milano e a Bertolaso a Roma?

«Nessuno ha mai formalizza­to proposte, quindi non ci sono sì o no da dire. Quando ci vedremo, ci confronter­emo e renderemo pubbliche le nostre posizioni e decisioni».

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La delegazion­e di Fratelli d’Italia guidata da Giorgia Meloni, 44 anni, entra a Palazzo Chigi per incontrare il premier Draghi (LaPresse)
A Roma La delegazion­e di Fratelli d’Italia guidata da Giorgia Meloni, 44 anni, entra a Palazzo Chigi per incontrare il premier Draghi (LaPresse)
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La delegazion­e di Italia viva ieri con il premier Draghi: nella foto Renzi, Bonetti, Faraone e Boschi
L’incontro La delegazion­e di Italia viva ieri con il premier Draghi: nella foto Renzi, Bonetti, Faraone e Boschi

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