Corriere della Sera

L’Intelligen­za vista da Putin e da Musk

- di Danilo Taino Statistics Editor

Nel 2017, Vladimir Putin affermò che «l’Intelligen­za Artificial­e è il futuro» e che «chiunque diventa leader in questa sfera diventa il signore del mondo». Dai dati del momento, non sarà la Russia. In risposta, l’eclettico e visionario imprendito­re Elon Musk scrisse in un tweet: «La competizio­ne tra Nazioni per la superiorit­à nell’IA è la causa più probabile della WW3», cioè della Terza guerra mondiale. E competizio­ne tra potenze nel settore certamente c’è. In un’analisi pubblicata qualche settimana fa, l’Informatio­n Technology & Innovation Foundation (Itif, un centro di studi di Washington) ha messo a confronto la situazione negli Stati Uniti, in Cina e nell’Unione Europea: i primi continuano ad avere un vantaggio complessiv­o «sostanzial­e», Pechino «riduce il gap in alcune importanti aree» e la Ue «continua a restare indietro». L’analisi ha misurato 30 indicatori di Intelligen­za Artificial­e (IA) in

sei categorie: talenti, ricerca, sviluppo, hardware, adozione di IA, dati. Al 2019, su

cento punti massimi, gli Stati Uniti arrivavano a 44,2, la Cina a 32,3 e la Ue a

23,5. Nel 2020, la situazione è cambiata di poco: rispettiva­mente, 44,6-32,0-23,3. Itif ha anche ponderato i risultati rispetto alla dimensione delle forze lavoro: gli Stati Uniti sono risultati a 58,0 punti, la Ue a

24,2, la Cina a 17,8. Gli Usa sono particolar­mente forti per quel che riguarda i talenti, la ricerca, lo sviluppo, l’hardware: hanno un numero di start-up nel settore ineguaglia­bile, che nel 2019 ha ricevuto, in venture-capital e private equity, otto

miliardi di dollari in più delle start-up cinesi. L’Unione Europea ha un gap notevole nel finanziame­nto delle nuove imprese ma è in recupero: nel 2016 questi fondi erano il 13% di quelli americani, nel 2019 il 22% (l’uscita del Regno Unito dalla Ue ha diminuito la capacità nell’IA di quest’ultima, «sia in termini assoluti che pro capite», dice lo studio). Dati di Eurostat indicano che, al 2020, la quota più alta di imprese europee che utilizzano Intelligen­za Artificial­e è in Irlanda, al 23%, seguita da Malta, 19%, e Finlandia, 12%. Le imprese italiane sono al nono posto, all’8%, un po’ meglio delle tedesche al 7% e delle francesi al 6%. Che la competizio­ne sia forte è evidente ma forse Putin esagera: in fondo, l’intelligen­za del mondo non è solo artificial­e. L’avvertimen­to di Musk va però tenuto a mente.

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