L’Intelligenza vista da Putin e da Musk
Nel 2017, Vladimir Putin affermò che «l’Intelligenza Artificiale è il futuro» e che «chiunque diventa leader in questa sfera diventa il signore del mondo». Dai dati del momento, non sarà la Russia. In risposta, l’eclettico e visionario imprenditore Elon Musk scrisse in un tweet: «La competizione tra Nazioni per la superiorità nell’IA è la causa più probabile della WW3», cioè della Terza guerra mondiale. E competizione tra potenze nel settore certamente c’è. In un’analisi pubblicata qualche settimana fa, l’Information Technology & Innovation Foundation (Itif, un centro di studi di Washington) ha messo a confronto la situazione negli Stati Uniti, in Cina e nell’Unione Europea: i primi continuano ad avere un vantaggio complessivo «sostanziale», Pechino «riduce il gap in alcune importanti aree» e la Ue «continua a restare indietro». L’analisi ha misurato 30 indicatori di Intelligenza Artificiale (IA) in
sei categorie: talenti, ricerca, sviluppo, hardware, adozione di IA, dati. Al 2019, su
cento punti massimi, gli Stati Uniti arrivavano a 44,2, la Cina a 32,3 e la Ue a
23,5. Nel 2020, la situazione è cambiata di poco: rispettivamente, 44,6-32,0-23,3. Itif ha anche ponderato i risultati rispetto alla dimensione delle forze lavoro: gli Stati Uniti sono risultati a 58,0 punti, la Ue a
24,2, la Cina a 17,8. Gli Usa sono particolarmente forti per quel che riguarda i talenti, la ricerca, lo sviluppo, l’hardware: hanno un numero di start-up nel settore ineguagliabile, che nel 2019 ha ricevuto, in venture-capital e private equity, otto
miliardi di dollari in più delle start-up cinesi. L’Unione Europea ha un gap notevole nel finanziamento delle nuove imprese ma è in recupero: nel 2016 questi fondi erano il 13% di quelli americani, nel 2019 il 22% (l’uscita del Regno Unito dalla Ue ha diminuito la capacità nell’IA di quest’ultima, «sia in termini assoluti che pro capite», dice lo studio). Dati di Eurostat indicano che, al 2020, la quota più alta di imprese europee che utilizzano Intelligenza Artificiale è in Irlanda, al 23%, seguita da Malta, 19%, e Finlandia, 12%. Le imprese italiane sono al nono posto, all’8%, un po’ meglio delle tedesche al 7% e delle francesi al 6%. Che la competizione sia forte è evidente ma forse Putin esagera: in fondo, l’intelligenza del mondo non è solo artificiale. L’avvertimento di Musk va però tenuto a mente.