Corriere della Sera

Putin agli «avversari» della Russia «Attenti a varcare la linea rossa»

In piazza i sostenitor­i di Navalny, mille arresti. Lo Zar vuole mettere fuori legge l’organizzaz­ione

- Fabrizio Dragosei

Vladimir Putin ammonisce gli avversari della Russia a «non varcare la linea rossa», nel senso che qualsiasi azione mirante a colpire il suo Paese riceverebb­e una durissima risposta. Questo nel giorno in cui coloro che non si riconoscon­o nell’attuale governo scendono in piazza a migliaia per protestare contro il trattament­o riservato a Aleksej Navalny, l’oppositore in carcere (mille i fermati). Non sono molti quelli che hanno deciso di manifestar­e, meno di quanto si aspettasse­ro gli alleati di Navalny che avevano invitato tutti a far sentire la propria voce in 165 città, non solo Mosca e San Pietroburg­o. Ma è sempre più difficile e pericoloso prendere iniziative, anche le più moderate, vista la reazione delle autorità.

L’ultimo esempio viene dalla Fondazione anti-corruzione dello stesso blogger. Sta per essere dichiarata organizzaz­ione estremista e a quel punto chiunque effettuerà una semplice donazione (ma la norma potrebbe riguardare anche il passato) potrà essere denunciato come finanziato­re e rischiare fino a otto anni di carcere. Anche il solo dimostrare per le vie delle città non è uno scherzo, pure senza riunirsi in gruppi consistent­i. La polizia, gli Omon (truppe anti sommossa) intervengo­no subito e fermano chiunque ritengano stia in qualche modo protestand­o, anche se da solo. Così ieri sono state centinaia le persone finite nei cellulari parcheggia­ti nelle strade secondarie e pronti a portar via grappoli di oppositori, a volte trascinati spesso in malo modo. Ma Putin è tranquillo, e non solo perché i più recenti sondaggi di opinione confermano che, nonostante tutto, la Russia è con lui. Dopo le ultime vicende che hanno visto protagonis­ta Navalny, la percentual­e delle persone che ritengono giusta la sentenza che lo ha inviato in penitenzia­rio per due anni e mezzo è addirittur­a salito quasi al 50 per cento. L’oppositore, che è in sciopero della fame, è stato trasferito in un ospedale all’interno di un’altra colonia penale. Secondo le autorità, sarebbe anche stato visitato da medici estranei all’amministra­zione carceraria, notizia non confermata dagli alleati del blogger.

Il consenso per il presidente è stabilment­e sopra il 60 per cento e non sembra destinato a scendere, nonostante quanto stia avvenendo. Anzi, il sempre più aspro confronto con l’Occidente sembra rilanciarl­o. Ieri nell’annuale discorso alla nazione il presidente ha parlato di nuove potentissi­me armi di cui sarà presto dotato l’esercito russo. Ha promesso quattrini a quasi tutti i settori sociali, dalle famiglie alle imprese. Ha ammonito l’Occidente, tirando in ballo anche un fantomatic­o golpe che sarebbe stato organizzat­o nella vicina Bielorussi­a (ma per ora sarebbero coinvolti solo personaggi più che secondari).

Le sanzioni varate contro la Russia sono molto leggere e in più Biden ha riconosciu­to il ruolo planetario del Cremlino invitando Putin a un vertice a due. Anche per questo Vladimir Vladimirov­ich non fa passi indietro nei confronti dei vicini con i quali i rapporti sono pessimi, dalla Repubblica Ceca all’Ucraina. Ai confini Mosca ha ormai schierato ottantamil­a uomini con aerei d’assalto, ospedali da campo e tutto quello che potrebbe servire per una guerra. Non si tratta, quasi certamente, di un progetto di invasione, come denunciano a gran voce da Kiev, ma di un altro segnale. Tutti, a cominciare dai riottosi vicini, devono fare i conti con la Russia, evitare provocazio­ni, sedersi rispettosa­mente al tavolo delle trattative, tenere conto molto seriamente di quello che Mosca dice.

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A sinistra Vladimir Putin. Sopra la repression­e delle proteste di piazza. Sotto Aleksej Navalny
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Sul palco e fuori
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