Esplosioni, veleni e armi La guerra dell’Unità 29155, le spie killer di Mosca
Da Skripal fino a Montenegro e Siria: così colpisce la Russia
Èuna guerra di ombre, dove vale tutto. Verità, bugie, propaganda e soprattutto quella che un veterano chiamava «la natura selvaggia dello spionaggio». C’è questo e di più nel caso della misteriosa Unità 29155, lo speciale braccio armato del Gru, il servizio militare russo.
Praga ha accusato un team di questo reparto di aver sastringono botato un deposito di munizioni nel 2014. Un’azione condotta dagli stessi uomini coinvolti nell’attacco contro l’ex collega Skripal in Gran Bretagna. Uno dei tanti «lavori» affidati ad un nucleo uscito dal 161esimo centro di formazione dell’apparato.
È una lunga storia. E allora dobbiamo tornare a 7 anni fa, quando il sito di Vrbetice, nell’est della Repubblica Ceca, è devastato da una serie di deflagrazioni. Saltano in aria tonnellate di esplosivi, muoiono due operai. In quel momento si privilegia la tesi dell’incidente. L’episodio resta in sonno. Lo risvegliano un anno fa nuove indagini, innescate da scambi di informazioni. Il controspionaggio si concentra su una coppia di persone che avevano chiesto di poter visitare il deposito. I due sono arrivati a Praga con un volo diretto da Mosca e sono ripartiti cinque giorni dopo alla volta di Vienna. Per i loro spostamenti hanno usato documenti falsi, uno intestato a Ruslan Tabarov, tagiko, e il secondo a Nicolaj Popa, moldavo. Email inviate alla ditta forniscono tracce che diventeranno utili per smascherarli.
Le successive verifiche reil campo. Le agenzie di sicurezza cercano Alexander Petrov e Ruslan Boshirov, in realtà si tratta di Alexander Mishkin e Anatoly Chepiga, appartenenti al Gru. Sono sempre stati loro — è l’accusa — ad aver cercato di uccidere con il potente Novichock Sergei Skripal, e la figlia Yulia, a Salisbury, nel 2018. Quella vicenda è l’inizio di un filo che porta a rivelazioni americane. Mosca ha schierato in Europa una squadra per missioni particolari — accusano gli alleati —, è appunto l’Unità 29155, nata nel 2008 con il reclutamento di veterani di molti conflitti. Fonti francesi aggiungono che usano come snodo logistico l’Alta Savoia. Chamonix, Evian, Annemasse sono i rifugi temporanei per gli agenti, da qui muovono usando gli scali di Nizza, Roissy, Lione, con soggiorni a Ginevra e Cannes. Una presenza rilevata dagli 007 occidentali, ma che non ha impedito al Cremlino di agire nei confronti degli avversari all’estero. Perché a questo che servono gli «esecutori», per la stessa ragione sono stati mandati nella Repubblica Ceca.
Il movente del sabotaggio a Vrbetice — sostengono la autorità — è un segnale a mercanti di armi che rifornivano l’Ucraina o i ribelli siriani acquistando materiale ceco. Possibile anche che la bomba dovesse detonare durante un trasferimento. E riemerge un personaggio, il bulgaro Emilian Gebrev: nel 2015 è stato ricoverato un mese in ospedale dopo una cena a Sofia. Lui ha denunciato un tentativo di avvelenamento, teoria condivisa da molti, anche se la magistratura di Sofia ha sospeso l’indagine.
L’Unità è chiamata in causa per altre vicende di destabilizzazione, compreso un presunto tentativo di golpe in Montenegro. Si scava sull’omicidio a Berlino di un
13 gli anni trascorsi da quando è stata fondata l’Unità 29155, creata con il reclutamento di veterani
esule ceceno. Sui media europei escono nomi, volti, identità. Il dossier si amplia mentre gli agenti di Mosca vengono individuati — di recente — in Olanda, Serbia e in Italia. Nel nostro Paese sono arrestati un ufficiale francese in servizio al Comando atlantico di Napoli e il capitano di fregata Walter Biot. Sono filoni investigativi distinti da quelli della cellula, ma alimentano lo scontro.
Praga ha deciso di espellere diciotto membri dello staff dell’ambasciata russa, la Russia ha fatto altrettanto. Misure in un duello dove non esiste la parola tregua. Restano ovviamente gli interrogativi. Ci si chiede perché il Gru abbia continuato ad usare gli stessi elementi in un’epoca dove i controlli incrociati — anche elettronici — possono essere molto efficaci. Inoltre i presunti attentatori sono stati incauti nel raggiungere il territorio ceco con un volo diretto dalla Russia. Di solito sono adottati percorsi con triangolazioni. Alcuni degli errori hanno spinto a ipotizzare faide tra servizi russi e sulle rivelazioni praghesi pesano contrasti di politica interna, compresa l’idea di acquistare il vaccino Sputnik.
Gli esperti non ignorano il contesto, però offrono una spiegazione pragmatica. È un conflitto, dove alla fine conta il risultato. Tanto è vero che Mosca ha premiato gli uomini dell’Unità 29155.