Soldi e impegni, ora i fatti
La promessa era stata chiara. Il piano di resilienza e rilancio avrà le cifre degli investimenti previsti. Ma anche un cronoprogramma che permetterà ai cittadini di seguire il lavoro del governo. E così è stato.
Leggendo le quasi 320 pagine della bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) colpiscono quelle tabelline poste alla fine di ogni capitolo che indicano i tempi di attuazione delle misure. Come dicono gli inglesi: si può fare una buona impressione al primo sguardo solo una volta. E l’Europa probabilmente sarà colpita dalla struttura e dai contenuti del piano. Anche perché si tratta di un modo di lavorare esplicitamente richiesto dalla Commissione al fine di poter ottenere i quasi 200 miliardi da Bruxelles. Le varie tranche di finanziamenti saranno legate alla realizzazioni degli impegni presi. Se si dice che entro il 2021 saranno identificati i piani
L’impegno non sarà solo del governo, ma del Parlamento, delle istituzioni, dei singoli
di dettaglio e autorità responsabili per il “Piano di sostituzione edifici scolastici e di riqualificazione energetica”, ebbene i tecnici Ue potranno verificare e solo allora procedere al pagamento. La digitalizzazione, la transizione ecologica, le 6 missioni sono state intrecciate con le riforme necessarie, dalla semplificazione alla concorrenza, a quelle della giustizia e della pubblica amministrazione. Un intreccio che deve funzionare se non alla perfezione, quasi. E’ per questo che l’impegno non sarà solo del governo, ma del Parlamento, delle istituzioni, dei singoli chiamati a comprendere quanto nessuno possa sfuggire dalle responsabilità. Alla politica il compito più difficile. La maggioranza sarà posta davanti a un bivio. Intestarsi pienamente quella che può essere la scintilla che rimette in moto investimenti, consumo e fiducia nell’Italia. O attaccarsi come accaduto in passato a singole, parziali battaglie identitarie, forse utili al consenso, di sicuro non al Paese. Un Paese che mai come in questa drammatica situazione ha però bisogno di fatti. Non di battaglie.