L’Ema: «J&J è sicuro, trombosi rarissime» In Italia agli over 60
L’agenzia europea del farmaco dà il via libera senza restrizioni al vaccino. Riprendono le spedizioni verso l’Ue
Il vaccino anti-Covid Janssen, prodotto da Johnson & Johnson, in Italia sarà destinato in via «preferenziale» alle persone oltre i 60 anni, così come quello di AstraZeneca. È la raccomandazione del ministero della Salute e dell’Agenzia italiana del farmaco dopo il pronunciamento dell’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, che ha riconosciuto «possibili» legami di causaeffetto tra il vaccino e gli eventi «molto rari» di trombosi cerebrale che si sono verificati negli Stati Uniti, dove al 13 aprile erano stati vaccinati 7 milioni di persone. L’Ema ha però riconosciuto che «i benefici superano i rischi». «I vaccini sono di estrema importanza per contrastare la pandemia», ha sottolineato la direttrice esecutiva dell’Ema, Emer Cooke, in conferenza stampa.
Il 13 aprile scorso Johnson & Johnson, in accordo con le autorità Ue, aveva deciso di rinviare la messa in commercio in Europa del vaccino in via precauzionale dopo la sospensione (ancora in corso) dell’uso di Janssen negli Stati Uniti, dove sono emersi altri casi sospetti.Per quella data l’Italia aveva già ricevuto 184 mila dosi, immagazzinate nell’hub nazionale vaccini della Difesa di Pratica di Mare, che il generale Figliuolo ha detto verranno distribuite a partire da oggi. Il via libera dell’Ema è «una buona notizia per le campagne vaccinali in tutta l’Ue», ha commentato su Twitter la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Il vicepresidente Maros Sefcovic ha invitato J&J a «riprendere la fornitura dei vaccini» all’Ue e ha ricordato che «spetterà agli Stati membri decidere quando e come iniziare la vaccinazione» con Janssen. Il gruppo farmaceutico ha confermato l’impegno «a fornire 200 milioni di dosi del suo vaccino contro il Covid-19 all’Unione Europea, alla Norvegia e all’Islanda», a «garantire un accesso equo e a portare al pubblico un vaccino contro il Covid-19 a prezzi accessibili».
L’Ema ha ricordato che una valutazione simile è stata finalizzata di recente per il siero di AstraZeneca, che ora si chiama Vaxzevria, tuttavia Sabine Straus, presidente del comitato per la sicurezza (Prac), ha spiegato che tra il vaccino di Johnson&Johnson e quello di AstraZeneca «ci sono similarità» ma anche «differenze»: entrambi sono vaccini ad adenovirus, però AstraZeneca usa quello degli scimpanzè mentre J&J quello umano, e ci sono differenze anche sulla proteina spike. «Vediamo una somiglianza nei casi di trombosi rare — ha aggiunto — ma è presto per trarre conclusioni».
L’Ema ha certificato che i rari casi di coaguli di sangue (8 su 7 milioni di vaccinati in Usa), che si sono verificati in persone di età inferiore a 60 anni entro tre settimane dalla vaccinazione, la maggioranza in donne, sono da considerarsi tra i possibili effetti collaterali del vaccino e ha chiesto a J&J di aggiornare il foglietto illustrativo. Finora «sulla base delle prove attualmente disponibili i fattori di rischio specifici non sono stati confermati», ha scritto l’Ema, per la quale «l’uso del vaccino durante le campagne di vaccinazione a livello nazionale terrà conto della situazione pandemica e della disponibilità di vaccini nei singoli Stati membri», fermo restando che «la valutazione scientifica dell’Ema è alla base dell’uso sicuro ed efficace dei vaccini Covid-19». Come per il vaccino di AstraZeneca, la decisione finale su eventuali limiti all’uso del siero di J&J è lasciata alle autorità nazionali.