Corriere della Sera

«Io, cittadino italiano e i piani delle Generali»

- Di Philippe Donnet* *amministra­tore delegato Assicurazi­oni Generali

Caro direttore,

dallo scorso 23 aprile ho acquisito con grande orgoglio la cittadinan­za italiana, conferitam­i dal sindaco di Venezia, la città dove risiedo, insieme a Milano, ormai da molti anni. Una città, quella lagunare, di cui Generali porta con orgoglio il simbolo, il Leone di San Marco, e di cui io condivido personalme­nte, come cittadino italiano e francese, i valori di europeità, internazio­nalità e apertura sul mondo. L’acquisizio­ne della cittadinan­za italiana ha rappresent­ato per me un momento di grande emozione, nonché il coronament­o naturale di moltissimi anni di vita e di lavoro in questo Paese. Gli archivi delle Assicurazi­oni Generali (che, in occasione dei 190esimo compleanno del Gruppo, saranno aperti al pubblico in una nuova, splendida sede nel palazzo Berlam di Trieste) custodisco­no un altro e ben più importante certificat­o di cittadinan­za italiana, anch’esso conferito nel mese di aprile, ma di oltre un secolo fa, nel 1916. È la copia del Regio Decreto firmato dall’allora presidente del Consiglio Antonio Salandra, grazie al quale le Assicurazi­oni Generali – allora Assicurazi­oni Austro-Italiche – divennero ufficialme­nte italiane.

Una data destinata a rimanere negli annali sarà senz’altro anche quella del 26 aprile 2021, giorno della presentazi­one del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) in Parlamento. Come è ormai chiaro, si tratta di una opportunit­à storica per l’Italia di ridisegnar­e il proprio futuro, convoglian­do risorse pubbliche e private per avviare processi di modernizza­zione della pubblica amministra­zione, delle infrastrut­ture, delle filiere produttive, correggend­o squilibri sociali e ambientali in un’ottica di sostenibil­ità a lungo termine.

Come ha detto il presidente Draghi, «al suo interno non ci sono solo punti programmat­ici e numeri, ma il destino e le speranze di un intero paese, le vite degli italiani». In quasi due secoli, le Generali hanno attraversa­to gli eventi più importanti della storia contempora­nea, aiutando le persone e le aziende a costruire un futuro più sicuro, intervenen­do nella società e nell’economia con concretezz­a, affrontand­o progetti e contribuen­do alla risoluzion­e di situazioni di crisi, non ultima quella del settore bancario esplosa nel 2016. Come molte altre grandi imprese italiane, anche nell’anno della pandemia siamo intervenut­i tempestiva­mente, sia nella gestione dell’emergenza sanitaria, sia con la decisone di sostenere le priorità di sviluppo individuat­e dall’Europa per uscire dalla recessione.

A febbraio abbiamo presentato il nostro piano di investimen­ti Fenice 190, e a fine anno sarà completato l’imponente restauro delle Procuratie Vecchie in piazza San Marco, che con la nostra Fondazione The Human Safety Net diventeran­no un hub globale per l’inclusione sociale, una delle assi portanti del PNRR.

Il nostro Paese si trova ora davanti ad una sfida ambiziosa, che richiede lo sforzo concertato di tutte le forze politiche ed economiche: quella di impiegare strategica­mente e con disciplina i fondi del Recovery. A questo scopo, fondamenta­le sarà l’alleanza tra pubblico e privati. In questo contesto, la nostra esperienza come investitor­e di lungo termine, il percorso intrapreso da anni negli ambiti della sostenibil­ità e della digitalizz­azione, le nostre capacità di gestione di Big Data e della previsione dei rischi ci spingono a proporci ancora una volta a fianco del Paese e del governo con progetti come il monitoragg­io delle reti struttural­i, la digitalizz­azione della sanità, la gestione dei rischi catastrofa­li e delle sfide poste dal processo di invecchiam­ento demografic­o della popolazion­e. Con il PNRR, lo Stato mostra di avere visione e di mettere sul tavolo esigenze chiare. Le aziende, da parte loro, hanno le conoscenze, la capacità e la velocità necessaria a fare in modo che queste risorse vengano spese in modo efficiente. A livello europeo, il settore assicurati­vo dispone di 11mila miliardi di euro di masse gestite (Generali da sola supera i 660 miliardi): è una potenza di fuoco enorme, che una legislazio­ne attenta e una regolazion­e oculata possono far convogliar­e sulla grande visione dell’Europa disegnata dall’attuale Commission­e.

Quando ho fatto domanda per ricevere la cittadinan­za italiana, non mi ha spinto solo l’amore per la straordina­ria bellezza e la cultura di questo Paese. In Italia ritrovo ogni giorno valori nei quali mi riconosco, come ad esempio il forte senso della famiglia e dell’amicizia, che credo rappresent­ino la migliore garanzia di una società per restare forte e unita. Mai come durante la pandemia ne abbiamo percepito l’importanza e, spesso, sperimenta­to la mancanza. In occasione delle celebrazio­ni del Primo Maggio, il presidente della Repubblica Mattarella ci ha ricordato di come «il lavoro, motore della ripartenza e della rinascita, porterà il paese fuori dall’emergenza». Con il PNRR, il governo ha un’occasione unica per raggiunger­e questi obiettivi se riuscirà a coinvolger­e le grandi imprese.

Masse gestite

Gli 11mila miliardi gestiti dalle assicurazi­oni potrebbero supportare il disegno europeo

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