Sostenibilità, dieci anni in una vettura-simbolo La sfida dell’azienda comincia dalla fabbrica
La Q4 e-tron e i traguardi carbon neutral fantascientifici
Prima alla Biblioteca degli Alberi con la Q4 etron, poi nel Quadrilatero della Moda anche con la Rs e-tron Gt: due luoghi evocativi di una Milano che sogna la ripresa. Per l’anteprima mondiale del suo nuovo modello e l’esposizione della sportiva di punta, ambite da altre metropoli, Audi ha scelto la città dove ha costruito nel tempo un binomio che ha dato vita a importanti eventi e momenti di comunicazione con installazioni visionarie, aperti spesso al pubblico e in location uniche.
In particolare durante il Salone del Mobile, quando ha mostrato le proprie idee sul design e in generale sul «saper fare» automobilistico che da anni vede la Casa tedesca in prima fila. La Q4 e-tron è una perfetta sintesi della visione: stile inconfondibile, tecnologia al top, propulsione elettrica.
Un’auto di tendenza che riesce a percorrere 520 km a zero emissioni, ma anche una svolta decisiva nel progetto Audi sui modelli elettrici: debutta in un segmento ad alta competitività come quello delle Suv compatte, non è un prodotto di nicchia come la pioniera e-tron o la già citata etron Gt.
E rappresenta la migliore espressione dell’impegno della Casa sull’ambiente, che non si limita alla motorizzazione elettrica insieme alla second life delle batterie. «Quello che facciamo oggi è figlio di un processo iniziato dieci anni fa che ha messo l’utente e la sostenibilità al centro. E in questo lungo periodo abbiamo imparato che, soprattutto alle nuove generazioni, non importa più solo cosa fai e come lo fai. Ma anche quanto sei diventato inclusivo rispetto ad altri settori o ad altre competenze» spiega Fabrizio Longo, direttore Audi Italia.
La Casa ha fissato l’obiettivo di creare ben 1,2 tonnellate di CO2 in meno per ogni vettura prodotta da qui a cinque anni e si sta lavorando sugli stabilimenti per renderli tutti carbon neutral, vedi quello di Zwickau (in Germania) dove si costruisce la Q4 e-tron. Le idee non mancano, parecchie già operative: la sede di Ingolstadt risparmia ogni anni mezzo milione di metri cubi d’acqua e il sito messicano di San Josè Chiapa produce senza acqua di scarto.
Con il riciclo dell’alluminio si è arrivati a usare ben il 95% di energia in meno rispetto al passato con il record dello stabilimento di Neckarsulm (Germania) in cui sono state risparmiate 150mila tonnellate di CO2. Le bottiglie in Pet riciclate e le reti di pesca dismesse finiscono nella produzione di sedili e rivestimenti interni.
Audi ha poi messo a punto l’impianto fotovoltaico a tetto più ampio in Europa. Realizzato in collaborazione con E.On, è installato sopra i due centri logistici di Gyor e occupa una superficie complessiva di 160mila mq, con 36.400 celle solari e potenza a picco di 12 megawatt.
È dall’inizio del 2020 che lo stabilimento magiaro utilizza esclusivamente fonti rinnovabili: il 70% del fabbisogno viene soddisfatto da energia geotermica, mentre la quota rimanente è affidata al biogas. C’è ancora il progetto (quasi) da fantascienza, con la startup svizzera Climeworks: convertire l’anidride carbonica. Si tratta, in sintesi, di catturare l’aria dall’ambiente, filtrare la CO2 e trasportarla nel sottosuolo, dove attraverso un processo naturale si trasforma in roccia. La sperimentazione è stata avviata in Islanda, dove Climeworks ha costruito un impianto che filtra sino a 4.000 tonnellate di anidride carbonica l’anno e le mineralizza sottoterra. Il primo vantaggio è che una parte di quella CO2, un migliaio di tonnellate, vengono conteggiate nel bilancio di sostenibilità di Audi.
Il secondo è fornire un contributo effettivo alla salvaguardia dell’ambiente. «È la ricerca di un rapporto equilibrato con il progresso: se il processo a monte di un’auto venduta come rispettosa dell’ambiente è inquinante, non c’è reale sostenibilità» conclude Longo.
Il direttore Audi Italia
Longo: «Un’auto che rispetta l’ambiente non ha senso se il processo per costruirla inquina»