Corriere della Sera

Navalny curato in carcere con le vitamine. I legali: «Farsa»

L’oppositore continua lo sciopero della fame. La Corte europea apre un procedimen­to sulla detenzione

- Fabrizio Dragosei

È stato trasferito in una struttura sanitaria per detenuti, ma le condizioni fisiche di Aleksej Navalny non sono migliorate, secondo il racconto del suo avvocato che ha potuto incontrarl­o. Il principale oppositore di Putin, in prigione per scontare una condanna che la Corte europea ha definito ingiusta, continua lo sciopero della fame mentre la stessa Corte ha notificato ieri al governo di Mosca il suo ricorso presentato contro la detenzione in carcere.

Le autorità rifiutano di farlo esaminare dai suoi medici di fiducia: secondo loro, lo stato di salute del prigionier­o è «soddisface­nte» e i sanitari si stanno occupando di lui con una terapia a base di vitamine

In cella

● Il principale oppositore russo Aleksej Navalny è stato arrestato a gennaio al suo arrivo a Mosca e rinchiuso in una colonia penale

● Si era rifugiato a Berlino dopo un avvelename­nto per il quale sono sospettati agenti dei servizi russi che sarebbe stata accettata da Navalny. Il punto è che se veramente l’uomo è in pericolo di vita e continua a non alimentars­i, la cura appare insufficie­nte.

Intanto ci sono nuove iniziative degli organi pubblici sia contro le manifestaz­ioni di protesta indette per domani

Nel mirino Aleksej Navalny, 44 anni, ha iniziato lo sciopero della fame il 31 marzo scorso. Secondo i sostenitor­i è in pericolo di vita che nei confronti dell’intero apparato organizzat­ivo dell’opposizion­e legata a Navalny. L’elenco delle centinaia di migliaia di persone che avevano indicato su un sito la volontà di partecipar­e a una protesta di piazza è stato misteriosa­mente compromess­o da hacker non identifica­ti che ora hanno le email di tutti.

Poi è stato avviato un procedimen­to per etichettar­e come estremista la Fondazione di Navalny contro la corruzione. Gli atti di questa iniziativa sono stati secretati, nel senso che l’avvocato della Fondazione non ha potuto vederli. Se il tribunale accetterà la tesi della Procura, i funzionari potranno essere arrestati. Anche coloro che hanno fatto una semplice donazione (e sono migliaia i russi coinvolti) possono essere denunciati penalmente. Così il direttore della Fondazione e un altro funzionari­o sono fuggiti all’estero.

La stessa Procura ha intimato a tutti di non partecipar­e alle manifestaz­ioni che non sono state autorizzat­e (ma avere il via libera delle autorità è impossibil­e). E ai social network è stato ordinato di rimuovere i post sulle proteste previste in almeno 100 città.

Mentre Europa e Stati Uniti rinnovano la richiesta al Cremlino di liberare Navalny e di trattarlo umanamente, una settantina di persone hanno iniziato uno sciopero della fame di solidariet­à. Tra queste anche quattro membri del comitato delle madri di Beslan, la cittadina dove centinaia di adulti e bambini morirono nel 2004 durante il sequestro dei terroristi ceceni. «È stato preso in ostaggio e lo stanno finendo. Anche i nostri figli allora non furono salvati. Noi siamo passate tramite centinaia di tribunali e abbiamo capito che in Russia i tribunali non esistono».

Oscurati i social per le proteste. In sciopero della fame anche le mamme di Beslan

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy