«Io, cittadino italiano e i piani delle Generali»
Caro direttore,
dallo scorso 23 aprile ho acquisito con grande orgoglio la cittadinanza italiana, conferitami dal sindaco di Venezia, la città dove risiedo, insieme a Milano, ormai da molti anni. Una città, quella lagunare, di cui Generali porta con orgoglio il simbolo, il Leone di San Marco, e di cui io condivido personalmente, come cittadino italiano e francese, i valori di europeità, internazionalità e apertura sul mondo. L’acquisizione della cittadinanza italiana ha rappresentato per me un momento di grande emozione, nonché il coronamento naturale di moltissimi anni di vita e di lavoro in questo Paese. Gli archivi delle Assicurazioni Generali (che, in occasione dei 190esimo compleanno del Gruppo, saranno aperti al pubblico in una nuova, splendida sede nel palazzo Berlam di Trieste) custodiscono un altro e ben più importante certificato di cittadinanza italiana, anch’esso conferito nel mese di aprile, ma di oltre un secolo fa, nel 1916. È la copia del Regio Decreto firmato dall’allora presidente del Consiglio Antonio Salandra, grazie al quale le Assicurazioni Generali – allora Assicurazioni Austro-Italiche – divennero ufficialmente italiane.
Una data destinata a rimanere negli annali sarà senz’altro anche quella del 26 aprile 2021, giorno della presentazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) in Parlamento. Come è ormai chiaro, si tratta di una opportunità storica per l’Italia di ridisegnare il proprio futuro, convogliando risorse pubbliche e private per avviare processi di modernizzazione della pubblica amministrazione, delle infrastrutture, delle filiere produttive, correggendo squilibri sociali e ambientali in un’ottica di sostenibilità a lungo termine.
Come ha detto il presidente Draghi, «al suo interno non ci sono solo punti programmatici e numeri, ma il destino e le speranze di un intero paese, le vite degli italiani». In quasi due secoli, le Generali hanno attraversato gli eventi più importanti della storia contemporanea, aiutando le persone e le aziende a costruire un futuro più sicuro, intervenendo nella società e nell’economia con concretezza, affrontando progetti e contribuendo alla risoluzione di situazioni di crisi, non ultima quella del settore bancario esplosa nel 2016. Come molte altre grandi imprese italiane, anche nell’anno della pandemia siamo intervenuti tempestivamente, sia nella gestione dell’emergenza sanitaria, sia con la decisone di sostenere le priorità di sviluppo individuate dall’Europa per uscire dalla recessione.
A febbraio abbiamo presentato il nostro piano di investimenti Fenice 190, e a fine anno sarà completato l’imponente restauro delle Procuratie Vecchie in piazza San Marco, che con la nostra Fondazione The Human Safety Net diventeranno un hub globale per l’inclusione sociale, una delle assi portanti del PNRR.
Il nostro Paese si trova ora davanti ad una sfida ambiziosa, che richiede lo sforzo concertato di tutte le forze politiche ed economiche: quella di impiegare strategicamente e con disciplina i fondi del Recovery. A questo scopo, fondamentale sarà l’alleanza tra pubblico e privati. In questo contesto, la nostra esperienza come investitore di lungo termine, il percorso intrapreso da anni negli ambiti della sostenibilità e della digitalizzazione, le nostre capacità di gestione di Big Data e della previsione dei rischi ci spingono a proporci ancora una volta a fianco del Paese e del governo con progetti come il monitoraggio delle reti strutturali, la digitalizzazione della sanità, la gestione dei rischi catastrofali e delle sfide poste dal processo di invecchiamento demografico della popolazione. Con il PNRR, lo Stato mostra di avere visione e di mettere sul tavolo esigenze chiare. Le aziende, da parte loro, hanno le conoscenze, la capacità e la velocità necessaria a fare in modo che queste risorse vengano spese in modo efficiente. A livello europeo, il settore assicurativo dispone di 11mila miliardi di euro di masse gestite (Generali da sola supera i 660 miliardi): è una potenza di fuoco enorme, che una legislazione attenta e una regolazione oculata possono far convogliare sulla grande visione dell’Europa disegnata dall’attuale Commissione.
Quando ho fatto domanda per ricevere la cittadinanza italiana, non mi ha spinto solo l’amore per la straordinaria bellezza e la cultura di questo Paese. In Italia ritrovo ogni giorno valori nei quali mi riconosco, come ad esempio il forte senso della famiglia e dell’amicizia, che credo rappresentino la migliore garanzia di una società per restare forte e unita. Mai come durante la pandemia ne abbiamo percepito l’importanza e, spesso, sperimentato la mancanza. In occasione delle celebrazioni del Primo Maggio, il presidente della Repubblica Mattarella ci ha ricordato di come «il lavoro, motore della ripartenza e della rinascita, porterà il paese fuori dall’emergenza». Con il PNRR, il governo ha un’occasione unica per raggiungere questi obiettivi se riuscirà a coinvolgere le grandi imprese.
Masse gestite
Gli 11mila miliardi gestiti dalle assicurazioni potrebbero supportare il disegno europeo