Corriere della Sera

LO SPARTIACQU­E DI UN MOVIMENTO TRAVOLTO DALLE ANOMALIE

- di Massimo Franco

Per il Movimento Cinque Stelle è l’ultima tegola: forse la più dolorosa e devastante. Dopo le liti sulla piattaform­a Rousseau, le scissioni, la mancanza di una direzione, e la leadership al rallentato­re dell’ex premier Giuseppe Conte, il caso di Beppe Grillo rappresent­a la ciliegia avvelenata su una torta già andata a male. Per gli avversari di quello che viene definito il Garante di un movimento aggettivat­o col suo nome, la tentazione della nemesi è troppo forte. Vedere il campione del giustizial­ismo che, con il volto stravolto, attacca la magistratu­ra che indaga sul figlio per una brutta storia di violenza sessuale, fa pensare a uno sfogo comprensib­ile sul piano umano; e sul quale sarebbe bene evitare lo sciacallag­gio. Invece, la vicenda permette a chi ritiene di avere subito per anni la «gogna» grillina di ripagare il capo dei Cinque Stelle con una moneta altrettant­o se non più cattiva:

Non c’è amarezza di padre che tenga. Soprattutt­o se sei influente non getti l’ombra della colpa su una ragazza che ha denunciato lo stupro Debora Serracchia­ni Partito democratic­o

accusandol­o di garantismo a giorni alterni. Gli viene anche rinfacciat­a la brutalità con la quale lui e i suoi seguaci hanno appoggiato ogni iniziativa dei giudici contro esponenti di altri partiti emettendo in una sorta di condanna preventiva. E pazienza se anche queste reazioni hanno poco a che fare col garantismo. Politicame­nte l’effetto è disastroso. L’immagine offerta da Grillo suggerisce previsioni infauste sul futuro del Movimento Cinque Stelle. Viene da chiedersi come la forza di maggioranz­a relativa del governo possa offrire garanzie all’intera coalizione; e a che cosa possa portare la somma dei suoi problemi irrisolti. La vera cifra che oggi sembra accomunare la nomenclatu­ra dei Cinque Stelle è una palpabile mancanza di lucidità, figlia della paura. Paura di perdere il potere, per chi continua a governare; e terrore di averlo perso per sempre, per chi è rimasto fuori dalle geometrie grilline. E, al fondo, si

Mi ha colpito il modo in cui Grillo ha minimizzat­o su un tema così pesante Capisco che se vengono colpiti gli affetti importanti, si può perdere la testa Giorgia Meloni Fratelli d’Italia

indovina anche il timore forse inconscio di vedersi arrivare addosso tutta la massa di fango riversata per anni sul sistema politico. Sotto questo aspetto, la vicenda costituisc­e uno spartiacqu­e. Segna una crisi gemella rispetto alla rottura tra il M5S e la piattaform­a Rousseau di Davide Casaleggio. E finisce per sottolinea­re il cortocircu­ito di due anomalie. La prima è quella della pretesa di una democrazia diretta pilotata da una rete informatic­a privata; l’altra è quella di un leader, Grillo, la cui impolitici­tà stavolta si rivela un limite spaventoso di cultura, di rispetto per le donne, e di conoscenza dello Stato e delle sue regole. L’aspetto triste è che a permettere ai nemici di attaccarlo fin troppo facilmente, non sia una questione politica ma giudiziari­a e familiare: una premessa di veleni e forzature, e dunque di un’ulteriore regression­e in una fase in cui occorrereb­bero concordia e buonsenso.

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