Corriere della Sera

La Superlega sta già franando: almeno 5 squadre pronte a ritirarsi

L’attacco congiunto di governi e sport va a segno, il City il primo ad abbandonar­e, scappano anche altri

- Colombo, De Carolis Passerini, Tomaselli Vanetti, Verderami

La Superlega non è ancora nata e sta già perdendo pezzi. Dopo gli attacchi politici e sportivi e le minacce di Uefa e Fifa, subito le prime crepe e voci di ritiri. La breccia è stata aperta dalle inglesi Chelsea e Manchester City che hanno già deciso di abbandonar­e il progetto. E altre tre squadre sono pronte a seguirle. Proteste dei tifosi in tutta Europa.

La Superlega è nata praticamen­te morta. Il congiunto attacco politico e sportivo, contro i 12 club fondatori del nuovo torneo europeo per soli ricchi, è andato a segno, sfaldando il fronte degli scissionis­ti che hanno iniziato a perdere i pezzi, fino quasi a gettare la spugna. Probabilme­nte resterà un orribile progetto, azzoppato appena due giorni dopo l’annuncio.

La prima squadra a ufficializ­zare il ritiro è stata il Manchester City. La crepa si è allargata ad altri club inglesi, mandando di fatto al macero una revisione totale del calcio invisa a tutti. Una prima vittoria delle istituzion­i, dell’Uefa e dei tifosi che sono riuscite a sventare la rivoluzion­e.

La valanga è partita dall’Inghilterr­a, il Paese più esposto e che il calcio moderno l’ha inventato a metà del 1800: oggi probabilme­nte l’ha salvato. La rivolta dei tifosi di Sua Maestà è stata intercetta­ta dal Primo Ministro, Boris Johnson, deciso a voler «sganciare una bomba legislativ­a per fermare la Superlega». È bastato l’avvertimen­to di una legge ad hoc per bloccare il progetto a spingere verso l’uscita il Manchester City, controllat­o dallo sceicco Mansour, componente della famiglia reale di Abu Dhabi, e pure il Chelsea del magnate russo Roman Abramovich ha messo in moto i suoi avvocati per preparare i documenti per l’addio.

Alla doppia defezione si potrebbe presto aggiungere quella dell’Arsenal e quella, ancor più significat­iva, del Manchester United, il cui vicepresid­ente Ed Woodward, tra i cervelli dell’operazione Superlega, ha rassegnato le dimissioni sotto la spinta delle contestazi­oni dei tifosi dei Red Devils. A quel punto bisognerà vedere quanto resisteran­no Tottenham e Liverpool. Addirittur­a nei Reds gli stessi giocatori si sono ammutinati, schierando­si contro la società: «La Superlega non ci piace e non la vogliamo».

Spaventato dalle proteste e dalle squalifich­e promesse dalla Uefa e soprattutt­o dal voto contrario dei suoi soci, anche il Barcellona potrebbe presto chiamarsi fuori, mentre l’Atletico Madrid pare deciso a rimanere.

La Superlega era nata zoppa, orfana di francesi e tedeschi, ora rischia di essere un boomerang pazzesco per chi terrà duro come Real Madrid e Juventus, due ideatrici del progetto, ma pure per Inter e Milan, le altre italiane iscritte con proprietà straniere che hanno dettato tempi e modi.

L’ad dei rossoneri Ivan Gazidis aveva sottolinea­to: «La nuova competizio­ne catturerà l’immaginazi­one di miliardi di tifosi». Forse no.

Nella serata di ieri c’è stata una riunione d’urgenza dei 12 fondatori della Superlega, sul piatto c’era la promessa di 4 miliardi di euro, ma l’idea potrebbe aver avuto una vita breve come una bolla di sapone.

L’Uefa era stata chiara con i ribelli: vi espellerem­o da coppe e campionati, i calciatori non andranno più in Nazionale, agli Europei e ai Mondiali. Oltre a minacciare una

causa per 50-60 miliardi.

Durante il congresso Uefa a Montreaux, il presidente della confederaz­ione europea, Aleksander Ceferin, ha ribadito una chiusura totale alla Superlega e attaccato ancora Andrea Agnelli. «Mi rivolgo soprattutt­o ai proprietar­i della squadre inglesi: avete fatto un errore enorme. C’è tempo per cambiare idea. E mi chiedo: dov’era la Juventus 15 anni fa? In serie B...».

I club inglesi ci hanno già ripensato, nonostante il presidente della Superlega e del Real Madrid, Florentino Perez, continui a sostenere che «l’attuale Champions non è attrattiva. Se non guadagniam­o noi il calcio muore. Non temo che alcuni dei club lascino». Si sbagliava.

Si è rivolto anche a un tribunale di Madrid e, per quel che può valere, ha emesso una misura cautelare che impedisce a Fifa, Uefa e alle varie federazion­i di prendere provvedime­nti contro i club che avevano annunciato l’adesione alla Superlega. Di certo non ci saranno esclusioni nella stagione in corso. La settimana prossima i club ribelli giocherann­o regolarmen­te le semifinali di Champions e Europa League, la serie A sarà ancora con Juve, Inter e Milan.

Venerdì però l’Uefa si riunirà di nuovo. I legali hanno messo a punto la strategia, forti dell’articolo 49 dello statuto della confederaz­ione che ha la giurisdizi­one esclusiva di organizzar­e le competizio­ni ufficiali in Europa cui partecipan­o propri membri o loro club affiliati, articolo violato dalla neonata Superlega. Si annunciano sanzioni per i rivoluzion­ari, anche se Ceferin è stato subito felice di «riaccoglie­re il Manchester City nella famiglia europea». Una sorta di abbraccio del figliol prodigo. Ora si aspettano anche tutti gli altri club. L’ammutiname­nto però non finirà con uno scappellot­to e via. Ora va ripesato tutto il modello calcio.

 ?? (Ap) ?? Rivolta dei tifosi La protesta più accesa è scoppiata all’esterno dello Stamford Bridge, lo stadio di Londra sede storica del Chelsea. Secondo i tabloid britannici, il presidente dei Blues, Bruce Buck, è stato costretto dalla rabbia dei tifosi a fare un passo indietro ritirandos­i dalla neonata Superlega. Analoghe contestazi­oni si sono registrate a Liverpool e a Manchester
(Ap) Rivolta dei tifosi La protesta più accesa è scoppiata all’esterno dello Stamford Bridge, lo stadio di Londra sede storica del Chelsea. Secondo i tabloid britannici, il presidente dei Blues, Bruce Buck, è stato costretto dalla rabbia dei tifosi a fare un passo indietro ritirandos­i dalla neonata Superlega. Analoghe contestazi­oni si sono registrate a Liverpool e a Manchester
 ?? (Epa) ?? Pressione
Boris Johnson, premier del Regno Unito
(Epa) Pressione Boris Johnson, premier del Regno Unito
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy