Vaccini, l’obiettivo è accelerare sui 70enni
L’immunizzazione della fascia d’età tra i 70 e i 79 è ancora molto bassa. E manca all’appello un 20% di over 80
Ècominciata in quasi tutte la regioni la campagna di immunizzazione su larga scala della fascia di età tra 70 e 79 anni, critica per il tasso di letalità da Covid compreso tra il 6 e l’11% a seconda del genere e ritenuta prioritaria per abbassare la pressione sul sistema ospedaliero. D’altronde la «copertura» degli over 80 sta arrivando a conclusione: realisticamente si completerà entro la fine di aprile anche se una quota di anziani rischia di sfuggire ai radar delle Asl. Gli «irraggiungibili» — spesso per difficoltà geografiche — rappresentano il 5% del totale secondo alcune stime, circa un quarto del 20% di ultraottantenni che non hanno ricevuto almeno una dose di vaccino. Sono al lavoro unità mobili sanitarie col supporto di volontari della Protezione civile per interventi a domicilio. Ma fonti della struttura commissariale guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo
riscontrano alcune difficoltà burocratiche a causa di banche dati anagrafiche non sempre aggiornate, complicate dalla polverizzazione del nostro sistema sanitaria diviso in venti regioni.
L’obiettivo delle 500 mila inoculazioni al giorno, ritenuto raggiungibile a fine aprile (negli scorsi tre giorni la media è stata di circa 350 mila punture) resta confermato. Oggi si terrà una videoconferenza tra il commissario Figliuolo e i vertici della Conferenza delle regioni. Si farà il punto sulle consegne previste entro fine mese. L’Italia attende altre 6 milioni di dosi, di cui 3 milioni da Pfizer, 400 mila da Moderna, 320 mila da Johnson&Johnson (oltre alle 182 mila ferme da giorni a Pratica di Mare in attesa del parere dell’Ema), 2,2 milioni da AstraZeneca (ieri ne sono arrivate 430 mila nell’aeroporto militare, hub nazionale di smistamento per tutti i vaccini tranne per il farmaco di Pfizer che gestisce da sé la distribuzione). Se gli approvvigionamenti dovessero essere confermati si potrà salire alla velocità di crociera delle 500 mila somministrazioni giornaliere, numero da mantenere fino all’estate.
Secondo le proiezioni tra agosto e settembre potrebbe essere vaccinato il 60% della popolazione, valore che permetterebbe di spegnere progressivamente l’emergenza sanitaria. L’annuncio di Pfizer — che ieri ha comunicato di aver destinato altre 100 milioni di dosi all’Europa entro la fine dell’anno — permette di far respirare un po’ di ottimismo sul piano vaccinale anche se i farmaci a vettore virale (AstraZeneca e J&J) dovessero essere destinati solo agli over 60. Sarà la farmacovigilanza a chiarirlo nel giorno della decisione dell’Ema (a cui dovrà seguire il parere dell’Aifa) dopo la sospensione del vaccino Janssen. Ciò impatterà inevitabilmente sulle scorte. Le regioni stanno accantonando una quota tra l’8 e il 15% come riserva per garantire i richiami. Alcune, come la Puglia, lamentano di essere rimaste quasi a secco tanto da dover sospendere la «vaccinazione a sportello» tentata con successo in questi giorni in Sicilia, una delle regioni in grande ritardo sulle immunizzazioni.
Tra i 70 e i 79 anni bisognerà ora andare a tappeto. La copertura è ancora bassissima: soltanto le province di Trento e Bolzano hanno vaccinato — con la prima dose — oltre il 50% dei residenti. La Basilicata solo il 13%, la Calabria il 23%, la Lombardia il 26,8%. Numeri che non autorizzano grandi entusiasmi ora che è prevista una parziale riapertura delle attività col rischio che l’Rt, l’indice di trasmissibilità, possa salire.
Da ieri infine la struttura commissariale ha deciso di assegnare al personale penitenziario (e ai detenuti) una corsia preferenziale per proteggerli dal virus.