Quel dialogo in latino dentro al lager
Il volume di Liliana Segre Ho scelto la vita. La mia ultima testimonianza pubblica sulla Shoah (prefazione di Ferruccio de Bortoli, a cura di Alessia Rastelli, da domani in libreria per Solferino) raccoglie il discorso che la senatrice, superstite di Auschwitz-Birkenau, ha tenuto il 9 ottobre 2020 a Rondine (Arezzo). Un simbolico passaggio del testimone avvenuto nel borgo in cui ha sede Rondine Cittadella della Pace, organizzazione creata nel 1998 da Franco Vaccari, dove convivono giovani da Paesi in conflitto.
Il libro contiene anche la lunga intervista di Liliana Segre al «Corriere» in occasione dei 90 anni (il 10 settembre 2020). La testimonianza e l’intervista erano stati pubblicati in un precedente volume che i lettori del «Corriere» hanno ricevuto gratis con il giornale lo scorso 30 ottobre. Adesso il volume, i cui proventi dei diritti d’autore sono interamente devoluti in beneficenza, arriva in tutte le librerie, arricchito di altri contenuti. Innanzitutto un testo di Liliana Segre, in cui ricorda quando nel lager le rasarono i capelli e le poche parole scambiate con una prigioniera di lingua diversa, grazie al latino appreso a scuola. Il testo, affidato a un taccuino (foto) diversi anni dopo il ritorno da Auschwitz, fu in seguito pubblicato sul «Corriere» ed è trascritto nel libro. Nel volume, anche fotografie della senatrice dall’infanzia alla vita dopo il lager, fino alla scritta «Indifferenza», da lei fortemente voluta al Memoriale della Shoah di Milano. Una dettagliata cronologia e una ricca serie di proposte di lettura, suddivise per argomento, consentono inoltre di approfondire ciò che è stato. Perché non si ripeta mai più.