Lega all’assalto degli animali con 246 mila emendamenti
Lo stop alla loro tutela nella Costituzione (mentre Salvini dice di difenderli). Brambilla (FI): battaglia di civiltà
La tutela dell’ambiente e degli animali potrebbe diventare un principio costituzionale. Oppure restare semplicemente una buona intenzione. Tutto a causa di una valanga di 246 mila emendamenti presentati dalla Lega al testo unificato uscito a fine marzo dalla commissione Affari costituzionali del Senato come sintesi di otto diversi disegni di legge. Le richieste di modifica sembrano un’esagerazione, considerato che si sta parlando di un totale di 96 parole divise in tre articoli, che introducono la salvaguardia della biodiversità come estensione dell’articolo 9 della Costituzione, che già tutela il paesaggio e i beni culturali. «Ma è solo il minimo sindacale — chiosa Roberto Calderoli, mente dell’ennesimo filibusterning parlamentare, di cui è maestro (per la riforma del Senato nel 2015 ne aveva sfornati più di 500 mila). Del resto, quando non ti ascoltano devi alzare la voce».
Il testo della discordia non sembrerebbe in realtà così divisivo. Tutto ruota attorno a un’unica frase che stabilisce che la Repubblica «tutela l’ambiente e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni» e «protegge la biodiversità e gli animali». Il timore della Lega è però che in quella formulazione ci possano stare tutte le interpretazioni possibili, comprese quelle che potrebbero portare limitazioni alla caccia o agli allevamenti, due settori in cui il partito di Salvini ha molto seguito. Non solo: uno dei tre articoli assegna allo Stato e non alle Regioni la competenza esclusiva su queste materie. Restano solo 18 mesi di legislatura e una riforma costituzionale richiede la doppia approvazione in entrambi i rami del Parlamento. L’ostruzionismo, insomma, è una forte arma di ricatto. «Ma se troviamo un accordo — suggerisce Calderoli —, i nostri emendamenti cadono».
Le altre forze politiche esprimono irritazione. Loredana De Petris (Leu) parla di «motivazioni pretestuose» con il solo obiettivo di bloccare la protezione degli animali. Il M5S accusa la Lega di «voltafaccia» e «incoerenza». Ieri mattina lo stesso Matteo Salvini, che ama postare selfie con gatti e altri animali, aveva chiesto pene severe contro i maltrattamenti e più fondi per combattere il randagismo, annunciando la creazione di un dipartimento per gli animali in seno alla Lega. Ma il giorno stesso ecco la notizia del muro di emendamenti.
Per Michela Vittoria Brambilla, deputata di Forza Italia, «non è il momento per posizioni di retroguardia ma di battaglie di civiltà». L’ex ministra, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali («dove c’è anche la Lega, che ha sempre concordato con la richiesta di tutela»), ricorda che altri Stati europei con grande tradizione nell’allevamento hanno già adottato senza remore provvedimenti analoghi. E fa notare come lo stesso Berlusconi, già due anni fa, chiedeva in pubblico e in tv di adeguare la carta costituzionale al Trattato di Lisbona che riconosce gli animali come esseri senzienti e bisognosi di tutela. «Posizione — conclude — che mantiene ancora oggi».