Navalny curato in carcere con le vitamine. I legali: «Farsa»
L’oppositore continua lo sciopero della fame. La Corte europea apre un procedimento sulla detenzione
È stato trasferito in una struttura sanitaria per detenuti, ma le condizioni fisiche di Aleksej Navalny non sono migliorate, secondo il racconto del suo avvocato che ha potuto incontrarlo. Il principale oppositore di Putin, in prigione per scontare una condanna che la Corte europea ha definito ingiusta, continua lo sciopero della fame mentre la stessa Corte ha notificato ieri al governo di Mosca il suo ricorso presentato contro la detenzione in carcere.
Le autorità rifiutano di farlo esaminare dai suoi medici di fiducia: secondo loro, lo stato di salute del prigioniero è «soddisfacente» e i sanitari si stanno occupando di lui con una terapia a base di vitamine
In cella
● Il principale oppositore russo Aleksej Navalny è stato arrestato a gennaio al suo arrivo a Mosca e rinchiuso in una colonia penale
● Si era rifugiato a Berlino dopo un avvelenamento per il quale sono sospettati agenti dei servizi russi che sarebbe stata accettata da Navalny. Il punto è che se veramente l’uomo è in pericolo di vita e continua a non alimentarsi, la cura appare insufficiente.
Intanto ci sono nuove iniziative degli organi pubblici sia contro le manifestazioni di protesta indette per domani
Nel mirino Aleksej Navalny, 44 anni, ha iniziato lo sciopero della fame il 31 marzo scorso. Secondo i sostenitori è in pericolo di vita che nei confronti dell’intero apparato organizzativo dell’opposizione legata a Navalny. L’elenco delle centinaia di migliaia di persone che avevano indicato su un sito la volontà di partecipare a una protesta di piazza è stato misteriosamente compromesso da hacker non identificati che ora hanno le email di tutti.
Poi è stato avviato un procedimento per etichettare come estremista la Fondazione di Navalny contro la corruzione. Gli atti di questa iniziativa sono stati secretati, nel senso che l’avvocato della Fondazione non ha potuto vederli. Se il tribunale accetterà la tesi della Procura, i funzionari potranno essere arrestati. Anche coloro che hanno fatto una semplice donazione (e sono migliaia i russi coinvolti) possono essere denunciati penalmente. Così il direttore della Fondazione e un altro funzionario sono fuggiti all’estero.
La stessa Procura ha intimato a tutti di non partecipare alle manifestazioni che non sono state autorizzate (ma avere il via libera delle autorità è impossibile). E ai social network è stato ordinato di rimuovere i post sulle proteste previste in almeno 100 città.
Mentre Europa e Stati Uniti rinnovano la richiesta al Cremlino di liberare Navalny e di trattarlo umanamente, una settantina di persone hanno iniziato uno sciopero della fame di solidarietà. Tra queste anche quattro membri del comitato delle madri di Beslan, la cittadina dove centinaia di adulti e bambini morirono nel 2004 durante il sequestro dei terroristi ceceni. «È stato preso in ostaggio e lo stanno finendo. Anche i nostri figli allora non furono salvati. Noi siamo passate tramite centinaia di tribunali e abbiamo capito che in Russia i tribunali non esistono».
Oscurati i social per le proteste. In sciopero della fame anche le mamme di Beslan