Centrodestra, la carta dei civici Ma l’intesa ancora non si trova
«Caffè della pace» tra Salvini e Meloni. A Milano spunta il nome di Racca (Federfarma)
Un risultato è raggiunto: i leader del centrodestra si sono rivisti dopo tre mesi e mezzo, non si sono scontrati, Salvini e Meloni hanno preso «un caffè della pace», il clima è apparso sereno e la certezza è che «ci si presenterà uniti ovunque». Ma per sapere chi saranno i candidati di Roma e Milano bisognerà ancora attendere il fine settimana o la prossima. Ci ha scherzato su a inizio vertice il leader leghista: «Secondo i giornali l’accordo è già fatto, quindi che ci vediamo a fare?». E questo perché nel pomeriggio si era diffusa la notizia di una intesa raggiunta tra lui e Meloni su Annarosa Racca (presidente di Federfarma lombarda) a Milano e su Enrico Michetti (avvocato ed esperto di amministrazione oltre che opinionista radio) a Roma. Un candidato per uno nelle città di riferimento e brindisi pronto.
In realtà, sembra che la questione sia più complicata. «Sono nomi interessanti, come altri», si limita a dire la leader di FdI. «Sono usciti 4-5 nomi nuovi, li esamineremo e decideremo presto», ha aggiunto Salvini in pubblico, dopo aver spiegato ai colleghi (presenti anche i rappresentanti dei «piccoli» della coalizione, da Lupi a Toti) che lui per Milano ha «un nome coperto», che preferisce non bruciare fino a quando non avrà la certezza che dirà sì. Potrebbe essere «un grande imprenditore, un importante primario», ma il dubbio resta. Perché dal vertice è uscita una linea unanime: «Bisogna puntare sui civici». Ma è anche vero che trovare candidati della società civile non è facile: «Proporrò presto una legge per aumentare gli stipendi e le tutele legali per i sindaci», ha detto Salvini, sapendo bene quanto sia problematico trovare big disposti a mettersi in gioco, magari quelli tra i tanti che al vertice ha snocciolato Sgarbi, da Feltri a Del Debbio e pure Gervasoni (il prof indagato per gli insulti a Mattarella).
Quindi, è il sottinteso un po’ di tutti, se i nomi che verranno testati in questi giorni non otterranno risultati soddisfacenti, si potrebbe anche tornare a candidati politici. Lupi (che non avrebbe l’appoggio di Albertini) tornerebbe in campo essendo il candidato di Berlusconi, a Roma la situazione è più complessa visto che Gasparri non è sostenuto da FdI.
A Roma FI ha proposto il nome del magistrato Simonetta Matone, ma in pole position oggi resta Michetti, sponsorizzato dal partito romano di FdI, dall’Udc, da alcuni leghisti come Borghi, mentre Meloni non ha del tutto sciolto la riserva. Lui ci crede e ci spera: «Da giorni ricevo telefonate» non da leader di partito perché «è la politica in prima persona che deve trovare una soluzione per Roma». Ha dato la sua disponibilità «pubblicamente» e non è «terrorizzato da nulla: vivo la mia vita, sono lusingato dal fatto che si parli di me. Se sarà il mio turno lo farò volentieri. Per chi fa il mio mestiere e da 25 anni sta al fianco di sindaci in ogni aspetto della pianificazione delle opere pubbliche non c’è nulla di più sfidante della partita di Roma».
Per le altre città, resta in dubbio Bologna (possibile Giovanni Favia, ex M5S), è confermato Damilano a Torino ed è quasi fatta per Maresca a Napoli se darà l’okay a presentare liste di partito, come pretende FdI.