«Sono attore per caso Anch’io volto italiano»
Giuseppe Dave Seke, protagonista della serie «Zero»
Èla prima serie italiana con protagonisti giovani neri, italiani di seconda generazione. Gli otto primi episodi di Zero, liberamente ispirata al romanzo Non ho mai avuto la mia età di Antonio Dikele Distefano, arrivano su Netflix domani. E l’obiettivo, dichiarato, è che sia l’ultima volta che se ne parli per questo. I ragazzi come i protagonisti — Omar, Momo, Sara, Inno, Sharif — sono semplicemente italiani.
«Un po’ la mia storia, giovani cresciuti — come sottolinea Distefano che ha scritto la serie, creata da Menotti, con Stefano Voltaggio, Massimo Vavassori, Lisandro Monaco e Carolina Cavalli — lontano dal centro dell’attenzione, invisibili». Diretta da Paola
Randi, Margherita Ferri, Ivan Silvestrin e Mohammed Hossameldin, Zero mescola i piani, realismo e fantastico, e stereotipi. L’orgoglio di appartenenza al loro barrio — è girato alla Barona — li spingerà a agire, convinti che «il mondo si prende cura di te se tu ti prendi cura degli altri».
Il protagonista Giuseppe Dave Seke — Omar, rider, grande appassionato di fumetti e manga giapponesi, che diventerà Zero, umanissimo supereroe capace di trasformare l’invisibilità in superpotere — concorda. «Penso che la serie sia una grande opportunità per le seconde generazioni, per fare spazio a storie che vanno raccontate, rimaste finora nell’ombra. Il mondo va rapido, certi cambiamenti in corso non si possono fermare». Merito di Zero, sostiene, è mostrarli nella loro quotidianità. «Sottolineare troppo la diversità rischia di sottolinearla. I miei vicini di casa mi chiamano Giuseppe, non nero».
Nato a Padova, cresciuto nel quartiere Pontevigodarzere, origini congolesi, non si sognava di debuttare come attore. «A volte non ci accorgiamo delle nostre potenzialità, come succede a Omar, servono altri che ti facciano capire che il tuo potere può essere usato per qualcosa di grande. Mi ci rivedo. Prima esperienza attoriale, non pensavo di potercela fare». Al provino è arrivato per caso. «Sembra una favola. Un amico mi aveva detto del post di Dikele, ho mandato il video senza troppe aspettative. Mi hanno chiamato il giorno del mio compleanno. E sono arrivato a Milano, dove non ero mai stato, con leggerezza . Quando lo hanno detto che prendevano per il ruolo di Zero ho avuto dieci secondi di felicità e dodici ore di panico». Panico superato grazie al gruppo — nel cast Haroun Fall (Sharif), Beatrice Grannò (Anna), Richard Dylan Magon (Momo), Daniela Scattolin (Sara), Madior Fall (Inno), Virginia Diop (Awa), Alex Van Damme (Thierno) —, reso più coeso dalla pandemia. Il giorni di inizio delle riprese hanno coinciso con l’inizio del lockdown. «Tre mesi in hotel insieme. Ci hanno dato la super-energia che è servita a tutti nelle riprese».
«Al centro della fiction storie di giovani neri, un’opportunità per le seconde generazioni»