«Covid party, chiamare la polizia è da Londra non da Ddr»
Vivo da tanti anni a Londra con la mia famiglia. Ci sono episodi sintomatici più di altri dai quali possono emergere le differenze culturali tra i due Paesi. L’ultimo è la polemica relativa all’eventuale denuncia di un party privato contrario alle normative Covid. Da queste parti non ci sarebbero stati dubbi: si chiama la polizia e senza preavviso (non Germania dell’Est degli anni Settanta ma Regno Unito del 2021). Non giudico ma mi sento di fare qualche considerazione. Se qualcuno provasse a scassinare la mia abitazione quando sono fuori casa, confido che il vicino che se ne accorgesse provveda immediatamente a chiamare la polizia (ciò avviene a Roma come a Londra).
Se confidassi ad un amico inglese che stessi provando a frodare il Fisco, probabilmente, dopo un’alzata di sopracciglia, ci sarebbe una telefonata che noi considereremo delatoria alle autorità. Parimenti, se violo le norme anti Covid la disapprovazione e reazione sociale sarebbe la stessa. Io condivido questo modo di fare e di pensare che vanno di pari passo. Ma le domande che mi sento di porre, di fronte certi atteggiamenti che risultano così differenti rispetto alla società in cui vivo, quindi sono: perché noi italiani siamo così attenti alla violazione di proprietà e libertà personali e consideriamo cosa non nostra la proprietà o salute pubblica? E perché anche gli organi di stampa sembrano censurare di più l’eventuale telefonata alle autorità piuttosto che il party organizzato in barba alle norme?