«Giusto considerare che la gente è esausta Ora ripresa graduale»
L’esperto: il calo della curva è molto lento ma la capacità di sacrificio ha un limite
Luca Richeldi, pneumologo della Fondazione Policlinico Gemelli, è uscito dal Cts (Comitato tecnico scientifico) cinque settimane fa ed è tornato a dedicarsi a tempo pieno ai pazienti con malattie respiratorie, incluso il Covid-19: «La pressione è diminuita sia al Pronto soccorso sia in terapia intensiva. Ma il calo della curva è molto lento, sembra quasi una stabilizzazione tanto da non essere percepita. Capisco l’esasperazione e l’insofferenza della gente. Manca la sensazione che le cose migliorino».
E allora?
«Allora credo che le riaperture non siano premature. La stanchezza degli italiani nel continuare ad aderire alle restrizioni va considerata. La capacità di sacrificio individuale ha un limite. I segnali di insofferenza andavano tenuti in conto. Meglio riprendere gradualmente le attività mantenendole sotto controllo».
La pandemia è tutt’altro che spenta, i casi specie al sud non scendono. Le valutazioni politiche hanno prevalso sulla prudenza degli «scienziati»?
«Non dubito che i colleghi del Cts attuale si opporrebbero a decisioni pericolose per la salute pubblica. Inoltre ci sono elementi per cui essere ottimisti sulla tenuta dell’Italia».
I vaccini?
«Non solo quelli. Il piano di immunizzazione sembra ben avviato, presto tutti i vulnerabili saranno protetti. Che i vaccini funzionino non ci sono dubbi. Lo vediamo sugli operatori sanitari, i primi ad averli ricevuti. Non si ammalano più».
Che altro di buono c’è nel futuro?
«Sono in arrivo altre terapie per le cure a domicilio oltre agli anticorpi monoclonali, peraltro molto costosi. Un articolo apparso il 9 aprile sulla rivista Lancet respiratory medicine, firmato da autori inglesi, ha evidenziato l’efficacia di un farmaco anti asmatico usato da anni, a basso costo, la
I segnali positivi
I vaccini funzionano, non ci sono dubbi. E sono in arrivo nuove terapie per le cure a domicilio
budesonide. Se somministrato in fase precoce per via inalatoria parrebbe ridurre la necessità di ricovero del 90 per cento. È una potenziale arma in più. In Inghilterra ne è stato autorizzato l’uso entro sette giorni dalla comparsa dei sintomi. Nuovi studi sono in corso».
Le cure domiciliari sono la chiave per lasciarci alle spalle la pandemia?
«Sì. Bisogna prevenire il più possibile i ricoveri in ospedale. Abbiamo il tempo per farci trovare ben preparati il prossimo autunno, la stagione più favorevole alle infezioni respiratorie. Grazie alle vaccinazioni e a una buona organizzazione per seguire i pazienti a casa potremmo uscirne fuori definitivamente».
Non siamo preparati bene?
«Stiamo andando verso una migliore gestione domiciliare grazie anche al diffuso utilizzo del saturimetro, l’apparecchio per misurare l’ossigenazione del sangue. Alcuni aspetti però meritano di essere migliorati. Mi riferisco soprattutto all’abuso degli antibiotici».
E dunque sembra continuare questo fenomeno?
«Nonostante tutte le linee guida non ne prevedano la somministrazione, vengono ugualmente prescritti. Ed è sbagliatissimo. Sono controindicati per il Covid-19 in quanto possono dare effetti dannosi a vari livelli. Anche il cortisone viene spesso assunto impropriamente a domicilio. Per i pazienti con sintomi lievi quasi sempre è molto meglio non prendere alcuna medicina. Il messaggio deve passare anche fra i medici».
Pensa già all’autunno?
«Difficile immaginare che il virus possa scomparire completamente dopo la prevedibile tregua nei mesi caldi. Dovremo farci trovare preparati».