Corriere della Sera

Finlandia, record di felicità (ma in patria non capiscono)

Per il quarto anno in cima alla classifica. Gli abitanti: «Fuorviante»

- di Alessandra Muglia

Le renne, i bambini che dormono serafici nei passeggini sotto la neve, ore di sauna scacciapen­sieri. Ma davvero la Finlandia è il Paese più felice al mondo come emerso, per quattro anni di fila, dalla classifica Onu su dati Gallup? Tra gli italiani che hanno scelto questo Paese per viverci, serpeggian­o dubbi e perplessit­à. «Questo primato è realistico soltanto se per felicità si intende una vita facile e tranquilla» considera Elisa M., 31 anni, blogger impiegata in una società a Helsinki.

«È fuorviante. Certo è bello vivere qui per la natura suggestiva e perché quel che paghi in tasse lo ritrovi in servizi, ma bisognereb­be limitarsi a parlare di Paese che funziona» polemizza Anastasia D. C., 29 anni, in Lapponia da cinque. Fa la traduttric­e e cura un blog di mythbustin­g, che intende sfatare miti e luoghi comuni. Si chiama «Oi mamma, Suomi» che riprende in chiave ironica le prime parole dell’inno nazionale finlandese «Oi maamme Suomi» (oh Finlandia, nostra patria). Già qualche anno fa aveva annoverato la «Finlandia paese felice» tra i cliché, ora sta preparando un altro post per contrastar­e quella che definisce una «visione distorta» del Paese. «Le domande, i parametri utilizzati presuppong­ono un concetto riduttivo di felicità — osserva — Ma poi come si fa a rendere oggettivo un sentimento così soggettivo e sfuggente?».

Sempre dalla Lapponia Simona Pinco, 41 anni, imprenditr­ice di una husky farm, ritrae un popolo che si «accontenta di poco». «Si vive bene, c’è uno stato sociale forte, i servizi funzionano, la vita è facile. Ma anche semplice, la gente apprezza piccoli piaceri, si appaga del contatto con la natura».

Quando l’anno scorso vennero introdotte le regole anti pandemia che invitavano a mantenere almeno due metri di distanza tra le persone, si era diffusa la battuta: «perché non possiamo mantenere i nostri consueti quattro metri?» a ironizzare sull’indole da orso di questo popolo nordico, 5,5 milioni di abitanti sparsi in un territorio poco più grande dell’Italia. «Il massimo della socialità - precisa la donna degli husky — è ritrovarsi a fare la sauna insieme. Tutte le case, le palestre, i condomini, ne hanno una: e tra un bagno e una birra si passano due-tre ore in assoluta leggerezza». La socialità, ritenuta fonte di felicità, qui si consuma molto in famiglia: «Sono diffusi nuclei numerosi, con anche 4 figli. La gente inizia a “riprodursi” da giovane, come non succede più da tempo in Italia».

Il New York Times a un mese dal «verdetto» registra lo stupore dei finlandesi rispetto a questo primato ormai consolidat­o, e c’è chi lega questa quasi incredulit­à alla scarsa autostima di questo popolo. Giorgio Tricarico, 50 anni, da 11 psicoanali­sta a Helsinki, è a contatto con le emozioni della gente. «Ma lo sa che felicità in finlandese si dice “onni”, che significa beato, pacifico, tranquillo? Questo è un Paese a basso voltaggio energetico. Felicità qui non significa allegria, ma quieto vivere, assenza di problemi e ostacoli. Serenità e fiducia nel prossimo: si vedono bambini di 7 anni da soli sui mezzi pubblici». Una visione quasi epicurea, che contrasta con la prospettiv­a di pienezza e intensità di stimoli associate alla felicità alle nostre latitudini.

Vita tranquilla

Felicità in finlandese si dice «onni», che significa beato, pacifico, tranquillo

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A Kotiharjun, la sauna più antica di Helsinki (Prospekt)
Relax A Kotiharjun, la sauna più antica di Helsinki (Prospekt)

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