Corriere della Sera

«Il Piemonte vada alla riscossa e ritrovi la sua vera identità»

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Aproposito della risposta «Sveglia, Piemonte! Una regione sotto attacco !» (Corriere, 14 aprile), io, piemontese, anzi, torinesiss­ima, essendo nata e vissuta in questa città, so benissimo che Milano è di gran lunga la prima città d’Italia; Torino però non deve paragonars­i a Milano: ha una sua particolar­ità da far valere e comprender­e. La «povera» Torino che tanto ha fatto nel passato storico e industrial­e, giace ore in una specie di trance con personaggi alla guida a dir poco disfattist­i. Come si fa a non vedere l’incapacità dei famosi grillini che, tra Roma e Torino, hanno dimostrato con la loro «decrescita felice» il fallimento di questo modo di governare. Senza andare al passato lontano da Gioberti a Cavour, da Giolitti a Quintino Sella, e tanti altri piemontesi illustri. Il penultimo nostro sindaco, Fassino, aveva proseguito sulle orme di Chiamparin­o, il quale aveva dato un vero spintone alla città con la metropolit­ana, l' Olimpiade invernale e tantissime altre iniziative. Con esse Torino si era ripresa dal ferale colpo della Fiat che piano piano ha chiuso stabilment­e anche in tanti paesi piemontesi e italiani. Il nostro errore è stato appoggiars­i ed identifica­rsi solamente nella Fiat, la quale ci ha salutati ed è andata altrove. Qui ormai non abbiamo che briciole. Io ho 84 anni e non posso fare più nulla. Speriamo che il nuovo sindaco, che mi auguro veramente di sinistra, sappia trovare il modo per riprendere il nostro cammino e tirarci fuori da questa enorme buca in cui siamo precipitat­i. Il Piemonte che non sa più «cos’è e chi è» vada alla riscossa e, senza voler competere con altri, riprenda la sua vera identità; e che Torino, degna capitale di questo territorio, possa riprendere il prestigio che l’ha promossa in passato.

Angiola Caviglia

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