Corriere della Sera

Terremoto tedesco nei sondaggi: i Verdi superano la Cdu di sette punti

- Dal nostro corrispond­ente a Berlino Paolo Valentino

Se i tedeschi andassero alle urne domenica per eleggere il Bundestag, i Verdi vincerebbe­ro le elezioni con il 28% dei voti. La Cdu-Csu crollerebb­e al 21% perdendo oltre 11 punti rispetto al 2017. E i socialdemo­cratici sprofonder­ebbero a un altro minimo storico, con il 13%. Naturalmen­te sono solo i sondaggi dell’Istituto Forsa, per quanto autorevole e affidabile. E mancano ancora cinque mesi alle elezioni del 26 settembre, durante i quali può letteralme­nte succedere di tutto.

Ma due giorni dopo la nomina di Annalena Baerbock come candidata alla cancelleri­a per i Grünen e meno di 24 ore da quella di Armin Laschet per la Cdu-Csu, il dato ha qualcosa di rivoluzion­ario. Di certo segnala movimenti tettonici in corso sotto la superficie della società tedesca, ormai proiettata oltre la gigantesca figura di Angela Merkel.

Non era mai successo che il vascello pirata dei Grünen superasse nelle intenzioni di voto la corazzata conservatr­ice dell’Unione. Segno inequivoca­bile che l’opinione pubblica comincia a prendere confidenza con l’ipotesi di una guida ambientali­sta del governo federale e in particolar­e di una cancellier­a verde. È una specie di atto liberatori­o, dopo i lunghi anni delle Grosse Koalition, tanto rassicuran­ti quanto prive di ogni slancio innovatore. I tedeschi insomma sembrano scoprire che c’è vita anche oltre l’eterna cancellier­a e che non è affatto scritto nel loro destino di morire cristiano-democratic­i. Che poi alla fine lo scelgano davvero, è un’altra storia.

Al momento, l’ascesa dei Verdi appare inarrestab­ile. Pescano voti (o meglio intenzioni di voto) nei campi di entrambi i partiti di massa tradiziona­li. E in Baerbock, che ha solo 40 anni, hanno la candidata perfetta per accreditar­e la loro narrazione di partito del cambiament­o, in contrappos­izione allo status quo incarnato dagli avversari: sia Armin Laschet, che il socialdemo­cratico Olaf Scholz, ministro delle Finanze e candidato della Spd, rappresent­ano infatti la piena continuità con l’era che volge al tramonto.

Tutto questo però dovrà misurarsi con la realtà interna e internazio­nale. Laschet è un lottatore, spesso sottovalut­ato come Merkel. Regna sulle macerie della Cdu-Csu per il momento, ma la campagna è lunga. E sia la pandemia, sia una crisi internazio­nale, vedi l’Ucraina, potrebbero di nuovo rilanciare il ruolo della cancellier­a e spingere chi a lei si ispira. Sarebbe l’ultimo regalo di Merkel all’Unione.

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