Corriere della Sera

I diari di McConaughe­y: «Essere padre è il massimo»

- Luca Mastranton­io

L’attore Matthew McConaughe­y scrive diari da quando è ragazzo. Quaderni, appunti, liste. Nel 1992 mise in fila le 10 cose da fare nella vita: vincere un Oscar era al punto 8. Al primo, diventare padre. Come mai? «Recitavo nel mio primo film — racconta sul numero di 7 che trovate domani in edicola con il Corriere della Sera —e dopo neanche una settimana di riprese: boom! Arriva la notizia che mio padre è morto! La recitazion­e scende di posizione. La cosa più importante era la morte di mio padre. E per me, diventare padre». In Italia esce in questi giorni la sua autobiogra­fia, bestseller negli Usa: Greenlight­s (Baldini+Castoldi). Le luci verdi del semaforo, i sì detti alla vita, dopo aver incassato e restituito anche tanti no. Come i no alle commedie romantiche che gli proponevan­o, incassi certi, per cimentarsi in ruoli drammatici, con Soderbergh e Nolan. Fino all’Oscar per Dallas Buyers Club.

Del padre racconta l’educazione ruvida, violenta: «Non lo giudico, anzi plaudo al modo in cui mi ha cresciuto perché era l’unico che conosceva, fisico. Io ai miei figli trasmetto gli stessi valori, con altri strumenti». Della madre rivela gli anni di silenzio perché lei raccontava tutto ai giornali: «Una volta in tv arrivò a mostrare il letto dove avevo perso la verginità… Ma le devo molto. Anni fa ho ripreso in mano la foto che aveva appeso in cucina come trofeo, in cui stringevo il premio di un concorso di bellezza per piccoli. Beh, ho ingrandito la foto e ho visto che non ero arrivato primo, come diceva lei, ma secondo! Senza di lei forse sarei stato un eterno secondo».

Nel libro racconta che a 18 anni, svenuto sul retro di un furgone, fu molestato da un uomo. Solo due righe. Se davo più dettagli — spiega — diventava gossip, voyeurismo. Ne ho parlato perché sono stato una vittima? Sì! Ma questa cosa mi ha definito? No! Se fossi stato più giovane e in dubbio sulla moralità della situazione forse mi avrebbe traumatizz­ato di più».

Cosa scrivere o non scrivere in un diario, e cosa rivelare agli altri, è una scelta individual­e. Ma come mettere in ordine la propria vita attraverso la scrittura è un esercizio che oggi può contare sull’aiuto di app e algoritmi di supporto. Come scrive Irene Soave su 7 nel servizio a corredo dell’intervista, facendo il punto su un anno, il 2020, che per il lockdown ha visto un boom di scrittura diaristica.

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Copertina L’attore Usa Matthew McConau ghey è protagoni sta della cover di 7

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