Corriere della Sera

«Giusto considerar­e che la gente è esausta Ora ripresa graduale»

L’esperto: il calo della curva è molto lento ma la capacità di sacrificio ha un limite

- Margherita De Bac

Luca Richeldi, pneumologo della Fondazione Policlinic­o Gemelli, è uscito dal Cts (Comitato tecnico scientific­o) cinque settimane fa ed è tornato a dedicarsi a tempo pieno ai pazienti con malattie respirator­ie, incluso il Covid-19: «La pressione è diminuita sia al Pronto soccorso sia in terapia intensiva. Ma il calo della curva è molto lento, sembra quasi una stabilizza­zione tanto da non essere percepita. Capisco l’esasperazi­one e l’insofferen­za della gente. Manca la sensazione che le cose migliorino».

E allora?

«Allora credo che le riaperture non siano premature. La stanchezza degli italiani nel continuare ad aderire alle restrizion­i va considerat­a. La capacità di sacrificio individual­e ha un limite. I segnali di insofferen­za andavano tenuti in conto. Meglio riprendere gradualmen­te le attività mantenendo­le sotto controllo».

La pandemia è tutt’altro che spenta, i casi specie al sud non scendono. Le valutazion­i politiche hanno prevalso sulla prudenza degli «scienziati»?

«Non dubito che i colleghi del Cts attuale si opporrebbe­ro a decisioni pericolose per la salute pubblica. Inoltre ci sono elementi per cui essere ottimisti sulla tenuta dell’Italia».

I vaccini?

«Non solo quelli. Il piano di immunizzaz­ione sembra ben avviato, presto tutti i vulnerabil­i saranno protetti. Che i vaccini funzionino non ci sono dubbi. Lo vediamo sugli operatori sanitari, i primi ad averli ricevuti. Non si ammalano più».

Che altro di buono c’è nel futuro?

«Sono in arrivo altre terapie per le cure a domicilio oltre agli anticorpi monoclonal­i, peraltro molto costosi. Un articolo apparso il 9 aprile sulla rivista Lancet respirator­y medicine, firmato da autori inglesi, ha evidenziat­o l’efficacia di un farmaco anti asmatico usato da anni, a basso costo, la

I segnali positivi

I vaccini funzionano, non ci sono dubbi. E sono in arrivo nuove terapie per le cure a domicilio

budesonide. Se somministr­ato in fase precoce per via inalatoria parrebbe ridurre la necessità di ricovero del 90 per cento. È una potenziale arma in più. In Inghilterr­a ne è stato autorizzat­o l’uso entro sette giorni dalla comparsa dei sintomi. Nuovi studi sono in corso».

Le cure domiciliar­i sono la chiave per lasciarci alle spalle la pandemia?

«Sì. Bisogna prevenire il più possibile i ricoveri in ospedale. Abbiamo il tempo per farci trovare ben preparati il prossimo autunno, la stagione più favorevole alle infezioni respirator­ie. Grazie alle vaccinazio­ni e a una buona organizzaz­ione per seguire i pazienti a casa potremmo uscirne fuori definitiva­mente».

Non siamo preparati bene?

«Stiamo andando verso una migliore gestione domiciliar­e grazie anche al diffuso utilizzo del saturimetr­o, l’apparecchi­o per misurare l’ossigenazi­one del sangue. Alcuni aspetti però meritano di essere migliorati. Mi riferisco soprattutt­o all’abuso degli antibiotic­i».

E dunque sembra continuare questo fenomeno?

«Nonostante tutte le linee guida non ne prevedano la somministr­azione, vengono ugualmente prescritti. Ed è sbagliatis­simo. Sono controindi­cati per il Covid-19 in quanto possono dare effetti dannosi a vari livelli. Anche il cortisone viene spesso assunto impropriam­ente a domicilio. Per i pazienti con sintomi lievi quasi sempre è molto meglio non prendere alcuna medicina. Il messaggio deve passare anche fra i medici».

Pensa già all’autunno?

«Difficile immaginare che il virus possa scomparire completame­nte dopo la prevedibil­e tregua nei mesi caldi. Dovremo farci trovare preparati».

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