Biden: il razzismo macchia d’America
Il presidente rilancia la riforma della polizia dopo la sentenza sull’omicidio di Floyd
Dalla gioia di Minneapolis alle manovre di Washington. Subito dopo il verdetto del processo Floyd, l’attenzione si è spostata sulla capitale della politica americana. Joe Biden è intervenuto pubblicamente martedì mattina, quando ancora i 12 giurati erano riuniti in camera di consiglio: «Prego perché il verdetto sia giusto». Poi, in serata, quando la giuria ha condannato l’ex poliziotto Derek Chauvin per tutti e tre i capi di imputazione, il presidente americano si è presentato davanti alle telecamere, insieme con la vice Kamala Harris. E ha iniziato così: «Quello di George Floyd è stato un omicidio in pieno giorno». La doppia uscita di Biden ha suscitato la reazione dei repubblicani: la Casa Bianca non dovrebbe fare pressione, neanche indiretta, sui tribunali. Un argomento oggettivamente fondato. D’altra parte veniamo da quattro anni in cui Donald Trump insultava apertamente i giudici considerati ostili alle politiche del governo o al suo business privato. In ogni caso la lotta al razzismo sistematico, «una macchia sulla coscienza della nazione», come ha aggiunto Biden, è parte integrante dell’identità politica di questa Amministrazione. Tanto che ieri, il ministro della Giustizia, Merrick Garland, ha annunciato «un’inchiesta» sulla gestione del Police Department di Minneapolis, «per accertare che non ci siano stati comportamenti strutturalmente scorretti».
«Sistema», «Struttura» sono i termini chiave. Biden si è messo in sintonia con le reazioni della comunità afroamericana, classificando come «una rarità» la sentenza che forse spedirà Chauvin in galera a vita (l’entità della pena sarà fissata tra sei-otto settimane). Nello stesso tempo, il leader degli Stati Uniti sostiene che a Minneapolis è stato fatto «un passo gigante verso il cambiamento». C’è, però, «ancora molto lavoro da fare», ha spiegato Kamala Harris: «le ingiustizie razziali» contaminano praticamente l’intera vita sociale ed economica. Dall’educazione alla sanità, dal mondo del lavoro all’abitazione. La vice presidente è rimasta sul generico. Ma gli esempi sono infiniti. Peschiamone un paio sull’economia: in media gli uomini afroamericani guadagnano il 31% in meno rispetto ai colleghi bianchi; le donne black il 19% in meno rispetto alle white. Il divario resta anche ai piani più alti della piramide: solo il 40% degli imprenditori afroamericani ottiene il prestito richiesto dalle banche; contro il 68% dei bianchi.
In questa fase, però, il primo obiettivo della Casa Bianca
è la riforma della polizia, prevista nel disegno di legge «George Floyd» già approvato dalla Camera. È un provvedimento che contiene alcuni standard federali per l’uso della forza e norme per rafforzare l’addestramento degli agenti. Tra le novità più interessanti c’è il «divieto di profilare le persone sulla base dell’etnia e della religione». Nel complesso, però, «non è una panacea, ma un inizio», come ha riconosciuto la stessa Harris. Tuttavia al Congresso è già pronto lo stesso schema che abbiamo visto con le norme sul controllo delle armi. Al Senato, il muro dei repubblicani sembra invalicabile.