Corriere della Sera

«La lite, poi li ha uccisi con l’auto»

Bergamo, i due ragazzi travolti da un 35enne fuori dalla discoteca. I giudici: fu omicidio volontario

- www.corriere.it Maddalena Berbenni

La notte del 4 agosto 2019, fuori dalla discoteca Setai di Orio al Serio, la Mini si era fermata al semaforo rosso. La Vespa l’aveva raggiunta e il lunotto era andato in frantumi. Luca Carissimi e Matteo Ferrari, 21 e 18 anni, di Bergamo, una manciata di secondi dopo erano stesi sull’asfalto accanto alla loro moto. Luca è morto subito, l’amico cresciuto nello stesso quartiere, giusto a un paio di palazzi di distanza, il giorno dopo.

Per il 35enne Matteo Scapin, che li travolse con l’auto appena danneggiat­a, ora la condanna è per duplice omicidio volontario. I giudici della Corte d’appello di Brescia hanno accolto l’ipotesi che il pm Raffaella Latorraca, con le indagini della polizia stradale, aveva sostenuto dal primo momento. La pena sale, dunque, a 11 anni e 4 mesi, più altri 4 mesi per la guida in stato di ebrezza. È quasi il doppio rispetto ai 6 anni e 8 mesi stabiliti in primo grado dal giudice dell’udienza preliminar­e Massimilia­no Magliacani, convinto che non ci fossero sufficient­i elementi per non credere alla versione dell’imputato, cioè che si trattò di un incidente. Allora il pm chiese 18 anni, la Procura generale si è fermata a 16. «Fuori dal perimetro di Bergamo è omicidio volontario» osserva, sfinito, il

Amici

Matteo Ferrari, 18 anni (a destra nella foto) e Luca Carissimi, 21 anni, morti dopo essere stati tamponati dall’auto di Scapin padre di Matteo, Alessio Ferrari. Già in fase cautelare per le famiglie era stato un saliscendi dettato dalle diverse visioni dei giudici. Dopo tre giorni di carcere, il gip aveva riqualific­ato il reato in omicidio stradale e mandato Scapin ai domiciliar­i, misura a cui è tuttora sottoposto. Il Riesame aveva invece dato ragione alla

Procura, così la Cassazione, eccetto che per il carcere. Poi la sentenza del gup, il ritorno al colposo e l’impugnazio­ne del pm e degli avvocati Dimitri Colombi e Francesca Longhi per le parti civili.

In discoteca c’era stata una lite tra i due amici e Scapin, per la fidanzata di quest’ultimo. Si erano rivisti nel parcheggio, l’imputato si era allontanat­o, i due l’avevano inseguito e Matteo con il casco gli aveva spaccato il lunotto. Dai filmati il perito del Tribunale aveva notato un leggero scarto a destra, verso la moto, della Mini prima dell’impatto. Anche per alcuni testimoni l’auto puntò la Vespa. «Soddisfazi­one non c’è — riprende Ferrari —. Matteo e Luca non torneranno e un terzo uomo si è rovinato la vita. Ma penso che i giudici abbiano fatto ciò che dovevano». Come ogni notte, anche nell’ultima Marco Carissimi, il papà di Luca, si è svegliato alle 4.20, l’ora in cui arrivò la notizia della tragedia: «È emersa la verità — dice —, questa sentenza ha messo in ordine le tessere del puzzle e ora guardiamo al futuro con un po’ più di fiducia». Silenzio dalla difesa di Scapin. Gli avvocati Andrea Pezzotta e Riccardo Tropea faranno ricorso in Cassazione. Sarà l’ultimo capitolo.

I genitori delle vittime

«Non c’è soddisfazi­one ma i giudici hanno fatto quello che dovevano, è emersa la verità»

 ??  ??
 ?? Leggi tutte le notizie e gli approfondi­menti sui principali fatti di cronaca su ?? Corriere.it
Leggi tutte le notizie e gli approfondi­menti sui principali fatti di cronaca su Corriere.it

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy