«Così difendo le mie idee»
Gli incontri musicali del «Corriere» e Radio Italia Mannoia: «Mi definisco cantante-parlante perché mi espongo in prima persona Sanremo? È un palco che mi ha segnato»
La tragedia della sanità e della scuola in Brasile. Il sostegno alla Caritas per il diritto all’abitazione. Le lodi a Mimmo Lucano. Lo stop dell’embargo a Cuba. L’omaggio a Liliana Segre. Una frecciata a Formigoni per il vitalizio ripristinato. I diritti dei braccianti. Una settimana nel profilo Twitter di Fiorella Mannoia è un riassunto dell’agenda politica del momento. E oggi è lei la protagonista del terzo Artista Day, l’iniziativa di Corriere e Radio Italia che per una giornata intera celebrano un protagonista della nostra canzone.
Nella bio di Twitter si definisce «cantante-parlante».
«Da sempre mi espongo con le mie opinioni, giuste o sbagliate sono le mie».
«Pensa a cantare»... quante volte glielo scrivono?
«Mi fa girare le scatole. Non capisco, a un dentista scrivono “pensa a cavare i denti?”. È una cosa molto italiana, in America i personaggi del mondo dello spettacolo si spendono senza che questo crei scandalo. A noi rimproverano
Le carte
Con una app sul burraco sfido spesso Panariello, abbiamo una chat dedicata a questo gioco
di muovere le masse. Fosse vero saremmo al Governo da anni. Ma, e aggiungo giustamente, la gente non si lascia influenzare».
Si limitano al «pensa a cantare» o arriva di peggio?
«Lì non perdo tempo a rispondere. Blocco e basta. Sono a casa mia e non accetto certi comportamenti».
Sempre sui social ha svelato anche il suo lato leggero... i pasticci in cucina...
«... il tempo che passo con i vari giochini sullo smartphone: Ruzzle, i pesciolini, burraco...».
A burraco, con le carte in mano, sfidava i colleghi nelle pause delle manifestazioni. Come ci gioca ora?
«C’è una app e sfido spesso Panariello, abbiamo una chat dedicata a quello e alle figurine premio...».
Sabato era con i lavoratori dello spettacolo per Bauli in piazza e nei giorni scorsi ha annunciato lo slittamento del suo tour: come vede la situazione?
«Spero di poter fare qualche concerto più piccolo durante l’estate con delle capienze che, sebbene ridotte, permettano di lavorare».
Le prime cose che farà quando verranno allentati divieti?
«Sento la mancanza della vita normale. Prendere il cappuccino al bar, invitare amici a cena... Però quello che mi manca di più, ma so che per quello dovrò aspettare di più, è il contatto fisico con il pubblico quando a fine concerto scendo in platea e la gente mi bacia, mi tira da una parte. Mi piace quel calore fisico, non ne posso più di salutare la gente col gomito».
Il titolo dell’ultimo album, «Padroni di niente», è anche un riferimento alla pandemia. Come è cambiato in questi mesi quel concetto?
«Si è rafforzato. E più passa il tempo più vediamo a che rischi ci siamo esposti giocando con la natura. Temo che questa sarà la prima di tante pandemie. Ho visto su Rai3 l’inchiesta Indovina chi viene a cena di Sabrina Giannini che mostra come in tema di rapporto con gli animali, dagli allevamenti intensivi alla promiscuità, abbiamo tirato la corda».
Vegana?
«No, ma mangio poca carne per scelta».
A febbraio si è sposata con Carlo Di Francesco...
«Dopo 15 anni ci siamo detti: “perché no?”. L’abbiamo fatto in periodo Covid anche per evitare che qualcuno si offendesse per il mancato invito: eravamo in 8-10, niente paparazzi. Al “vuoi tu prendere” ci scappava da ridere».
Cambia qualcosa?
«Solo la fede (e mostra l’anulare ndr). E quando discutiamo posso minacciarlo: “guarda che divorzio”».
Il suo debutto fu a Castrocaro nel 1968. Ricordi?
«Avevo 14 anni, quello è l’inizio ufficiale. Ma già a 7 anni mi esibivo in pubblico partecipando a concorsi canori. Ho passato più tempo su un palco che sulla terraferma. Sanremo è il palco che mi ha sempre segnato. La prima parola che mi viene in mente è terrore. L’ho provato anche il mese scorso con le colleghe di Una, nessuna, centomila: sono arrivata in scena col fiato corto anche se non dovevo cantare».
All’Ariston la prima volta fu nell’81 con «Caffè nero bollente», canzone che per anni non ha fatto dal vivo. Quando ci ha fatto pace?
«Quello è stato il Sanremo più incosciente: non avevo nulla da perdere. Per un periodo però non sono più riuscita a riconoscermi in quella canzone, come non mi riconoscevo in quei pantaloni in pelle e camicia dorata. Da una decina d’anni l’ho ripresa e adesso è il momento rock dello spettacolo».
Gli inviti
Mi sono sposata nel periodo Covid così nessuno si è offeso per il mancato invito