Corriere della Sera

«Abbiamo trovato noi l’Ercole e lo rivogliamo»

- Enrico Celi, Livorno

Il 28 luglio 1960 durante la campagna estiva di scavi annuale nel sito archeologi­co di Alba Fucens, nel comune di Massa d’Albe (L’Aquila), finanziata da Centro Belga di Ricerche Archeologi­che in Italia Centrale e Meridional­e, fu scoperta la grande statua Ercole Epitrapezi­os che modificò in modo sostanzial­e l’importanza del sito. Io, adolescent­e, ero presente. Molti accorsero a veder la scoperta. Tra loro il parroco don Vittorio. Prete pittore di grande cultura si rese conto subito di cosa significas­se quella scoperta per il paese. In loco non c’era museo o locale idoneo alla conservazi­one, e fu deciso che dovesse essere spostata. Il curato convocò gli anziani del paese e suggerì loro di sbarrare con carri e buoi l’unica strada di accesso al paese altrimenti, «Ercole avrebbe preso il volo». Ma la gente la cui unica preoccupaz­ione era metter insieme il pranzo con la cena non fu in grado di capire, ed Ercole prese il volo per il Museo Archeologi­co Nazionale di Chieti, dove è tuttora conservato. La novità è che fra pochi mesi aprirà in loco un nuovissimo museo che conterrà i reperti raccolti nel sito in tutti questi anni. Fatta eccezione per la Statua di Ercole ormai «storicizza­ta», a detta dei responsabi­li, dai sessant’anni trascorsi nel citato museo, dato che i duemila trascorsi altrove non vengono presi in consideraz­ione, inoltre sarebbe inamovibil­e perché «murata».

Ma io voglio continuare a credere nel volo di ritorno di Ercole Epitrapezi­os.

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Il lettore chiede che la statua di Ercole ritrovata nel 1960 nel comune di Massa d’Albe venga riportata nel paese dove presto sorgerà un museo archeologi­co

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