Corriere della Sera

Benny, una campioness­a per caso «Niente da perdere, io me la godo»

Europei di nuoto, via alle gare in piscina: protagonis­ta la 16enne regina della rana

- di Arianna Ravelli

L’allenatore Vito mi allena da quando ho 4 anni, ma lo fa per hobby, lui lavora all’Asl Noi non siamo “fissati”

Benedetta Pilato, a Budapest le daranno la cittadinan­za onoraria...

«Può darsi! È la terza volta che ci vado e non sono mai riuscita a visitarla, ma ce l’ho nel cuore».

Ricordiamo: Benny a ottobre ha lasciato Taranto, la famiglia, l’allenatore per caso Vito D’Onghia che lavora all’Asl e che la segue da quando ha 4 anni, ed è partita per Budapest dove è stata un mese e mezzo per partecipar­e alla Internatio­nal swimming league. E lì ha fatto un grande salto (28’’81 nei 50 rana in vasca corta, record europeo), il primo passo verso l’età adulta e la rivoluzion­e compiuta agli Assoluti a dicembre, quando ha ribaltato le gerarchie e conquistat­o il pass per i Giochi, 1’06’’02 nei 100 m, la specialità olimpica. Ah, Benny ha 16 anni, fa il liceo scientific­o (media vicina al 9), post su Instagram pieni di faccine e fiorellini come si conviene, ha votato per Fedez e i Maneskin a Sanremo, una leggerezza che sfiora l’incoscienz­a. «L’Olimpiade? Non me l’immagino, non so proprio cosa aspettarmi. Non l’ho mai vista neanche in tv».

Eccoci di nuovo a Budapest, questa volta agli Europei. Cosa si aspetta?

«Sono molto tranquilla, il nostro approccio è di non metterci pressione. Quello che viene viene».

Perché l’esperienza a Budapest è stata importante per lei? A 14 anni, aveva già vinto un argento ai Mondiali.

«Era la prima volta che stavo via da casa così a lungo, avevo un po’ di paura, ma sarei stata veramente stupida a non andarci. Un’esperienza nuova, un ambiente diverso, internazio­nale, mi sono trovata benissimo, mi ha fatto crescere».

Sul piano tecnico o su quello personale?

«Entrambi. Ho fatto un sacco di amicizie...»

Compreso quella con la regina, l’americana Lilly King.

«Ma è molto simpatica, bisogna solo saperla prendere... E poi mi sono autogestit­a per la prima volta, anche se io sono autonoma anche a casa».

Alla mattina seguiva le lezioni con la Dad, poi andava a fare le gare.

«Sì, ho continuato con la scuola, non me la sono sentita di lasciarla per un mese e mezzo. Poi così mi sembrava di essere a casa».

Casa è Taranto. Anche se lei ha detto che il luogo di origine non spiega quello che siamo.

«Non ho detto proprio così, ma lo penso. Io sto bene ovunque, poi lì ci sono i miei legami».

Parliamone.

«Mamma Antonella, papà

Salvatore che lavora in Marina, mio fratello Alessandro di 11 anni, con cui vado più o meno d’accordo, l’ultima arrivata la barboncina Gilda e il pappagallo Pluto, i miei compagni di allenament­o con cui mi diverto tanto, e poi Vito».

Che è ancora il suo allenatore, anche se lei è tesserata Aniene.

«Sì. I miei mi hanno buttato in acqua a 4 anni, all’inizio non mi piaceva, ho conosciuto Vito, faceva già l’istruttore, ma per passione, lui lavora all’Asl di Taranto. Vito si è accorto subito che ero portata, siamo cresciuti assieme, ormai siamo amici. Noi non siamo dei “fissati”, quello che viene viene».

Sembra il metodo che più funziona con lei.

La scuola

L’Olimpiade? Non so proprio cosa aspettarmi, non l’ho mai vista neanche in tv

Sono autonoma, a scuola ho la media dell’8,4. Un difetto da 16enne? No, direi che non ne ho

«Assolutame­nte, è chiaro che ci resto male se le gare non vanno bene, ma non è la fine del mondo».

Ma era programmat­a questa crescita? Lei ha tagliato 4’’ in un anno, dagli Assoluti del 2019 a quelli del 2020.

«Noi non programmia­mo molto, ci aspettavam­o di crescere ma non così tanto»

I 100 all’inizio non li digeriva.

«Ora va molto meglio, mi manca solo un po’ di esperienza, questi Europei serviranno per questo».

Lei è l’esempio di come si possa conciliare scuola e sport agonistico. Ha ancora la media dell’8,4 al liceo scientific­o?

«Credo che dopo l’ultimo giro di interrogaz­ioni si sia alzata un po’. Io penso che siano conciliabi­li, i video delle mia gare giravano nelle chat dei prof. Voglio iscrivermi all’Università».

Lei ha avuto anche il Covid, com’è stato?

«Non stavo malissimo sul piano fisico, ma è stato molto angosciant­e sul piano mentale, stare sola chiusa in casa nelle vacanze di Natale...».

Com’è la sua giornata tipo?

«Due volte a settimana andiamo a nuotare a Bari. Mi alzo alle 7.30, faccio scuola e poi alle 14 allenament­o. Quando torno, studio. Quando si poteva uscire ogni tanto lo facevo. Sacrifici? No, faccio quello che mi piace».

Domani gareggia nei 100, sale l’agitazione?

«Non tanto, non ho niente da perdere, me la godo».

Sembra molto matura, ha qualche difetto da 16enne?

«Direi di no. Nel senso, non da 16enne. Sono permalosa».

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Benedetta Pilato, 16 anni, nata a Taranto, frequenta il liceo scientific­o, specialità 50 e 100 m rana: si è qualificat­a per i Giochi di Tokyo
(Instagram) From Taranto Benedetta Pilato, 16 anni, nata a Taranto, frequenta il liceo scientific­o, specialità 50 e 100 m rana: si è qualificat­a per i Giochi di Tokyo

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