Stretta dall’Alto Adige alla Sicilia «Così verificheremo la sicurezza»
Il governo: ispezioni ad hoc anche sui parchi tematici Prorogate di dodici mesi tutte le attività di revisione A giorni il confronto nella Conferenza Stato-Regioni
E adesso? Dopo la tragedia del Mottarone, da nord a sud si corre ai ripari. L’estate è alle porte e dopo il lungo lockdown i rischi legati alle riaperture sono tanti. Il governo sta già valutando dove e come ordinare ispezioni e controlli su impianti di risalita e parchi tematici. Il dramma di Stresa ha accelerato i tempi: nel decreto Cura Italia è stato inserito un emendamento per prorogare di dodici mesi tutte le attività di revisione. A giorni se ne parlerà anche in sede di Conferenza Stato-Regioni.
«Faccio un appello al premier Draghi — dice Daniel Alfreider, assessore alle Infrastrutture dell’Alto Adige —. La mobilità funiviaria è essenzialmente elettrica e allora perché non prevedere una quota del Recovey Fund per investire proprio sulla sicurezza di questi impianti? I nostri controlli da sempre sono e restano ferrei, ma le revisioni costano e spesso dobbiamo supportare anche tante piccole società di gestione».
L’allarme è generale. Il presidente della Sicilia, Nello Musumeci, d’intesa con il suo assessore ai Trasporti, Marco Falcone, ha già ordinato «una verifica straordinaria e approfondita di tutti gli impianti a fune attualmente in funzione», a gestione pubblica o privata: nel mirino, le quattro
La richiesta di verifiche funivie di Erice, Taormina, dell’Etna e delle Madonie.
«Vogliamo che venga compiuto ogni controllo possibile per garantire la sicurezza dei fruitori — scrive Musumeci ai Comuni interessati oltreché all’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi del ministero —. Qualora ciò non dovesse verificarsi in via tempestiva, siamo anche pronti a valutare il permanere delle autorizzazioni». E malgrado dopo il lockdown non abbia più riaperto, saranno revisionati ora anche tutti gli scivoli del gigantesco parco acquatico di Etnaland, il più grande del Sud Italia.
Da Nord a Sud, dicevamo. Il governatore del Molise, Donato Toma, a febbraio scorso («Siamo stati i primi», rivendica con orgoglio) finanziò con una delibera da quasi 3 milioni di euro la manutenzione straordinaria degli impianti di risalita di Campitello Matese e Capracotta. In Valle d’Aosta, l’assessore allo Sviluppo Luigi Bertschy ha appena incontrato i tecnici dell’Avif, l’associazione valdostana impianti a fune. Ieri ha riaperto la spettacolare Skyway del Monte Bianco, «la funivia per toccare il tetto d’Europa», come recita la brochure della società di gestione. E domani toccherà alle piste di Cervinia con le tre seggiovie Plan Maison, Fornet e Bontadini, finalmente al risveglio dopo il lungo sonno. Per questo, in collaborazione con le altre Regioni alpine, l’amministrazione valdostana sta lavorando alla revisione del protocollo per la gestione in sicurezza del trasporto: solo in Valle d’Aosta gli impianti a fune sono 114, tra funivie, seggiovie, sciovie e telecabine a cui si aggiungono strutture più piccole come i tapis roulant. «Durante il lockdown la fruizione del servizio è stata sospesa ovunque — dicono in Regione — ma la manutenzione è proseguita regolarmente e adesso in vista delle riaperture si procede ad effettuare i controlli prima della ripresa di ogni attività».
Solo in Valle d’Aosta i sistemi di risalita che funzionano a fune sono centoquattordici