Corriere della Sera

Eitan risponde alle cure: non ha lesioni gravi «L’abbraccio del genitore potrebbe averlo protetto»

Gara di solidariet­à per il piccolo di cinque anni La sorella del padre: «I bisnonni erano arrivati da Israele. Dopo i missili, pensavano di stare al sicuro»

- M. Mas.

«Ciao Eitan, ce la devi fare, ti lascio il pupazzo di mio figlio per giocare e dormire con lui. Ti voglio bene. Una mamma». È uno dei tanti messaggi, accompagna­to da un orsacchiot­to bianco e blu, che sono stati lasciati di fronte all’ingresso dell’ospedale Regina Margherita di Torino, dove è ricoverato il bimbo israeliano di 5 anni sopravviss­uto allo schianto della funivia Stresa-Mottarone. Eitan potrebbe essere stato salvato dall’abbraccio di suo papà. È quello che si apprende da fonti ospedalier­e: «Per essere riuscito a sopravvive­re al terribile impatto è probabile che il padre, di corporatur­a robusta, abbia avvolto con un abbraccio istintivo suo figlio prima di morire».

Nella serata di ieri anche gli ultras juventini della brigata «A Modo Nostro» hanno appeso uno striscione con la scritta «Forza Eitan», a testimonia­nza di quanto sia partecipat­a la battaglia per la vita del piccolo. Dopo ore di angoscia finalmente dal reparto di rianimazio­ne filtrano le prime notizia positive: «Il bambino è stato operato e gli accertamen­ti diagnostic­i, per il momento hanno escluso danni al cervello e al midollo — ha spiegato ieri sera Giovanni La Valle, direttore della Città della Salute di Torino, dopo aver ricevuto i risultati dell’ultima Tac —. Il bambino è ancora intubato e la prognosi al momento resta riservata. Quello che ha vissuto è un dramma nel dramma. Al dolore non ci si abitua mai e le ore accanto a Eitan e Mattia, che purtroppo non ce l’ha fatta, le abbiamo vissute come se fossimo vicino ai nostri figli. Possibili danni neurologic­i sono stati esclusi e nelle prossime 24 ore proveremo a svegliarlo». Eitan ha perso gli affetti più cari, ma non resterà da solo. Nella tragedia di Stresa sono morti i genitori, il fratellino di due anni e i bisnonni, ma è già partita una campagna di solidariet­à lanciata dalla Comunità ebraica di Torino assieme alla piattaform­a di crowfundin­g Eppela. Una raccolta fondi per garantire il suo futuro, condivisa con le comunità di Roma, Milano e del resto d’Italia. «Rinuncerem­o alle nostre provvigion­i — ha annunciato l’ad Nicola Lencioni, promotore dell’iniziativa assieme al presidente della comunità torinese Stefano Disegni —. Tutto quello che sarà raccolto sarà destinato alla costruzion­e della vita di Eitan». Ieri in tutte chiese di Pavia e nelle sinagoghe di tutta Italia hanno pregato per Eitan, una preghiera a cui si è unito anche il premier israeliano Netanyahu, che ha inviato le sue condoglian­ze alla famiglia Biran: «Preghiamo per la guarigione di Eitan, l’altro figlio di Amit e Tal. Lo Stato di Israele assisterà la famiglia in tutto e per tutto a seguito di questa tragedia. Possano riposare in pace».

Nella scuola pavese gli insegnanti e i compagni fanno il tifo per Eitan e ieri pomeriggio a Torino l’ambasciato­re israeliano Dror Eydar ha raggiunto l’ospedale infantile Regina Margherita, dove è stato accolto dal presidente Alberto Cirio, per portare la sua solidariet­à alla famiglia: «Ringrazio gli angeli dello staff dell’ospedale e il mio amico Cirio. Speriamo che Eitan superi questo momento difficile». I funerali dei familiari di Eitan si svolgerann­o lunedì in Israele. Mercoledì a Verbania si svolgerà una breve preghiera e poi le salme partiranno da Caselle con un volo di Stato.

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