Dal coprifuoco ai ristoranti, pressing per riaprire prima Speranza: serve prudenza
Lega e Forza Italia: entro il 2 giugno torni la normalità Il Pd si schiera con il ministro: no alle scelte sbracate
Alla vigilia della riunione ROMA della cabina di regia che dovrà fare il punto sulla situazione sull’emergenza Covid e le misure in cantiere, si fa sempre più forte la spinta del fronte aperturista per arrivare alla ripresa completa di tutte le attività e all’abolizione del coprifuoco già nei prossimi giorni.
In prima linea, nella maggioranza, c’è sempre Matteo Salvini. Che ieri ha riunito lo stato maggiore del suo partito, ministri compresi, e sulla base «di dati sanitari confortanti» ha chiesto «a nome di migliaia di sindaci e di tutte le Regioni, il ritorno al lavoro, alla libertà e alla vita». Tradotto, significa che la Lega vuole in tempi più rapidi di quelli previsti «la riapertura di bar e ristoranti al chiuso almeno al 50%, un programma di cancellazione del coprifuoco da qui ai prossimi giorni e via libera a palestre e piscine al chiuso». È poi il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, a nome del suo settore, a fissare sostanzialmente una data: quella del 2 giugno, festa della Repubblica con la quale celebrare la fine di una misura che «vale per l’emergenza, non per un periodo sereno, con un’Italia in giallo. Io credo che il coprifuoco abbia di fatto i giorni contati».
Sulla stessa linea si muove anche Forza Italia, che con i capigruppo Roberto Occhiuto e Anna Maria Bernini chiede «lo stop al coprifuoco alle 22 e riaperture vere per tutti i settori. Le imprese vogliono lavorare, con i soli ristori il Paese non rinasce». E Cambiamo di Toti non si discosta, come d’altra parte, fuori dal centrodestra di governo, anche Fratelli d’Italia: «Mesi e mesi di chiusure indiscriminate hanno causato danni per miliardi all’economia italiana, senza avere vere correlazioni con il contagio: serve l’abolizione del coprifuoco subito e servono riaperture immediate come tante Nazioni del mondo», dice il capogruppo Francesco Lollobrigida.
In attesa delle decisioni del governo, una cosa è certa. Si va verso un graduale allentamento delle misure. Non un’abolizione immediata del coprifuoco ma, una sua riduzione, almeno alle 23. Lo conferma, sulla base dei suoi contatti con il governo, il presidente dell’Anci Antonio Decaro, sindaco di Bari, secondo il quale «non si può arrivare col coprifuoco all’estate, ma serve un graduale allentamento. I dati stanno migliorando e ci aspettiamo che, con ancora un po’ di pazienza di due-tre settimane, si possa ripartire davvero».
D’altronde, è lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza — leader del fronte dei rigoristi sulle misure anti virus — a rivendicare che, se si andrà presto come sembra a un ritorno alla semi-normalità, è perché «siamo stati attenti e prudenti». Presto «si ripartirà — assicura — si tornerà nei cantieri, nelle fabbriche, nei luoghi di discussione e questa è una cosa grande e bella». Ma perché ciò avvenga, le aperture — insiste — devono essere «ponderate perché non vogliamo tornare indietro».
Insomma, niente fughe in avanti. Con Speranza si schiera anche il Pd: «È un ministro fondamentale e lo ringrazio per il lavoro fatto — dice il segretario Enrico Letta —. Oggi si riapre in sicurezza perché noi abbiamo garantito che non si facessero scelte sbracate, apriamo in modo irreversibile, se fosse stato per altri avremmo riaperto e poi richiuso. Lo voglio dire con chiarezza».
Il leader dei sindaci Decaro: «Non si può arrivare all’estate con le chiusure serali»