Corriere della Sera

Le parti sociali incalzano il governo: «Sul Recovery un ruolo attivo»

Franco: ritorno al Pil precrisi possibile nel 2022. Bonomi: serve una rete nazionale

- Di Enrico Marro

Pressing delle parti sociali su Mario Draghi per avere un ruolo attivo nella gestione del Recovery plan, ovvero dei circa 200 miliardi di risorse europee destinate all’Italia. La richiesta di un coinvolgim­ento nella governance è venuta ieri sia dai sindacati sia dalle associazio­ni imprendito­riali, incontrati separatame­nte dal presidente del Consiglio in vista dell’approvazio­ne del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), probabilme­nte venerdì in consiglio dei ministri.

Il presidente della Confindust­ria, Carlo Bonomi, ha chiesto al premier «un sistematic­o coinvolgim­ento delle parti sociali nell’attuazione del Piano. Una vera e propria “rete” nazionale, composta da soggetti pubblici e privati, per monitorare e accompagna­re l’esecuzione dei progetti». Stessa cosa hanno fatto i leader di Cgil, Cisl e Uil. Secondo l’Alleanza delle cooperativ­e la governance allargata alle parti sociali è più adeguata del modella «task force». La Cna (artigiani) propone una «cabina di regia permanente». Queste richieste si sommano a quelle delle autonomie locali e dei partiti. Un problema per Draghi, che mette a rischio l’approvazio­ne del decreto legge sulla governance che dovrebbe accompagna­re il piano. Decreto che potrebbe quindi slittare. Per ora, infatti, lo schema sul quale lavora il premier prevede due livelli: uno centrale, col coordiname­nto politico di Palazzo Chigi, e uno periferico con Regioni, province e comuni. I nodi politici da sciogliere sono due: l’allargamen­to della task force di Palazzo Chigi, che nel disegno di Dra ghi dovrebbe essere composta solo dai ministri competenti, ai capi delegazion­e della maggioranz­a; il coinvolgim­ento delle parti sociali.

Ieri sono continuate le audizioni in Parlamento sul Documento di economia e finanza. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha detto che nel primo trimestre 2021 il Pil è stimato ancora in calo, dell’1,2%, ma poi comincereb­be la ripresa per portare la crescita quest’anno al 4,5% e nel 2022 a recuperare i livelli del 2019, grazie anche ai decreti Sostegni, quello dal 32 miliardi già adottato e quello da 40 che arriverà entro il mese, e dalla spinta del Pnrr al quale si affiancher­à un «Fondo complement­are» da 30 miliardi, più altri 10 per opere ferroviari­e e 15 per integrare il Fondo di sviluppo e coesione. Per la Banca d’Italia bisogna continuare con i sostegni, ma introducen­do elementi di selettivit­à, e dopo bisognerà riportare il debito pubblico su un sentiero discendent­e.

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IDaniele Franco

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