La fiducia per ripartire: venerdì con 7 la bandiera tricolore
Verso l’anniversario della Liberazione, un messaggio di speranza e una spinta per ricominciare
Per celebrare la Festa della Liberazione — e con la voglia di ripartire dopo la fase più difficile della pandemia — il Corriere della Sera venerdì offrirà la bandiera italiana in allegato al supplemento «7», al costo di 2 euro più il prezzo del quotidiano e del settimanale. La bandiera resterà in edicola anche nella settimana successiva, sempre a 2 euro più il costo del quotidiano, e si può ottenere anche con la rivista Oggi.
Il tricolore sventolava nelle strade delle città liberate il 25 aprile 1945, copriva le bare di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e della loro scorta ai funerali, ce ne siamo avvolti festanti quando la Nazionale di calcio ha vinto i Mondiali del 1982 e del 2006, è apparsa su migliaia di balconi un anno fa, all’inizio del primo lockdown, quando l’abbiamo usata come un simbolo di resistenza contro il coronavirus.
La bandiera è parte integrante della narrazione popolare dell’Italia ed è sempre comparsa nei momenti più importanti della nostra storia, drammatici o gioiosi. La Costituzione descrive con precisione all’articolo 12 la forma e i colori del vessillo nazionale. I costituenti hanno ritenuto che fosse così importante da dedicare un articolo solo a lei. Cosa che non hanno ritenuto opportuno fare per l’inno nazionale, ufficialmente riconosciuto solo nel 2017 e che, tra l’altro, nella seconda strofa contiene il verso «raccolgaci un’unica bandiera».
Il tricolore italiano ha 224 anni di storia. Per la prima volta venne adottato a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797 come emblema della Repubblica Cispadana, a bande orizzontali e con il rosso in alto. Dopo anni di appannamento, di disamoramento generale e del suo utilizzo sempre più sporadico, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi fu l’artefice del rilancio del Tricolore. Ciampi aveva rivisto nella bandiera «il simbolo moderno di un popolo antico che ancora oggi è un simbolo vivo. Regaliamolo ai nostri figli, i sindaci lo donino agli sposi quando celebrano un matrimonio. Diamolo agli immigrati che hanno deciso di condividere i nostri diritti e i nostri doveri acquisendo la cittadinanza italiana», disse il presidente il 7 gennaio 2004, Giornata del Tricolore, invitando poi tutti a esporlo e a custodirlo con cura.