Pavia, gli undici cantieri di futuro
Fondazione Banca del Monte e Intesa Sanpaolo
Neuro-robotica, microelettronica e diagnostica medica in standard 5G, archeogenomica e minacce virali emergenti, linguaggi automatici, finanza responsabile. Sono alcuni dei progetti di alta formazione che l’Università degli Studi di Pavia potenzia grazie a un accordo con Intesa Sanpaolo e Fondazione Banca del Monte di Lombardia. La convenzione presentata ieri a Pavia a palazzo Brambilla, sede della Fondazione presieduta da Aldo Poli, prevede undici borse triennali all’anno per cinque cicli consecutivi .
«Grazie a questa partnership l’Università di Pavia incrementa del 10% le borse di dottorato di ricerca e riduce la distanza con le migliori università europee», ha affermato il rettore Francesco Svelto sottolineando come puntare sull’inserimento dei più giovani nell’ambito accademico sia «lungimirante e coerente con i bisogni del Paese. Sono davvero molto grato alle due importanti istituzioni al nostro fianco con convinzione e generosità». I lavori conclusi dal presidente di Intesa Gian Maria Gros-Pietro sono stati aperti dal presidente della Conferenza dei Rettori e rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta per il quale una delle lezioni della crisi pandemica «è che la formazione è una responsabilità di tutti». A orientare più di una riflessione la ricerca presentata da Daniela Viglione, direttrice scientifica di ItaliaDecide, sulla reputazione delle università italiane e i driver per lo sviluppo. La critica ai ranking è serrata e tuttavia, ha osservato, «emerge un a qualità media del nostro sistema assai elevata e competitiva nel contesto internazionale». Per questo, tra le altre cose, «è necessaria una strategia di maggiore dialogo con le società che producono le classifiche, i media che le riportano, i policy maker che ne sono influenzati».
Mario Cera, il professore che rappresenta la storia degli ultimi 30 anni delle banche pavesi, vicepresidente di Ubi prima dell’integrazione con Intesa, ha ricostruito i passaggi della lunga relazione delle istituzioni del credito con l’ateneo «non solo come interesse economico condiviso, ma come visione della Comunità». Di impatto sul territorio di riferimento dell’Ateneo (che compie i 66o anni dalla nascita) di un accordo costruito per contribuire «come fine ultimo» alla soluzione di alcuni dei principali problemi sociali».
Ha affermato Gros-Pietro nelle conclusioni: «L’innovazione digitale cambia le professioni: da qui al 2024 assumeremo 3.500 giovani e tra loro ingegneri, fisici, informatici, nel rispetto dela parità di genere, e non più solo laureati in economia o giurisprudenza». Il presidente di Intesa ha quindi richiamato le numerose iniziative della terza banca dell’eurozona nell’ambito della formazione: «La sfida è ridare all’Italia il ruolo che le spetta in Europa e nel mondo».
La convenzione quadro prevede 11 borse di studio triennali per cinque cicli consecutivi