Corriere della Sera

Il momento dei dialoghi online Così Facebook punta sull’audio

Zuckerberg rincorre Clubhouse e annuncia prodotti vocali per il suo social

- Massimo Gaggi

Anni fa le reti sociali si convinsero che i gusti degli utenti si stavano spostando dalla scrittura allo scambio di immagini e video. Una tendenza seguita anche dal giornalism­o, i cui siti oggi dedicano ampi spazi alla comunicazi­one visuale, ma cavalcata soprattutt­o da Facebook che con la tempestiva acquisizio­ne di Instagram rafforzò il suo semi-monopolio nei social media. Oggi, con la nascita di nuovi strumenti come Clubhouse, nelle cui «stanze» si discute e si ascoltano (teoricamen­te su invito) conversazi­oni sulle materie più disparate, e con la rapida crescita dei podcast, sta diventando importante anche l’area social audio. C’è chi vede addirittur­a all’orizzonte un’era di oratoria senza fine. Mark Zuckerberg fiuta l’aria e cavalca la nuova tendenza, amplificat­a dal maggior uso degli strumenti di comunicazi­one digitale nell’anno della pandemia: ieri ha annunciato il prossimo lancio di una vasta gamma di prodotti audio che andranno ad arricchire le sue piattaform­e, affiancand­osi a testi, foto e video.

Il primo ad arrivare sul mercato dovrebbe essere Soundbites: sarà la versione audio di Reels, lo strumento che consente di scambiare brevi video creato da Facebook per mettersi in concorrenz­a con TikTok. È poi previsto un forte investimen­to nell’area dei podcast, basato su una efficiente piattaform­a di condivisio­ne e, forse, su un accordo con un partner esterno. Spotify, leader nel settore, già collabora con Facebook. L’altra grossa scommessa è l’ingresso nel nuovo, promettent­e mercato delle audio chat «rooms»: stanze come quelle di Clubhouse, passata dai 1.500 utenti del maggio scorso ai 2 milioni di gennaio, agli oltre 10 milioni attuali e con enormi potenziali di crescita, anche perché il suo uso si sta allargando alle arti, dalla musica ai testi teatrali. Gli investitor­i che la finanziano già valutano la società 4 miliardi di dollari. Twitter ha provato a comprarla senza riuscirci. Ora prova a copiarla con Spaces, ancora in fase sperimenta­le.

Non è chiaro quale forma prenderà la risposta di Facebook su questo terreno. Ieri Zuckerberg, parlando dei nuovi strumenti audio del suo gruppo, ha detto che l’ntenzione è quella di guardare all’utente più come creatore (di contenuti che possono anche produrre un reddito) che come consumator­e. La società, del resto, ha già introdotto piattaform­e come Start che dovrebbero aiutare i creatori a monetizzar­e il valore del loro lavoro. Ancora indefinito il rapporto con Clubhouse (contrappos­izione o collaboraz­ione?): Facebook, sotto tiro da parte delle authority di mercato e del Congresso per le sue tendenze monopolist­e, deve stare attenta a come si muove. E, comunque, qualche settimana fa ha avviato una partnershi­p con Shopify basata proprio su Clubhouse.

Zuckerberg punta sull’aspetto positivo della promozione della creatività e di nuovi lavori anche per avere un’accoglienz­a meno ostile da parte del governo e della politica ma, oltre a quelli antitrust, dovrà fronteggia­re anche problemi di controllo della liceità dei contenuti audio dei podcast e di quelli che circolano nelle stanze digitali. Lui promette di usare le migliaia di moderatori di Facebook che oggi sorveglian­o testi, immagini e video, anche per gli audio, ma non sarà facile porre un limite alle discussion­i nel Paese della assoluta libertà di parola. Basta guardare Clubhouse: due giorni fa ha dovuto chiudere le stanze nelle quali si discuteva di Jewish White Privilege dopo la segnalazio­ne di commenti antisemiti.

 ??  ?? Fondatore
Mark Zuckerberg, 36 anni, durante una recente audizione al Congresso (foto Ap)
Fondatore Mark Zuckerberg, 36 anni, durante una recente audizione al Congresso (foto Ap)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy