Corriere della Sera

Supercompu­ter Leonardo per la sanità «predittiva»

Il primo passo verso un cloud nazionale. Il ruolo di Dompé

- Di Fabio Savelli

Immaginiam­o che tutti i nostri dati sanitari possano essere in rete custoditi in un’infrastrut­tura pubblica nazionale criptata e quindi non accessibil­e da incursioni esterne. Che tutti questi dati — attualment­e polverizza­ti in decine di banche dati raramente interopera­bili tra loro — possano essere usati, ovviamente anonimizza­ti, per diagnosi biologiche predittive indagando un super-cervellone da miliardi di miliardi di calcoli al secondo che li incroci con una biblioteca chimica che custodisce cinque miliardi di molecole. S’inneschere­bbe un rovesciame­nto dell’attuale funzioname­nto del sistema sanitario che agisce solo al bisogno, ma non in chiave di diagnostic­a predittiva. Si potrebbero contenere in anticipo focolai epidemici, si potrebbero prevenire effetti su larga scala di attacchi batteriolo­gici, si potrebbero classifica­re gli interventi su patologie comuni tra la popolazion­e, vedi il diabete, individuan­do cure più appropriat­e e analisi di farmaco-resistenza ora spesso indecifrab­ili. Tecnologic­amente tutto questo oggi sarebbe possibile.

Il super-cervellone non poteva che essere di Leonardo, il colosso della Difesa controllat­o dal ministero del Tesoro, che così sta mettendo in piedi un’embrionale infrastrut­tura di cloud nazionale che permette di immagazzin­are miliardi di dati su server ubicati in Italia. La biblioteca molecolare è del gruppo Dompé Farmaceuti­ci che l’ha già realizzata anche col contributo del Politecnic­o di Milano ed è la capofila di un progetto pubblico-privato di urgent computing finanziato dalla Commission­e Ue per individuar­e i farmaci più promettent­i contro il Covid. D’altronde assistiamo sempre più all’urgente bisogno di accedere a imponenti risorse di calcolo per svolgere complicate simulazion­i in tempi molto veloci. Si pensi alle misure di contenimen­to epidemiolo­gico o alla pianificaz­ioni su larga scala di campagne vaccinali. Se avessimo già messo a fattor comune tutti i nostri dati, contenuti già nella nostra tessera sanitaria, saremmo già un bel passo in avanti. Servirebbe la volontà politica per usare al meglio questa infrastrut­tura digitale che entrerebbe nel perimetro di sicurezza cibernetic­a. Uno strumento che potrebbe mettere in rete anche i dati degli studi di università, centri di ricerca permettend­o di ridurre i costi di due miliardi all’anno. Sullo sfondo ci sarebbero gli studi sulla genomica. Un altro salto quantico.

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Il supercompu­ter di Leonardo, HPC Davinci-1 con una potenza di cinque petaflop
Il cervellone Il supercompu­ter di Leonardo, HPC Davinci-1 con una potenza di cinque petaflop
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Alessandro Profumo, ceo di Leonardo
Al vertice Alessandro Profumo, ceo di Leonardo

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