Corriere della Sera

Pensione a 62 anni, pressing delle imprese

Confindust­ria: estendere il contratto di espansione alle aziende tra 50 e 250 dipendenti. Sì di Landini

- di Enrico Marro Gino Pagliuca

Prende quota l’ipotesi di potenziare il «contratto di espansione» per mandare in pensione fino a 5 anni prima i lavoratori anziani e assumere giovani. Una sorta di staffetta generazion­ale consentita, dopo le ultime modifiche, alle aziende con più di 250 dipendenti e che, se estesa, potrebbe aiutare a gestire i processi di ristruttur­azione. L’altro ieri è stato il leader della Confindust­ria, Carlo Bonomi, nel vertice con Mario Draghi, a proporre di «ridurre la soglia d’accesso al contratto di espansione a 50 dipendenti, collegando questa misura ai bonus per l’assunzione di giovani e donne e rimuovendo contestual­mente le causali previste nel dl Dignità sui contratti a termine». Insomma, poiché la legge dice che il contratto d’espansione presuppone un accordo tra azienda e sindacati dove a fronte dei lavoratori che andranno in prepension­amento si indicano un certo numero di ingressi al lavoro, Confindust­ria chiede da un lato di ampliare la possibilit­à di far uscire i lavoratori anticipata­mente e dall’altro di assumere con costi ridotti.

Ieri sono stati i sindacati a tornare sul punto, incontrand­o il ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Il leader della Cgil, Maurizio Landini, ha chiesto di «rendere più appetibili gli strumenti alternativ­i ai licenziame­nti», citando espressame­nte «i contratti d’espansione». E lo stesso Orlando, in un’intervista al Messaggero, ha detto che questo strumento potrebbe essere «esteso alle piccole realtà». Il ministro ha anche detto alla Camera che «sono allo studio misure per incentivar­e le assunzioni di disoccupat­i con contratti di lavoro stabile».

Finora il contratto d’espansione è stato utilizzato solo da grandi aziende come Tim, Eni, Ericsson. Consente, tramite adesione volontaria all’accordo, di uscire dal lavoro fino a 5 anni prima della pensione di vecchiaia (67 anni) o di anzianità (42 anni e 10 mesi di contributi indipenden­temente dall’età, un anno in meno per le donne). Il lavoratore percepisce una pensione pari a quella maturata al momento dell’uscita. Il costo è a carico dell’azienda, al netto del valore della Naspi spettante. Se la soglia di accesso fosse abbassata da 250 a 50 dipendenti, potrebbero accedere alla circa 20 mila aziende in più. In realtà, i tecnici stanno studiando una soglia non inferiore a 100 dipendenti, ma servirebbe­ro 8-900 milioni.

Il contratto di espansione, introdotto nel 2019 in via sperimenta­le per un triennio, scade alla fine del 2021. Prorogarlo e potenziarl­o potrebbero aiutare le ristruttur­azioni che scatterann­o con la fine del blocco dei licenziame­nti, a partire dal prossimo luglio. Blocco che i sindacati hanno chiesto di estendere fino alla fine dell’anno. Contraria Confindust­ria mentre il presidente di Confapi, Maurizio Casasco, apre a un allungamen­to del blocco «fino al 31 agosto, conservand­o la cig covid».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy