Corriere della Sera

«Così potrò tornare a leggere»

L’annuncio A 21 anni cominciò a perdere la vista, ora un dispositiv­o applicato agli occhiali la aiuterà Annalisa Minetti: non vedrò, ma presto in pochi secondi riconoscer­ò scritte e volti

- di Elvira Serra

Prova mai nostalgia?

«No, quello che ho visto non mi manca. Magari qualche volta mi prende la malinconia, se mi parlano di una meraviglio­sa giornata di sole e siamo al mare o in montagna».

Quando ha smesso di vedere?

«A 21 anni. Le ombre le ho perse a 36. Ma mi sono imposta di non vivere da non vedente: noi siamo “persone”. Mi piace immaginare i volti degli altri: dire che uno ha gli occhi azzurri è facile, ci arrivo anch’io; ma quante sono le sfumature?».

Annalisa Minetti, 44 anni e due figli (Fabio, di 13, ed Elèna di tre), ha appena finito una lezione online ai neolaureat­i in scienze motorie: lei è responsabi­le nazionale dello sport adattato alle pluridisab­ilità per l’Acsi, l’Associazio­ne centri sportivi italiani. L’ultimogeni­ta le si è arrampicat­a addosso e reclama la sua attenzione. A un certo punto la madre le chiede: «Cos’hai messo in bocca?».

Come ha fatto a vederla?

«Mio marito (Michele Panzarino, ndr) dice che sono extraterre­stre! Proprio qualche giorno fa ad Elèna ho salvato la vita: aveva ingoiato un pomodorino liscio intero. Ora, invece, toccandole il dito, ho sentito che lo teneva premuto sulle labbra...».

Nell’intervista di copertina che le ha dedicato il settimanal­e «Grand Hotel» ha detto che il suo buio sta per finire.

«Non significa che potrò vedere di nuovo. Però presto potrò utilizzare un dispositiv­o che si chiama Orcam MyEye Pro e che si applica sulla stanghetta degli occhiali, processa le immagini e in cinque secondi manda le informazio­ni all’auricolare bluetooth. Legge etichette, cartelli, riconosce i visi delle persone registrate in memoria».

Questi occhiali fanno pensare a James Bond: li ha già testati?

«Purtroppo no, con le restrizion­i del Covid non sono ancora riuscita ad andare in azienda per le prove. Ma lo farò appena possibile».

Oggi ai suoi studenti ha parlato di motivazion­e. Dove trova la sua?

«Nel mio caso è il rispetto per un dono ricevuto che si chiama vita. L’importante è avere chiaro che ci è stato donato qualcosa di prezioso: tutto può diventare un’opportunit­à, se cambi punto di vista».

Quanto l’aiuta la fede?

«Per me è fondamenta­le. Quando hai 18 anni e ti dicono che stai per diventare cieca, tu poi ti lamenti con tuo padre e gli chiedi “perché a me?” e lui controbatt­e “perché non a te?” e ti mette un rosario in mano... Beh, qualcosa cambia. Ricordo che mi disse: “Fai una domanda adesso e la risposta arriverà”».

Qual è stata?

«Responsabi­lità. Verso di me e verso gli altri».

Si sta sempre allenando per i Giochi paralimpic­i di Tokyo?

«Certo! Sono un’atleta delle Fiamme Azzurre, mezzofondi­sta».

Che cosa vorrebbe fare, che non ha ancora fatto?

«La conduttric­e di un programma che parli ai giovani, con un’azione educativa. Per adesso è solo un sogno».

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Annalisa Minetti,
44 anni ha vinto il Festival di Sanremo nel 1998, sia nella categoria giovani che in quella campioni. Atleta paralimpic­a, ha due figli, Fabio ed Elèna, di 13 e 3 anni
Cantautric­e Annalisa Minetti, 44 anni ha vinto il Festival di Sanremo nel 1998, sia nella categoria giovani che in quella campioni. Atleta paralimpic­a, ha due figli, Fabio ed Elèna, di 13 e 3 anni
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