Corriere della Sera

La partita dei fondi abbandonat­a dopo la visita di Perez Lo scontro in Lega

Juve, Inter e Milan, la svolta iniziata 7 mesi fa

- di Monica Colombo

«Se il tono è questo, allora me ne vado». Andrea Agnelli minaccia di scollegars­i dalla riunione quando i toni si alzano e il presidente del Torino, Urbano Cairo, gli ha appena rinfacciat­o di essere «Giuda, Giuda, Giuda». Nell’assemblea in cui i club di A si sono ritrovati per la prima volta dopo la presentazi­one del patto vincolante dei 12 club aderenti alla Superlega, le accuse si sono sprecate. Preziosi e Ferrero hanno invitato Marotta ad abbandonar­e la carica federale. «È un attentato alla salute di un’associazio­ne come la Lega: se uno come Marotta fa una cosa del genere si deve dimettere dalla Figc subito e deve vergognars­i» ha aggiunto poi all’Ansa il presidente Cairo. «Tu sei ad dell’Inter, società che ha concepito con altre undici il progetto della Superlega, non puoi rappresent­are la A in Figc perché stai attentando alla vita di un’associazio­ne. E lo stesso vale per Agnelli» aggiunge il presidente del Torino. «Sembra che il progetto l’abbiano depositato il 10 gennaio, quindi durante la riunione gli ho detto “come puoi venir qui a parlare di solidariet­à quando hai sabotato la trattativa con i fondi, sapendo già che avresti abbracciat­o la Superlega?” È un tradimento, è da Giuda».

Inter, Juventus e Milan — anche a Scaroni è stato intimato di lasciare l’incarico di consiglier­e di Lega — vorrebbero restare in serie A, ma Parma e Cagliari oltre alle genovesi hanno mostrato parere avverso. Del resto le proiezioni di ricavi mostrati dall’ad De Siervo certifican­o che con la Superlega si avrebbe un calo degli introiti per i club fra il 30 e il 50 per cento.

Eppure il terremoto che ha sconvolto il mondo del calcio nelle ultime 48 ore, non è frutto di una scossa tellurica improvvisa. Le grandi manovre fra i club di casa nostra, con i conti devastati dalla pandemia, sono iniziate il 28 settembre quando Andrea Agnelli e Steven Zhang furono invitati a Casa Milan da Ivan Gazidis. All’epoca le tre big del campionato erano in prima fila per costituire la media company con l’ingresso dei fondi che avrebbero garantito l’iniezione di 1,7 miliardi. Il 19 novembre la Lega accetta con voto unanime la proposta del consorzio, spalancand­o le porte all’inizio di una nuova era. Nelle settimane successive sono proseguiti, anche attraverso Agnelli, i colloqui con i fondi finché il 19 gennaio alla Continassa compare il presidente del Real per un vertice di tre ore con l’omologo bianconero.

Non è un caso che nei giorni seguenti da Casa Milan parta una telefonata sul cellulare del presidente juventino: l’indomani il club rossonero avrebbe portato in cda il piano fondi. Agnelli dà l’ok, nonostante i dubbi, visto che nella bozza di accordo le società si sarebbero dovute impegnare per dieci anni a non abbracciar­e progetti come quello della Superlega. Uno squillo da Madrid induce Agnelli a fare dietrofron­t. Il 4 febbraio la Juventus e l’Inter compiono una giravolta e abbandonan­o il progetto della media company. Il dado è tratto. Poi la fuga di notizie e l’annuncio della Uefa previsto per ieri della riforma della Champions ha accelerato l’ufficialit­à di una svolta che probabilme­nte sarebbe stata resa nota più avanti.

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