L’incredibile video di Grillo sul banco degli imputati
Ciro torna sui social e rilancia il filmato, insulti sul web. La madre lo difende. Duello con Boschi
Prima il video di Beppe Grillo. Poi il post della moglie Parvin Tadjik in difesa del figlio Ciro accusato di violenza sessuale. Ieri l’intervento di Giuseppe Conte. Che si «smarca» pur comprendendo «l’angoscia di un padre», ma ci sono altre persone «che vanno protette. Attendiamo il lavoro dei magistrati».
Lo attendevano tutti Giuseppe Conte sul «caso Grillo». E alla fine l’ex premier, che sta tentando di traghettare il Movimento Cinque Stelle verso una nuova fase politica, ha scritto un messaggio con il quale si «smarca» dal Garante e pur comprendendo «le preoccupazioni e l’angoscia di un padre», ricorda che nella vicenda sono coinvolte «anche altre persone, che vanno protette e il cui dolore va rispettato, vale a dire la presunta vittima, la giovane ragazza e i suoi familiari».
In questa storia, continua Conte, «vi è un principio fondamentale che non possiamo mai perdere di vista: l’autonomia e il lavoro della magistratura devono essere sempre rispettati. Attendiamo che i magistrati facciano le loro verifiche». Anche perché «con il Movimento mi accomunano da sempre queste due convinzioni: ritenere indiscutibile il principio dell’autonomia della magistratura e considerare fondamentale la lotta contro la violenza sulle donne».
Il giorno successivo allo «sfogo» di Grillo — in un video in difesa del figlio Ciro, indagato assieme ad altri tre ragazzi per violenza sessuale di gruppo su una giovanissima donna — anche la moglie del comico, Parvin Tadjik, ha voluto dire la sua ribadendo, in risposta a Maria Elena Boschi, che «la ragazza era consenziente, c’è un video che lo dimostra». La capogruppo di Iv controreplica: «Non faccio processi sui social, signora. Le sentenze le scrivono i magistrati non i tweet delle mamme». Sui social è poi lo stesso Ciro Grillo al centro di una nuova polemica, rilanciando, ieri sera, il video del padre su Instagram. In poche ore un migliaio di commenti, quasi tutti contro di lui: «Vergognati», «imbarazzante».
La vicenda è approdata anche in Parlamento. Alla Camera la deputata di FdI, Ylenia Lucaselli, chiede la convocazione della conferenza dei capigruppo. La leghista Laura Ravetto dice che il video di Grillo «cancella anni di lotte per le donne». Per Matteo Salvini, «se una donna denuncia violenze o stupro lo può fare dopo 10 minuti o 10 giorni». E Forza Italia, con Maurizio Gasparri: «Grillo era il nulla e ha dimostrato di essere il nulla assoluto. Rispetti le donne e la magistratura». Nel frattempo anche alcune donne pentastellate esprimono dissenso. L’ex ministra Elisabetta Trenta dice di comprendere il dolore di Beppe ma «sento il dovere di dire che il contenuto di quel video rinnega i nostri valori. Durante il nostro primo Governo siamo stati fieri di approvare la legge #CodiceRosso». E intervengono anche Chiara Appendino e Virginia Raggi. La sindaca di Torino torna sulla questione della denuncia presentata dalla vittima dopo otto giorni: «Non c’è un momento giusto per denunciare». Interviene anche la sindaca di Roma, sempre sullo stesso punto: «Per una donna deve esserci sempre la possibilità di denunciare».
Comprendo l’angoscia di un padre, ma ci sono anche altre persone che vanno protette, vale a dire la giovane ragazza e i suoi familiari Giuseppe Conte