«Un giorno lassù faremo la pace» Angelica scrive a papà Vittorio
Varese, la lettera aperta della figlia di una delle vittime «So che sistemeremo tutto e ci abbracceremo E tu, piccolo Mattia, oggi sei un angelo meraviglioso»
«Papà, ironia della sorte io ero sul versante opposto della montagna con la mia famiglia, voi avete pensato di andare finalmente a farvi un bel giro in funivia nel primo giorno di sole e libertà e invece le nostre strade si sono divise per sempre». L’ultimo saluto di una figlia rivolto al padre appena perso è arrivato nella serata di domenica. Quando anche le più lontane speranze che parte della famiglia di Vittorio Zorloni — 55 anni, specialista in impianti elettrici di Vedano Olona — potesse per qualche piega del destino essere scampata alla tragedia del Mottarone sono state spazzate via dal bilancio ufficiale delle vittime.
E nello sconforto più profondo la figlia di Vittorio, Angelica Zorloni, 24 anni, decide di affidare al suo profilo Facebook poche ma profonde parole rivolte al genitore, uomo che era stato capace di ricostruirsi una vita dopo il primo matrimonio e diventato di nuovo papà a cinquant’anni, poi nonno qualche tempo dopo. Angelica non l’ha raccontata, la storia di papà Vittorio: ha preferito che a parlare fossero le figure ritratte in uno scatto nel salotto di casa, un momento di relax sul divano con il figlio da un lato e il nipotino in braccio, lo sguardo fiero, gli occhi dietro le lenti addolciti dalla vitalità delle generazioni che crescono.
Centinaia i commenti al post di Angelica: dalle condoglianze di tanti concittadini ai ricordi dei vecchi amici di Vittorio, nato a Seregno in provincia di Milano l’8 settembre del ’66 e poi trasferitosi nel Varesotto. Una vita dove non sempre è filato tutto liscio, come la stessa figlia ha ricordato nel suo ultimo addio: «So che da lassù adesso faremo finalmente pace perché, semplicemente, in questa vita non eravamo destinati a riuscire a parlarci in modo giusto. Adesso so che capirai ancora meglio che le nostre continue incazzature reciproche derivavano soltanto da tutte le incomprensioni e l’amore che non riuscivamo mai a incanalare nel modo giusto. Ma comunque papà, ti ho amato tanto e per questo mi facevi così arrabbiare e so che anche tu mi hai amata tanto. Anche se non leggerai mai queste parole c’è una cosa più grande e potente che ci legherà in eterno. E so, papà, che non è stato in questa vita, ma sarà nella prossima in cui sistemeremo tutto e ci riabbracceremo».
Nella cabina della funivia caduta c’erano anche la compagna di Vittorio, Elisabetta Personini, 38 anni, insegnante d’asilo, e il piccolo Mattia di appena cinque anni, nato dalla loro relazione: avevano già fissato la data delle nozze civili per il prossimo 24 di giugno, pronte le partecipazioni, già presi gli appuntamenti in Comune.
Un matrimonio che avrebbe suggellato la voglia di costruire una vita insieme, già iniziata anni prima e culminata con la nascita del bimbo, ricordato in queste ore dai compagni di classe della scuola dell’infanzia Redaelli Cortellezzi di Vedano Olona con disegni che lo raffigurano come un angelo che tiene per mano la sua mascotte, un coniglietto, circondato da cuori colorati: «I bambini capiscono, e ci hanno fatto piangere con la loro spontaneità», hanno raccontato le educatrici ieri mattina. E proprio a Mattia e a mamma Elisabetta è andato l’ultimo pensiero di Angelica. «E tu, piccolo Mattia, oggi diventi un angelo meraviglioso e tanto prezioso accompagnato dalla tua mamma. Vi porto nel cuore come solo le cose belle si possono portare. Alla prossima vita, che adesso possiate ridere tutti e tre di nuovo insieme nella luce più splendente di tutte».
In gita domenicale
La giovane si trovava proprio sul versante opposto del Mottarone rispetto al padre