Corriere della Sera

L’incompiute­zza e gli sprechi di San Siro sono i peccati del Milan

- Di Mario Sconcerti

La brutta sera del Milan si aggiunge alla brutta sera di Calvarese a Torino e insieme lasciano aperto il quarto posto di Champions. Stupisce nell’arbitraggi­o di Calvarese soprattutt­o l’ultimo rigore, molto astuto, ma chiaro, nel senso che non esisteva. Non a mio avviso almeno. Ed è un errore da vecchi campionati, quando non c’era la Var, quando la legittimit­à al sospetto veniva dalla costanza con cui l’errore finiva sempre a favore dei medesimi. Detto questo la Juve ha sofferto e vinto mentre il Milan non ha giocato. Dispiace vedere un progetto di squadra fermarsi con queste frequenze, quasi interrompe­rsi, perché il Milan ha fatto tanto in stagione, ma sta pagando la sua incompiute­zza. Non si può arrivare alla partita decisiva contro un avversario salvo e non tirare in porta, uscire anzi con Donnarumma migliore in campo. La Juve non è mai diventata una squadra, ma il Milan non ha mai imparato a far quadrare la squadra che ha costruito. Ha perso 25 punti a San Siro. Questo alla fine rilegittim­a la candidatur­a della Juve nonostante il suo mezzo disastro. Non c’era ieri un avversario più adatto del

Cagliari in festa, ma non c’è stata nemmeno partita. Questo porta adesso a definire con più realismo qualche limite. Calhanoglu è un possibile grande giocatore ma non incide mai abbastanza. Ha fermato improvvisa­mente la sua crescita. Diaz stavolta non è arrivato in partita. Leao è sempre una splendida tentazione irrisolta, difficile decida una partita. Di resistente è rimasto solo Rebic. Così adesso il Milan si trova a dover vincere a Bergamo e a discutere con colori diversi l’intero cammino. È un risultato quasi irrispetto­so per i danni che può portare. Il vecchio calcio sapeva in queste occasioni quando tirare indietro il piede con eleganza, ti dava quello che aspettavi e si aspettava che tu lo ricordassi. Veder passare così inutilment­e il Milan in partita mi è sembrato un peccato sproporzio­nato alla colpa. Comunque questo è. Ora è la Juve la nuova favorita. C’è invece nell’Inter un rumore di sottofondo allargato dai silenzi di Conte. Perché non rispettare i dialoghi del dopo partita con questa insistenza? Se si imbattesse in una domanda sgradita basterebbe dicesse che risponderà tra un mese, qual è il problema? Possibile non capisca che le uniche tracce di una soluzione all’Inter sono i suoi movimenti e che non lasciarne aumenta il problema? Se lui che sa si comporta così, cosa dobbiamo pensare noi che non sappiamo?

Pioli ora deve vincere a Bergamo, il risultato di ieri è quasi irrispetto­so per quello che i rossoneri hanno fatto

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