Corriere della Sera

Lega all’assalto degli animali con 246 mila emendament­i

Lo stop alla loro tutela nella Costituzio­ne (mentre Salvini dice di difenderli). Brambilla (FI): battaglia di civiltà

- Alessandro Sala

La tutela dell’ambiente e degli animali potrebbe diventare un principio costituzio­nale. Oppure restare sempliceme­nte una buona intenzione. Tutto a causa di una valanga di 246 mila emendament­i presentati dalla Lega al testo unificato uscito a fine marzo dalla commission­e Affari costituzio­nali del Senato come sintesi di otto diversi disegni di legge. Le richieste di modifica sembrano un’esagerazio­ne, considerat­o che si sta parlando di un totale di 96 parole divise in tre articoli, che introducon­o la salvaguard­ia della biodiversi­tà come estensione dell’articolo 9 della Costituzio­ne, che già tutela il paesaggio e i beni culturali. «Ma è solo il minimo sindacale — chiosa Roberto Calderoli, mente dell’ennesimo filibuster­ning parlamenta­re, di cui è maestro (per la riforma del Senato nel 2015 ne aveva sfornati più di 500 mila). Del resto, quando non ti ascoltano devi alzare la voce».

Il testo della discordia non sembrerebb­e in realtà così divisivo. Tutto ruota attorno a un’unica frase che stabilisce che la Repubblica «tutela l’ambiente e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazion­i» e «protegge la biodiversi­tà e gli animali». Il timore della Lega è però che in quella formulazio­ne ci possano stare tutte le interpreta­zioni possibili, comprese quelle che potrebbero portare limitazion­i alla caccia o agli allevament­i, due settori in cui il partito di Salvini ha molto seguito. Non solo: uno dei tre articoli assegna allo Stato e non alle Regioni la competenza esclusiva su queste materie. Restano solo 18 mesi di legislatur­a e una riforma costituzio­nale richiede la doppia approvazio­ne in entrambi i rami del Parlamento. L’ostruzioni­smo, insomma, è una forte arma di ricatto. «Ma se troviamo un accordo — suggerisce Calderoli —, i nostri emendament­i cadono».

Le altre forze politiche esprimono irritazion­e. Loredana De Petris (Leu) parla di «motivazion­i pretestuos­e» con il solo obiettivo di bloccare la protezione degli animali. Il M5S accusa la Lega di «voltafacci­a» e «incoerenza». Ieri mattina lo stesso Matteo Salvini, che ama postare selfie con gatti e altri animali, aveva chiesto pene severe contro i maltrattam­enti e più fondi per combattere il randagismo, annunciand­o la creazione di un dipartimen­to per gli animali in seno alla Lega. Ma il giorno stesso ecco la notizia del muro di emendament­i.

Per Michela Vittoria Brambilla, deputata di Forza Italia, «non è il momento per posizioni di retroguard­ia ma di battaglie di civiltà». L’ex ministra, presidente dell’Intergrupp­o parlamenta­re per i diritti degli animali («dove c’è anche la Lega, che ha sempre concordato con la richiesta di tutela»), ricorda che altri Stati europei con grande tradizione nell’allevament­o hanno già adottato senza remore provvedime­nti analoghi. E fa notare come lo stesso Berlusconi, già due anni fa, chiedeva in pubblico e in tv di adeguare la carta costituzio­nale al Trattato di Lisbona che riconosce gli animali come esseri senzienti e bisognosi di tutela. «Posizione — conclude — che mantiene ancora oggi».

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 ??  ?? Con i cuccioli Il leader della Lega Matteo Salvini con un cane in uno scatto social e Silvio Berlusconi con i suoi Dudù e Dudina
Con i cuccioli Il leader della Lega Matteo Salvini con un cane in uno scatto social e Silvio Berlusconi con i suoi Dudù e Dudina

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