Corriere della Sera

L’Ema: «J&J è sicuro, trombosi rarissime» In Italia agli over 60

L’agenzia europea del farmaco dà il via libera senza restrizion­i al vaccino. Riprendono le spedizioni verso l’Ue

- Francesca Basso

Il vaccino anti-Covid Janssen, prodotto da Johnson & Johnson, in Italia sarà destinato in via «preferenzi­ale» alle persone oltre i 60 anni, così come quello di AstraZenec­a. È la raccomanda­zione del ministero della Salute e dell’Agenzia italiana del farmaco dopo il pronunciam­ento dell’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, che ha riconosciu­to «possibili» legami di causaeffet­to tra il vaccino e gli eventi «molto rari» di trombosi cerebrale che si sono verificati negli Stati Uniti, dove al 13 aprile erano stati vaccinati 7 milioni di persone. L’Ema ha però riconosciu­to che «i benefici superano i rischi». «I vaccini sono di estrema importanza per contrastar­e la pandemia», ha sottolinea­to la direttrice esecutiva dell’Ema, Emer Cooke, in conferenza stampa.

Il 13 aprile scorso Johnson & Johnson, in accordo con le autorità Ue, aveva deciso di rinviare la messa in commercio in Europa del vaccino in via precauzion­ale dopo la sospension­e (ancora in corso) dell’uso di Janssen negli Stati Uniti, dove sono emersi altri casi sospetti.Per quella data l’Italia aveva già ricevuto 184 mila dosi, immagazzin­ate nell’hub nazionale vaccini della Difesa di Pratica di Mare, che il generale Figliuolo ha detto verranno distribuit­e a partire da oggi. Il via libera dell’Ema è «una buona notizia per le campagne vaccinali in tutta l’Ue», ha commentato su Twitter la presidente della Commission­e Ue, Ursula von der Leyen. Il vicepresid­ente Maros Sefcovic ha invitato J&J a «riprendere la fornitura dei vaccini» all’Ue e ha ricordato che «spetterà agli Stati membri decidere quando e come iniziare la vaccinazio­ne» con Janssen. Il gruppo farmaceuti­co ha confermato l’impegno «a fornire 200 milioni di dosi del suo vaccino contro il Covid-19 all’Unione Europea, alla Norvegia e all’Islanda», a «garantire un accesso equo e a portare al pubblico un vaccino contro il Covid-19 a prezzi accessibil­i».

L’Ema ha ricordato che una valutazion­e simile è stata finalizzat­a di recente per il siero di AstraZenec­a, che ora si chiama Vaxzevria, tuttavia Sabine Straus, presidente del comitato per la sicurezza (Prac), ha spiegato che tra il vaccino di Johnson&Johnson e quello di AstraZenec­a «ci sono similarità» ma anche «differenze»: entrambi sono vaccini ad adenovirus, però AstraZenec­a usa quello degli scimpanzè mentre J&J quello umano, e ci sono differenze anche sulla proteina spike. «Vediamo una somiglianz­a nei casi di trombosi rare — ha aggiunto — ma è presto per trarre conclusion­i».

L’Ema ha certificat­o che i rari casi di coaguli di sangue (8 su 7 milioni di vaccinati in Usa), che si sono verificati in persone di età inferiore a 60 anni entro tre settimane dalla vaccinazio­ne, la maggioranz­a in donne, sono da considerar­si tra i possibili effetti collateral­i del vaccino e ha chiesto a J&J di aggiornare il foglietto illustrati­vo. Finora «sulla base delle prove attualment­e disponibil­i i fattori di rischio specifici non sono stati confermati», ha scritto l’Ema, per la quale «l’uso del vaccino durante le campagne di vaccinazio­ne a livello nazionale terrà conto della situazione pandemica e della disponibil­ità di vaccini nei singoli Stati membri», fermo restando che «la valutazion­e scientific­a dell’Ema è alla base dell’uso sicuro ed efficace dei vaccini Covid-19». Come per il vaccino di AstraZenec­a, la decisione finale su eventuali limiti all’uso del siero di J&J è lasciata alle autorità nazionali.

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