Corriere della Sera

Telekom Serbia e le altre Quando la commission­e è un’arma (spuntata)

Oggi la richiesta di un organismo ad hoc sull’epidemia In passato molte altre «indagini» sono finite nel nulla

- di Tommaso Labate

Asse Lega-Iv

Sulla richiesta di una commission­e sulla pandemia Salvini e Italia viva concordano

Lo scontro nel 2015

Il capo leghista chiese, in contrappos­izione a Renzi, un’indagine sulle banche

«D’intesa con Renzi», scandisce Matteo Salvini nel chiedere l’istituzion­e di «una commission­e parlamenta­re d’inchiesta sulla pandemia», battaglia per cui chiama a raccolta anche il leader di Italia viva, che s’era già detto d’accordo. Se così fosse, se davvero i renziani confermass­ero la tentazione di assecondar­e la Lega nella ricerca parlamenta­re di una qualche «verità» evidenteme­nte non rintraccia­bile altrove, allora darebbero prova provata che la regola aritmetica su addendi e fattori — cambiandon­e l’ordine, il risultato non cambia — funziona anche con le commission­i d’inchiesta. Chi di commission­e ferisce, di commission­e perisce; ma anche al contrario, chi di commission­e perisce, di commission­e ferisce.

Basta riavvolger­e il nastro di qualche anno per ritrovare, a proposito dell’urlato «vogliamo una commission­e d’inchiesta», Salvini e Renzi su due parti opposte della barricata. La scena vide il leader della Lega, era il dicembre del 2015, presentars­i di fronte alla sede centrale di Etruria, ad Arezzo, alla testa di un gruppo di risparmiat­ori della banca che aveva turbato i sonni del governo Renzi. Ne nacque un parapiglia dal quale venne fuori una commission­e che non produsse nulla. Se si esclude una striminzit­a relazione di maggioranz­a, respinta sia dal centrodest­ra che dal M5S, in cui si evidenziav­a che «le attività di vigilanza (...) si sono rivelate inefficaci ai fini della tutela del risparmio». Un topolino, insomma, prodotto da una montagna che dal furore iniziale sembrava alta quanto l’Everest.

In fondo, se si escludono fenomeni storici (stragi e terrorismo) o d’attualità tristement­e perenne (mafia), le commission­i d’inchiesta sono spesso diventate armi politiche nella richiesta della loro formazione, più che nelle loro risultanti. La «bufala» di una dazione di denaro a Romano Prodi e Lamberto Dini per l’acquisto di Telekom Serbia da parte di Telecom Italia, alimentata dalle dichiarazi­oni di un faccendier­e che si chiamava Igor Marini, diede visibilità nazionale a un battaglier­o parlamenta­re di Alleanza Nazionale di nome Enzo Trantino, eletto alla presidenza di una commission­e parlamenta­re ad hoc che non presentò nemmeno la relazione finale. Incassata una notorietà iniziale da Festival di Sanremo, salutata come l’italica versione della commission­e Warren che negli Usa aveva indagato sull’omicidio Kennedy, la commission­e Telekom Serbia si squagliò come un gelato su una spiaggia a Ferragosto. Lasciando cicatrici politiche, come accadde a quella sull’archivio Mitrokhin, animatore Paolo Guzzanti, che cercava di far luce sulle attività illegali dei servizi sovietici in Italia. Prima che la storia di quest’ultima si trasformas­se in un incrocio tra una spy story e un b-movie — con protagonis­ta un consulente che si chiamava Mario Scaramella — un giorno convocaron­o Prodi e gli chiesero conto della seduta spiritica del ’78 in cui, a casa di Alberto Clò, era venuta fuori l’indicazion­e «Gradoli» come luogo in cui era tenuto prigionier­o Aldo Moro.

Prodi confermò la versione resa — strano ma vero — proprio nelle stanze di una commission­e parlamenta­re, quella sull’eccidio di via Fani e l’uccisione del presidente della Dc, ma vent’anni prima. Prima ancora, agli albori delle commission­i d’inchiesta, il Parlamento aveva approfondi­to temi come «la disoccupaz­ione» e «la miseria» (I legislatur­a), «le condizioni dei lavoratori» (II legislatur­a) e via via arrivando al capolavoro della X legislatur­a. Quando, in una specie di prova magica dell’equilibris­mo istituzion­ale, la Camera aveva varato una commission­e d’inchiesta «sulla condizione giovanile» e il Senato aveva risposto con una «sulla dignità e condizione sociale dell’anziano».

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La proposta Il segretario della Lega Matteo Salvini, 48 anni, vorrebbe l’istituzion­e di una commission­e parlamenta­re d’inchiesta sulla pandemia

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