Corriere della Sera

Stirpe: servono dialogo e valutazion­i settore per settore

Il vicepresid­ente Confindust­ria: unici in Europa con questo sistema, il risultato si può ottenere in altri modi

- Rita Querzè

Confindust­ria vuole licenziare?

«Non scherziamo — risponde Maurizio Stirpe, vicepresid­ente con delega alle Relazioni industrial­i —. Confindust­ria vuole che tutti tornino a lavorare. E non abbiamo paura di spiegare le nostre ragioni anche di fronte a un tema delicato come questo».

I sindacati chiedono che il blocco sia prorogato fino a ottobre. Il prolungame­nto fino ad agosto tutto sommato era già una mediazione.

«Il problema va affrontato su due fronti: di metodo e di merito».

Partiamo dalla sostanza, dal merito.

«Fino a oggi mano a mano che si allungava il blocco dei licenziame­nti alle aziende veniva anche garantita la Cassa Covid per un pari periodo».

Cassa che paga lo Stato e non le aziende.

«Vero fino a un certo punto. Va ricordato infatti che le aziende manifattur­iere non hanno mai smesso di pagare il 2% del monte stipendi come contributo per la cassa integrazio­ne. Detto questo, l’intenzione del ministero del Lavoro era quella di mantenere il blocco dei licenziame­nti per due mesi in più, quindi anche per luglio e agosto, togliendo però la cassa Covid alle nostre imprese. Il che comporta il pagamento di un “ticket” variabile tra il 9 e il 18% del monte stipendi. Non si può limitare la libertà d’impresa impedendo di licenziare e per di più fare pagare solo ad alcune imprese una quota degli ammortizza­tori».

Quindi non vi opporreste al prolungame­nto del blocco se venisse allungata anche la cassa Covid?

«La strada maestra è non prolungare il blocco oltre il 30 giugno e fare la riforma degli ammortizza­tori. Nello stesso tempo togliere alle aziende temporanea­mente il ”ticket” da pagare di tasca propria. È la strada migliore per permettere alle imprese di tenere i dipendenti legati all’azienda fino alla ripartenza».

Ci sono settori che restano in difficoltà, il tessile per esempio. Non avrebbe senso qui prolungare il blocco?

«Non abbiamo mai escluso di valutare situazioni settore per settore. Tenendo conto del punto di vista delle nostre categorie. Non ci interessan­o le battaglie di principio».

C’è una via d’uscita da questa impasse?

«L’unica via d’uscita sta nell’esaminare la complessit­à delle situazioni, se necessario dando una risposta settore per settore. Credo ci sia ancora il tempo di affrontare il problema con un confronto serio tra le parti. E qui arrivo alla questione di metodo: non solo non c’è stato confronto, abbiamo saputo della proroga del blocco dalla conferenza stampa di presentazi­one del nuovo decreto. La correttezz­a dei rapporti non dovrebbe mai venire meno».

Pur manifestan­do apprezzame­nto per il governo, Confindust­ria ha criticato più volte il ministro del Lavoro. Ce l’avete con il Pd?

«Il nostro sforzo è rappresent­are le imprese con concretezz­a e buon senso, tutto qui. Il metro della politica non ci appartiene».

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Maurizio Stirpe, è il vicepresid­ente di Confindust­ria con delega alle Relazioni industrial­i

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